Anteprima

Tony Hawk's Pro Skater 5

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a cura di Stefania Sperandio

Editor-in-chief

Quando inserii per la prima volta il CD di Tony Hawk’s Skateboarding (Pro Skater nel resto del mondo) nella mia indimenticata PlayStation, era il 1999. Fu galeotta la demo, che mi convinse a passare al prodotto finale, e bastarono solo i primi minuti, con tutta l’innocenza dell’infanzia, a comprendere che tra me e quegli skater che all’epoca sapevano di fotorealismo sarebbe nato qualcosa. Di lì in poi, io e la serie continuammo a frequentarci, anche se saltuariamente e senza più l’affetto di una volta, e quando ho saputo che alla Gamescom di Colonia avrei potuto provare il nuovo Tony Hawk’s Pro Skater 5, mi sono chiesta come sarebbe stata la sensazione di tornare indietro nel tempo.

Il coraggio di cambiare e quello di rimanere uguale
Una volta avuto l’accesso alla piccola area che Activision ha dedicato al gioco, il feeling è stato proprio questo, DualShock 4 alla mano: tornare indietro nel tempo. Il producer ha spiegato che questo nuovo episodio della serie dedicata a Hawk vuole infatti abbandonare le velleità delle release più recenti, puntando tutto su un ritorno alle origini che sembra quasi d’obbligo, quando un franchise non riesce più ad ottenere le soddisfazioni di un tempo. Così, ecco venire rispolverato l’immortale skate park “Warehouse”, che ricorderete tutti, questa volta ampliato e rivisto sopratutto in virtù del multigiocatore, del quale parleremo in seguito. Medesimo discorso anche per il livello della scuola e per diversi altri, che vanno ad accompagnarsi alle aree di gioco che sono invece completamente inedite.
Questo episodio, insomma, non ha nessuna paura di guardarsi indietro e di attingere a piene mani da ciò che aveva reso il brand un certezza, anche in materia di giocabilità: l’approccio è estremamente arcade, e potrete ancora una volta raccogliere delle lettere e dei collezionabili sparsi per il livello – ricordate S-K-A-T-E e le videocassette dell’originale? Proprio loro.
Se, insomma, da un lato il gioco fa di tutto per riportarci indietro nel tempo, dall’altro gli sviluppatori si sono messi al lavoro per cambiarne in corso d’opera lo stile grafico. Dopo le prime immagini poco convincenti, che proponemmo anche nella nostra newsboard, si è ora passati ad un nuovo stile in cel-shading, che se può corrispondere ad uno sfoggio quasi artistico quando si tratta della realizzazione degli skater, risulta invece davvero controproducente sugli scenari, con texture slavate e sgradevoli. Verrebbe da dire, con un pizzico di cattiveria, che perfino la grafica – non volontariamente – sembra suggerire la nostalgia di Tony Hawk’s Pro Skater 5 per i tempi andati. Tecnicamente, quindi, la nuova fatica Robomodo non ci ha bene impressionato, anche considerando che, dato che la versione provata è quella PS4, la resa grafica era quella della nuova generazione, per quanto sembrasse piuttosto della vecchia.
Perdere la testa
Pro Skater 5 è un gioco che vuole farsi fruire subito e senza troppo impegno. Questo spiega, in poche parole, la filosofia attorno alla quale ruotano i progetti che stanno portando a compimento gli sviluppatori, e dai quali è nata una modalità principale votata al più assoluto cazzeggio, che vi vede vagare per gli skate park a caccia di punti, evoluzioni e collezionabili, incappando di tanto in tanto in qualche sfida praticamente surreale. Nel nostro caso, ne abbiamo giocato una che mostrava una percentuale a schermo, relativa alla crescita della testa di Hawk. La stessa percentuale aumentava col passare del tempo, mentre decresceva in caso di evoluzioni riuscite, e in caso di 100% vedeva l’esplosione della testa dello skater. Si trattava, in buona sostanza, di una sfida contro il tempo, nella quale bisognava resistere il più a lungo possibile per conquistare il nuovo record.
Un’altra sfida ci vedeva invece all’interno di una fossa da skate, intenti a cacciarne fuori tutti i mastodontici palloni, semplicemente spingendoli via, nel minor tempo possibile.
Come potete notare anche voi, il gioco fa tutto meno che prendersi troppo sul serio, ma vuole semplicemente puntare su un intrattenimento immediatamente fruibile, sia da soli sia – sopratutto – in compagnia: il multiplayer (disponibile solo sulle ultime console e non nell’edizione old-gen) può infatti ospitare fino a 20 giocatori, che proveranno a darvi filo da torcere nelle sfide, o che semplicemente si daranno alle scorribande nel vostro stesso skate park. Nel nostro caso, abbiamo potuto giocare solo in singolo, e la speranza è quindi che i server dedicati siano in grado di offrire, nel prodotto finale, l’esperienza promessa, anche visto che le mappe sono state debitamente proporzionate al numero di skater che dovrebbero ospitare online.
In merito all’approccio arcade al quale facevamo cenno, c’è da sottolineare che la forza di gravità viene praticamente sconfitta da Hawk e compagni in salti spettacolari e surreali, e che le cose sono state rese ulteriormente semplici dalla frequente possibilità, in questo caso premendo triangolo al momento giusto, di salvarsi da una rovinosa caduta, atterrando sulle rotelle. 
Ci è stata poi mostrata anche la modalità “Create a park” (che non abbiamo però potuto provare), tramite la quale potrete sbizzarrirvi nel creare i vostri skate park personali: la costruzione parte da un base generata casualmente, sulla quale dovete applicare rampe ed aree dedicate al grinding. Mostrata dal producer, la cosa è sembrata estremamente intuitiva e veloce, ed è stato anche precisato che potrete decidere se tenere per voi la creatura, o se condividerla con la community e affrontare gli aspiranti campioni che la visiteranno. Oltretutto, nel prodotto finale sarà anche presente una chart con i livelli votati come i migliori, che vi aiuterà a scegliere le mappe personalizzate da visitare.

– Ricalca il feeling dei primi episodi

– Immediato e fuori di testa

Il dato di fatto è che l’assoluta follia di Tony Hawk’s Pro Skater 5, insieme alla sua immediata possibilità di fruizione, sono riusciti a divertirci e a strapparci delle risate. Robomodo ha scelto in maniera evidente l’atmosfera da dare al suo titolo di skateboarding, che tutto fa meno prendersi troppo sul serio, ma le perplessità su un gioco che sembra nato vecchio, almeno nell’aspetto, e che addirittura cerca di salvarsi in corner cambiando stile in corso d’opera, rimangono. Starà quindi al team metterci definitivamente a tacere e dimostrarsi all’altezza di un rilancio che la serie Tony Hawk aspetta da oramai diverso tempo.

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