Tom Clancy's The Division
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a cura di Gianluca Arena
Senior Editor
Rivelato lo scorso anno e legato ad una data precisa solamente durante la conferenza Ubisoft di ieri, The Division rappresenta uno dei progetti più ambiziosi (e più attesi) tra quelli a cui sta lavorando lo sviluppatore transalpino, che intende consegnare nelle mani dei videogiocatori un mondo vivo, con le sue regole, veloce nell’elargire un’avventura ad ogni angolo.Oggi ho avuto modo di provare una modalità tre contro tre, in cui sono stato accoppiato ad altri due giocatori per fronteggiare altrettante squadre umane in una sorta di cattura la bandiera virtuale, che si è rivelato molto più divertente di quanto pensassi.
Gioco di squadraLa missione dimostrativa era ben studiata, e rifletteva le reali condizioni di gioco che ci troveremo dinanzi a partire dal prossimo marzo: tre compagni (dalla lista amici o sconosciuti) con abilità e armi complementari, un obiettivo comune e l’assoluta necessità di cooperare per poter anche solo pensare di raggiungerlo.Nello specifico, all’interno dello scenario odierno, il mio personaggio possedeva capacità curative, mentre gli altri due potevano vantare, rispettivamente, la possibilità di piazzare torrette antiuomo e quella di disporre di granate speciali, di gran lunga più efficaci di quelle in dotazione al mio alter ego: con abilità così differenti, e fortemente caratterizzanti, la parola d’ordine diventa cooperazione, come ho avuto modo di sperimentare sulla mia pelle.Trovandomi a fare squadra con due signori abbastanza attempati, evidentemente giocatori occasionali, ho reputato, forte della mia esperienza in ambito tps, di avventurarmi da solo all’assalto dei nemici, quando questi stavano per evacuare il loot e vincere così la sessione.Ne è derivata una morte ingloriosa (nella quale, a dire il vero, ho trascinato altri due giocatori, anche loro evidentemente spaesati): agire di concerto, aggirare il nemico e sfruttare al meglio le singole capacità dei membri del team sembrano davvero essere gli unici modi per sopravvivere nell’inospitale New York pensata dal team di sviluppo.La varietà di armi pare soddisfacente, con una selezione notevole di fucili automatici, mitragliette, fucili d’assalto, fucili a pompa, pistole, magnum e chi più ne ha, più ne metta.
Location e cover systemIl fascino della location è innegabile, sebbene la missione giocata si svolgesse in una fetta abbastanza limitata della grande Mela: automobili incustodite, una coltre di neve a tratti impenetrabile e grattacieli reclamati dalla natura.Non si può certo dire che sia la prima volta che vediamo cose simili in ambito videoludico, ma, nondimeno, gli scenari sono evocativi e si rivelano sfondi perfetti per gli scontri a fuoco.La scelta di associare il cover system alla pressione di un tasto ha pro e contro: se da un lato consente di scegliere sempre quando fare uso della copertura, senza che ci si trovi a dover combattere con il sistema di controllo, oltre che con il fuoco nemico, dall’altro rende l’azione un po’ più macchinosa di quanto dovrebbe essere, soprattutto durante le sparatorie più concitate.Ad ogni modo, un utilizzo saggio dei numerosi ripari offerti dagli scenari segna la differenza tra una brillante vittoria e una sconfitta senza attenuanti, soprattutto quando il livello delle truppe nemiche è superiore a quello del nostro personaggio.Il feedback delle armi è soddisfacente e il senso di fisicità tangibile: il cuore da sparatutto in terza persona, insomma, pompa sangue al cervello di The Division, che dovrebbe essere costituito dalla sua anima da gioco di ruolo, che, giocoforza, non abbiamo avuto modo di approfondire durante questo primo hands-on.Pur tenendo stretto in mano un pad Xbox One, non abbiamo la certezza che la build provata, estremamente solida e gradevole da vedere, fosse effettivamente riferita alla console Microsoft: attenderemo le prossime settimane per avere conferme in questo senso.Le premesse, comunque, sono assai promettenti, e fanno del titolo Ubisoft una delle produzioni più promettenti previste per i primi mesi del 2016.
– Buona varietà di armi
– Necessità di giocare di squadra
– Sparatorie tese e soddisfacenti
Se alle convincenti dinamiche da sparatutto in terza persona mostrate in quel di Los Angeles, The Division saprà accoppiare la profondità e il coinvolgimento garantiti dai migliori giochi di ruolo, il risultato finale non potrà che essere una delle migliori nuove proprietà intellettuali di questa generazione.
Per il momento è presto per sbilanciarsi, ma le sensazioni restituite da questo provato sono sicuramente delle più positive.
Rimanete sintonizzati su queste pagine per saperne di più nei mesi che ci separano dall’uscita.
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