Dopo una prima iterazione su smartphone pubblicata nel gennaio del 2015 e recentemente chiuso, The Seven Deadly Sin si prepara a tornare sul mercato videoludico con una sua nuova forma, un picchiaduro in uno scenario 3D che ci permetterà di rivivere le avventure raccontate nel manga, e successivamente anime, che racconta le virtù e le problematiche legate alla vita dei sette peccati capitali. Al pre-show del Tokyo Game Show di Namco Bandai è stato possibile provare per la prima volta una demo giocabile, incentrata su uno scontro 1vs1.
Combatti il tuo peccatoSette cavalieri, considerati i più forti della Britannia, si ritrovano a rappresentare i sette peccati capitali, a causa di una colpa commessa in passato: questi sono i protagonisti di The Seven Deadly Sins, nella demo rappresentati da Meliodas, il protagonista più rappresentativo della vicenda. Rappresentante dell’ira, con il simbolo del drago sul braccio destro, il capo dei sette cavalieri poteva fronteggiare, nella demo, Gilthunder, figlio di uno dei Cavalieri Sacri e, come suggerisce lo stesso nome, capace di manipolare le forze del tuono.
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Diversamente da come era stato annunciato inizialmente o da come potessimo aspettarci, The Seven Deadly Sin non è un gioco di avventura, ma semplicemente un picchiaduro su scenario 3D, come era accaduto recentemente con J-Stars Victory o, ancora più recente e più mainstream, con l’ultimo Naruto. Così facendo si mette a nostra disposizione uno scenario all’interno del quale spostarci, schivare, correre, saltare e picchiare il nostro avversario: purtroppo le limitazioni sono tante e rendono il titolo ancora molto da migliorare. Si parte dalla telecamera, incredibilmente mal gestita e che in più di un’occasione non ci ha permesso di capire cosa stesse realmente accadendo sullo scenario; in secondo luogo, invece, la totale assenza di interazione con lo scenario: fatto salvo per una fontana posta al centro dello stage, tutti gli altri elementi soffrivano di compenetrazione poligonale, privando qualsiasi cosa della solidità che avrebbe sicuramente dato più valore e spessore allo scenario. In ogni caso avevamo soltanto due stage a nostra disposizione, quindi la demo si è rivelata essere molto scarna, soprattutto là dove avremmo voluto curiosare su tutte le attività esterne al combattimento 1vs1, che invece ci è stato presentato come unica feature, per ora.
Cavaliere senza macchiaDal punto di vista del gameplay puro, dicevamo, siamo dinanzi a un picchiaduro in uno scenario 3D, con l’aggravante di proporre all’utente finale una serie di combo molto rapide ed elementari, che non aumentano la difficoltà del prodotto. Oltre al tasto per il salto, tutte le altre azioni sono affidate alla semplice pressione del tasto dedicato, dal colpo leggero a quello pesante, passando per l’intermedio. Ancor più immediata è stata la special, che abbiamo potuto lanciare al riempimento di una barra apposta sulla parte sinistra del nostro status premendo semplicemente il tasto R2: per quanto sia un ottimo modo per guadagnare vantaggio sull’avversario, non è ai livelli di dannosità della Rage di Tekken 7, che riesce a ribaltare gli scontri in maniera perentoria non appena il combattente si ritrova con poca energia dalla sua. Accanto a ogni colpo base, poi, utilizzando i dorsali è stato possibile sfruttare anche determinate abilità, il cui utilizzo è strettamente collegato a un’altra barra, collocata esattamente sotto quella della vita e che rappresenta una variazione sul tema della barra degli MP. Resta da capire in che modo il titolo riuscirà a declinarsi al di fuori degli scontri 1 contro 1, a patto che lo faccia, così da poter dare più varietà a un titolo che altrimenti rischia di cristallizzarsi esclusivamente sull’aspetto da picchiaduro. Allo stesso modo restiamo in attesa di altri personaggi da poter testare, così da poter provare anche un modello diverso da Meliodas e Gilthunder, entrambi facenti parte della tipologia dei guerrieri forti nella velocità.
– Abbastanza immediato nell’apprendimento
All’annuncio da The Seven Deadly Sins: Knights of Britannia ci aspettavamo sicuramente qualcosa di diverso, soprattutto dopo aver provato a immaginare un gioco d’avventura o anche un action RPG che ci permettesse di sfruttare le peculiari caratteristiche di ognuno dei personaggi. Ritrovarci con un picchiaduro tra le mani non ci ha sorpreso in positivo, ma c’è da dire che l’immediatezza con la quale si riescono a comandare sia Melodias che Gilthunder rende il titolo accessibile a molti. C’è da capire quanto il videogioco sia stato pensato per i fan o quanto il videogioco possa servire da entry level per recuperare l’anime, disponibile su Netflix.