Siamo abituati a considerare la visual novel come qualcosa nato in Giappone e per questo realizzabile solo da quel paese e da quella cultura. Tralasciando il luogo comune che lo vede solo come veicolo di erotismo più o meno spinto, in realtà si tratta di un genere videoludico che è punto di incontro tra l’audiovisivo e il librogame degli anni Ottanta. Una commistione da sempre semplicistica, ma che in virtù della sua accessibilità continua a avere un buon seguito. Non è tuttavia vero che solo i giapponesi ne fanno: la sua relativa semplicità fa di necessità virtù, rendendola relativamente alla portata di tutti. Anzi, in tal senso è uno dei pochi tipi di videogioco che sia ancora genuinamente “artigianale” nella personalità e nella realizzazione. Da questo è nata The Deadline, purissima visual novel di produzione interamente italiana. Il gioco è infatti sviluppato dalla Nativi Digitali, casa editrice bolognese specializzata in ebook ma che ha deciso di intraprendere l’avventura nel videogioco. La pubblicazione a fine ottobre della demo giocabile (per PC, Mac e Android) è stata l’occasione perfetta per ricavare qualche impressione sul lavoro di questo team italiano esordiente.
Quattro personaggi contro il loro creatore
L’accenno di trama offerto dalla demo comprende il prologo e il primo capitolo del gioco. La storia in sé può essere descritta con il termine del metaromanzo. Vivremo la vicenda dal punto di vista di Ramfis Chan, un venticinquenne spiantato che vuole diventare scrittore. Facendo i conti con una vita caotica ha finalmente terminato il suo primo romanzo. Le cose si complicheranno quando in casa sua si manifesteranno misteriosamente quattro persone. Ramfis non ci metterà molto a riconoscerli come i quattro personaggi principali del suo libro. Tale contrattempo gli impedirà di spedire il manoscritto in tempo utile all’editore, ma riuscirà comunque a strappare otto giorni di tempo per revisionare il tutto. Ciascun giorno della vicenda sarà dedicato a uno dei capitoli del suo libro. In questi famigerati “otto giorni” Ramfis dovrà confrontarsi con il fatto di dover riscrivere il suo romanzo d’esordio, e non ci vorrà molto prima che capisca che i quattro altro non sono che i personaggi del suo stesso libro. Il lavoro del giovane passerà quindi per l’incontro-scontro con questi suoi “figli letterari”. Scott è l’uomo attempato, Dee Dee la manager incattivita e intimidatoria, Barry un irlandese alcolizzato che gestisce siti di incontri e Elizabeth un adolescente intellettualoide. Inutile dire che questi personaggi non saranno affatto buoni con lui: per quanto le loro personalità siano profondamente differenti, tutti sono d’accordo sul fatto che il romanzo faccia letteralmente schifo. Attraverso queste quattro parti della sua mente Ramfis farà i conti con la propria creatività. I suoi personaggi saranno infatti distribuiti nelle quattro stanze del suo appartamento; una volta ascoltati tutti si potrà tornare alla camera da letto e decidendo di volta in volta a chi dare retta.
Ironia citazionistica
Già dalla demo appare chiaro che l’obiettivo degli sviluppatori è quello di inscenare prima di tutto una rappresentazione ironica tanto della figura del romanziere esordiente quanto dell’editoria che lo circonda. Ciò avviene adottando anche atteggiamenti un po’ estremi: Ramfis è ritratto come un nullafacente eccessivo, universitario fuori corso un po’ “hipster”. Ovviamente potrebbe essere solo un punto di partenza, ma il tempo ristretto della demo rende ovviamente impossibile dire se si smentirà o svilupperà. È quindi anche ovvio che non possiamo ancora sapere quante e quali potenzialità offrirà lo script completo. Fulcro delle visual novel sono infatti le scelte che si fanno intraprendere al protagonista, e purtroppo la demo si chiude subito dopo aver selezionato la prima di queste. In tal senso è un po’ un peccato, perché non viene dato neppure un accenno delle conseguenze di tale decisione.
Ovviamente, lo spazio di una demo non basta a definire neppure i vari comprimari, che per ora appaiono come eccessivamente caricaturali. Nei fatti ciascuno di loro rappresenta un atteggiamento o una propensione di chiunque cerchi di scrivere. Dalla vena noir alle velleità epiche, passando per il citazionismo e il desiderio di nobilitare il linguaggio. A questo riguardo il livello di scrittura dei dialoghi cerca comunque di mantenersi sempre piuttosto preciso. Sono notevoli i riferimenti al mondo dei social network, dei film, delle serie TV, dei videogiochi e più in generale al mondo “nerd” da fine anni Novanta in poi. Per quanto filologicamente accurate, già da ora è un peccato che i dialoghi spesso si perdano in un citazionismo eccessivo. Nella stessa direzione procedono i diversi registri linguistici, che vanno dal moderatamente aulico al quasi dialettale, cosa che produce un po’ di contrasto. Fermo rimanendo che siamo ancora in sede di anteprima, possiamo solo auspicare che nella versione finale ci sia un po’ più di uniformità.
L’artigiano delle illustrazioni
Lo stile non piacerà a tutti, ma è comunque oggettivo che, anche in questa veste provvisoria, The Deadline gode di un’alta qualità grafica. In tal senso il plauso va fatto all’intenzione di voler prima di tutto fare qualcosa che sia originale e appetibile anche a un pubblico non solamente italiano. Sotto questo punto di vista si può spiegare la scelta di nomi inglesi o il non dare riferimenti geografici precisi. Ugualmente, le illustrazioni cercano di apparire più “occidentali” possibile; aiutate dalla pulizia del disegno digitale, sono assai particolareggiate. I contorni netti dei personaggi contrastano con gli sfondi, di aspetto più soffuso. La vicenda probabilmente si svolgerà prevalentemente in interni, ma è ancora presto per affermarlo con certezza. L’aspetto “fumettistico” dei disegni è un contrasto notevole, abituati come siamo allo stile giapponese, ma proprio per questo risalta all’occhio. In sé il gioco rimane comunque strutturalmente molto semplice, per quanto vi sia sempre molta cura nel differenziare le diverse espressioni facciali e i cambiamenti d’umore di ogni personaggio coinvolto. La sensazione fin da ora trasmessa è quella dell’artigianale, di una creazione che è nata, cresciuta e vive direttamente dalle mani dei suoi creatori. Per quanto possa sembrare un’ovvietà, bisogna sempre rimanere consapevoli che questa impostazione di fondo si porterà dietro pregi e difetti inalienabili. Un appunto sulla colonna sonora: le tracce ambientali sono di buona qualità, ma alcune non sono a loop. Chiaramente non esistono situazioni senza sottofondo, ma di certe melodie si avvertono inizio e fine, cosa che potrebbe essere fastidiosa.
-Una visual novel italiana
-Direzione artistica di qualità
-Potenziale per una trama semplice ma profonda
The Deadline è un progetto ambizioso ma soprattutto una gradita sorpresa nel panorama videoludico italiano. Una dimostrazione di creatività che comincia ad accendersi, invadendo un genere che si pensava fosse dominio assoluto dei soliti giapponesi. La speranza in tal senso è che il ristretto team della Nativi Digitali riesca a limare al punto giusto il proprio prodotto prima della pubblicazione, ancora senza una data certa. Alcune indiscrezioni lasciano comunque intendere che arriverà entro la prima metà del 2018. Rimanete con noi per quando uscirà la versione completa!