Dalla psicosi del presente alla follia del passato, dalla paranoia della Guerra Fredda ai giorni più cupi della Guerra Civile, The Beast Inside tenta di non lasciarsi sfuggire nulla e costruire un doppio scenario entro cui si muovono i due protagonisti della storia: Adam, nel 1979 e Nicolas, nel 1864.
Più di cento anni di distanza, eppure così vicini, perché i misteri sepolti riemergono d’improvviso e creano tra i due un legame immediato e pericoloso, con esiti che attualmente non è nemmeno possibile immaginare.
Behind Two Souls
Gli sviluppatori vogliono puntare forte sulle trama, che a detta loro sarà contorta, ricca di colpi di scena inattesi e in grado di tenere i giocatori sempre sulle spine. Neanche a dirlo, le fonti di ispirazioni sono sempre i soliti capisaldi del genere, con richiami neanche troppo velati allo stile di P.T. Ma si è guardato anche verso il cinema, in special modo a film come L’evocazione: The Conjuring, Shutter Island, Memento e Identity, ossia tutte pellicole che mettono in risalto l’aspetto psicologico di una storia e gli elementi paranormali.
Nel gioco controlleremo sia Adam, sia Nicholas, col secondo che rimane al momento decisamente più avvolto nel mistero.
Adam è un criptoanalista della CIA che va via da Boston per vivere nella tranquillità della campagna assieme a sua moglie, Emma. I suoi responsabili non credono che sia un posto sicuro, ma Adam è determinato a isolarsi per riuscire a crackare i codici sovietici e alterare così il corso della Guerra Fredda.
Scoprirà suo malgrado che quel luogo è tutto fuorché un posto di pace e serenità quando salirà in soffitta, scovando un diario segreto appartenuto proprio a Nicholas. Gli appunti scritti parlano in maniera dettagliata di un fenomeno paranormale in cui è incappato mentre cercava informazioni su suo padre defunto, le cui decisioni – come abbiamo iniziato a capire sin da subito – hanno avuto delle tangibili ripercussioni nel futuro. La casa in cui viveva Nicholas è la stessa in cui si trova attualmente Adam, motivo per cui i giocatori assisteranno a diversi salti temporali e narrattivi che abbiamo già testimoniato durante la nostra prova.
Sebbene nel gioco finale siano previste altre ambientazioni come un capanno nei pressi di una palude e un vecchio albergo di legno fatiscente, la demo ci metteva a disposizione l’antica casa che faceva da apripista alla storia. Adam ci arrivava assieme alla moglie, con l’urgenza di scaricare i pacchi proprio in quella soffitta che darà il “La” a tutta l’ingarbugliata vicenda, che sembra poter funzionare sia per l’intrigante concept, sia per la capacità degli sviluppatori di gestire i ritmi narrativi.
Orrore sempiterno
The Beast Inside è dunque una via di mezzo tra un thriller e un horror, e anche per quanto riguarda il sistema di gioco non si distanzia molto dagli ultimi esponenti del genere con visuale in prima persona. Non si tratta di un walking simulator, sia chiaro, e persino nella pagina Kickstarter allestita appositamente viene dichiarato che le minacce potranno essere affrontate (oltre che attraverso lo spostamento della mobilia o usando a proprio vantaggio lo scenario) con l’uso di un revolver. Da un breve video divulgato sembra che quest’ultima possibilità sia automatica, e nella demo non c’era in effetti nulla che facesse presagire un qualunque sistema di combattimento in grado di spingersi al di là del più classico “scappa e nasconditi”. Anzi, in realtà, nella nostra prova le apparizioni erano solo sceniche, utili a creare qualche jumpscare di poco conto.
Di certo, l’atmosfera è davvero ottima e in alcuni frangenti persino pesante, soprattutto quando siamo passati alla versione ottocentesca del maniero, immerso nel buio e rischiarato solo da candele e da una lampada ad olio che bisognava ricaricare.
L’uso attento dell’Unreal Engine 4, assieme alla tecnica della fotogrammetria, dimostrano quale sia l’obiettivo che gli sviluppatori si sono prefissati in termini di grafica: un’immagine molto pulita e parecchio realistica, capace di offrire un livello di immersività elevato. In tal senso anche le luci dinamiche concorrono a creare quell’alone di mistero e terrore che serpeggia a ogni passo, con le musiche che accompagnano bene i momenti preparatori a una rivelazione o a un evento improvviso e inaspettato, con tutto ciò che ne consegue.
I dubbi maggiori sono sull’efficacia delle minacce, che ci sono sembrate piuttosto trascurabili e solo sceniche, pertanto è lecito chiedersi se nell’opera completa esista un modo per mettere sul serio a repentaglio la vita dei due protagonisti.
Molto buoni i primi puzzle, ideati avendo bene in mente la grande capacità di decrittazione di Adam; inoltre, non esistono limitazioni per quanto riguarda l’esplorazione, dato che ogni sportello e cassetto può essere aperto e ispezionato.
The Beast Inside pare funzionare bene e ha buonissime idee per proporre qualcosa di differente all’interno degli horror moderni, ma la breve build messa a disposizione non ci ha consentito di capire fino in fondo dove vogliano spingersi gli sviluppatori e quali siano le effettive possibilità messe nelle mani degli utenti.
– La dicotomia narrativa dei due protagonisti offre parecchi buoni spunti
– Ottima atmosfera, a metà tra thriller e horror
– Tecnicamente valido
L’assaggio di The Beast Inside ci è piaciuto e incuriosito molto, ed è inevitabile chiedersi quanto impatto avranno i due diversi contesti storici e i due protagonisti che potranno essere controllati singolarmente, ciascuno nella propria epoca. Sebbene si appoggi forse un po’ troppo ai canoni di P.T. e degli horror in prima persona moderni, è lecito domandarsi quali saranno le modalità di difesa e attacco. L’idea è insomma molto valida, ma si sa ancora poco per capire qual è la direzione definitiva che Illusion Ray Studio vuole intraprendere. The Beast Inside è atteso per il primo quadrimestre del prossimo anno.