Tekken Mobile, provato il nuovo episodio del picchiaduro Namco per smartphone

Tekken è uno dei franchise picchiaduro più conosciuti al mondo, e quest´anno abbiamo avuto modo di giocare il settimo capitolo della serie principale, che ha ricevuto un buon consenso di pubblico e critica. Namco Bandai, però, non si accontenta, ed ha deciso di testare anche il mercato mobile proponendo un´iterazione per smartphone del suo popolare brand, che abbiamo avuto modo di testare con mano durante la Gamescom. Siete pronti a diventare king of the iron fist tournament con il vostro telefono?

Tekken nel palmo della manoVisivamente, Namco Bandai ha svolto un buon lavoro nel porting di Tekken sui nostri telefoni: il gioco è molto bello da vedere e sfrutta bene l´hardware a sua disposizione, anche se abbiamo dovuto constatare la presenza di qualche sporadico rallentamento, difetto che potrà essere limato con i futuri aggiornamenti che, siamo sicuri, non mancheranno di accompagnare questo titolo per lungo tempo dopo la sua release. I lottatori sono stati riproposti con fedeltà, ed anche se siamo lontani da quanto visto con Tekken 7, il compromesso raggiunto appare comunque ottimo. Trattandosi di un capitolo spin-off, dubitiamo che lo story mode (che non ci è stato mostrato) proseguirà la storia che siamo abituati a seguire da ormai ventitre anni ad ogni uscita della serie principale: ciò nonostante, avremo comunque la presenza di gran parte dei lottatori storici della serie che ci faranno immediatamente sentire a casa una volta giunti allo schermo di selezione dei personaggi.

Un pugno di carteDove Tekken Mobile si differenzia di più dal fratello maggiore è, come lecito aspettarsi, nel gameplay. Per muoverci e per eseguire attacchi base ci basterà toccare lo schermo nel punto giusto: toccare un punto alle spalle del nostro personaggio significherà allontanarsi ed entrare in posizione difensiva, toccare nella direzione opposta ci farà avanzare e toccare il nostro avversario ci permetterà di attaccare. Tekken Mobile rimane un picchiaduro nell´anima, dunque, ed il nostro obiettivo sarà sempre quello di portare a zero la barra dell´energia vitale del nostro avversario. A cambiare sono però tutte le altre mosse: i moderni smartphone non hanno tasti con cui inserire le combo, perciò assistiamo all´introduzione delle Waza Cards. Esse compariranno nell´angolo in basso a destra del nostro schermo, ed il loro utilizzo ci permetterà di eseguire diverse tipologie di mosse, il cui effetto dipende dal tipo di Waza Card utilizzato. Ve ne sono diversi tipi: dai montanti che servono a proiettare in alto il nostro avversario a dei potenti attacchi diretti, passando per mosse in grado di spezzare qualsiasi difesa. Il loro utilizzo avviene in tempo reale, senza alcuna interruzione dell´azione. Sullo schermo avremo tre Waza Card in contemporanea, in modo da poterle combinare per effettuare delle micidiali combo che metteranno al tappeto il nostro avversario. Dopo aver utilizzato una Waza Card, però, essa scompare, e prima che compaia la carta successiva del mazzo dovremo attendere un breve tempo di ricarica, che permetterà all´avversario di tirare un sospiro di sollievo e provare a reagire. Il mazzo di Waza Cards viene composto liberamente dal giocatore prima dell´inizio della partita, ed anche se durante la nostra prova non abbiamo avuto modo di poter personalizzare le nostre carte possiamo dirvi, fin da ora, che avere la mossa giusta al momento giusto farà la differenza tra la vita e la morte.Torna invece dagli episodi precedenti la Rage Art: si tratta di un attacco particolarmente potente, utilizzabile solamente quando la nostra barra di energia è pericolosamente vicina allo zero. Queste mosse sono in grado di infliggere una quantità cospicua di danno, al punto che il loro utilizzo può completamente ribaltare le sorti di una partita. Fortunatamente, è possibile difendersi da esse o semplicemente portarsi fuori dal loro raggio di azione, rendendo così equo una tipologia di mossa che altrimenti avrebbe rischiato di essere eccessivamente potente per l´economia del gioco.

Diventare il miglioreCome abbiamo accennato in apertura, il gioco sarà dotato di una modalità storia: in essa, dovremo costituire un team di tre combattenti ed avanzare a suon di combattimenti, in alcuni dei quali incontreremo anche temibili boss. Sconfiggendo personaggi avversari non ancora utilizzabili si accumulano punti che, infine, ci porteranno a sbloccare quel determinato personaggio senza doverlo pagare. Gli sviluppatori sono stati cristallini su questo punto: il titolo sarà un free-to-play con microtransazioni, ma sarà possibile sbloccare tutto gratuitamente se continueremo a giocare. Una formula ormai molto in voga, che speriamo il team di Namco sappia utilizzare nel modo giusto.Come in ogni picchiaduro che si rispetti, è presente il multiplayer, che si divide in due modalità. Nella Dojo Challenge potremo affrontare i fantasmi di altri giocatori, scalando la classifica dei migliori combattenti del mondo. Questi fantasmi vengono creati dal gioco mano a mano che continuiamo a giocare, e più giocheremo, più il fantasma sarà in grado di replicare le nostre tattiche di gioco. Saranno presenti anche personaggi e contenuti rari legati ad eventi speciali (durante la presentazione si è brevemente accennato ad un evento previsto per Halloween), così come sfide giornaliere, settimanali e mensili che ci terranno costantemente impegnati alla ricerca di nuove ricompense. La seconda modalità multiplayer, invece, è costituita da un classico 1vs1 in tempo reale, usufruibile però solamente con un secondo giocatore vicino a noi, ovviamente munito del suo telefono. Si tratta di una modalità perfetta per partire mordi e fuggi con amici, ed il divertimento è assicurato grazie al solido gameplay del gioco. Chiudiamo con una nota: è già possibile pre-registrarsi al gioco dallo store del proprio telefono; Namco ha annunciato che ci saranno dei bonus sbloccabili a seconda del numero di giocatori pre-registrati, il primo dei quali sarà un nuovo lottatore, mai comparso prima nella serie di Tekken. Che state aspettando, dunque?