Anteprima

Tekken 7

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a cura di Gottlieb

Heihachi Mishima deve morire. È questo il leitmotiv degli ultimi eventi narrativi di Tekken, che con la sua settima iterazione della serie regolare torna a riproporre un grande must di quello che è stato l’intero arco narrativo del clan Mishima. Una storia che Katsuhiro Harada ha voluto rendere molto più cinematografica e molto più appassionante di quanto fatto nei primissimi capitoli e anche negli ultimi. Per questo la Story Mode di Tekken 7 diventa molto più centrale rispetto a quanto accaduto in passato, con una vicenda lineare tutta da assaporare per arrivare a chiudere tutti i buchi lasciati ancora lacunosi. Per questo nei giorni scorsi ci siamo recati negli studi di Bandai Namco Entertainment per un’ora intensa sui primi otto capitoli del picchiaduro più atteso di quest’anno.

Dietro la macchina da presaHeihachi è tornato a capo della Mishima Zaibatsu ed è pronto per combattere il figlio Kazuya, da sempre pronto a dare contro il proprio genitore. L’aver dato vita a un vero e proprio demone all’interno del suo corpo, costringe il decano del clan Mishima a entrare in contatto con dei personaggi completamente nuovi, tra i quali Claudio, che avevamo già avuto modo di conoscere durante la scorsa Gamescom: italiano ed esperto esorcista oltre che capo dei misteriosi Cacciatori Sirius, il giovane combattente è una delle tante novità che il roster, e l’arco narrativo, di Tekken 7 proporranno. Tra questi abbiamo trovato alcune novità molto affascinanti, che si intrecciano anche con nomi di Lee Chaolan e Lars. Non vogliamo entrare eccessivamente nel dettaglio, perché le vicende di Tekken 7 rappresentano un enorme flashback che merita di essere assaporato e compreso, sviscerato e apprezzato, per arrivare ad avere in sé una vera e propria summa dei continui conflitti che avvennero tra la G Corporation e la Mishima Zaibatsu. Nel corso degli otto capitoli che abbiamo giocato in poco più di un’ora, la vicenda ci ha permesso di combattere, in maniera del tutto scriptata, con Nina Williams, Lars, Claudio, Lee Chaolan e anche, sul finire della nostra run, contro Akuma. Il combattente mutuato dal roster di Street Fighter, così come Harada aveva d’altronde annunciato, ha un importante ruolo all’interno delle vicende della famiglia Mishima, tanto da creare quel legame tra Kazumi e Heihachi che metterà a dura prova il coriaceo corpo del vetusto combattente. Poter gestire Akuma ci ha dato la possibilità di apprezzare anche la difficoltà dei vari combattimenti: affrontando la modalità storia con la difficoltà impostata sul livello medio abbiamo a più riprese notato quanto impegnativo fosse effettivamente portare a termine i combattimenti. Un aspetto che non può che impreziosire la nostra esperienza, proprio perché la Story Mode diventa una modalità single player che vi permetterà non solo di carpire e comprendere vicende mai così cinematograficamente narrate, ma anche di ritrovarvi in un vero e proprio dojo di allenamento che vi forgerà e temprerà per il successivo multiplayer. Oltre chiaramente alle novità abbiamo potuto apprezzare anche il modo rinnovato con il quale ci sono stati proposti personaggi già introdotti in vecchie iterazioni, come per esempio Alisa Bosconovich, reduce dal successo di Tekken 6: grazie alle sue movenze decisamente rapide e le numerose combo effettuabili con le sue parti del corpo staccabili, come per esempio la testa, Alisa ci ha donato non poche soddisfazioni durante la Story Mode, tanto da averci quasi fatto dispiacere per la sua breve comparsata nei primi otto capitoli. 

Gradite novità, piacevoli ritorniL’ora a disposizione ci ha chiaramente concesso la possibilità di apprezzare tutto ciò che già durante la Gamescom avevamo denotato per Tekken 7 dal punto di vista del gameplay. L’introduzione delle rage art ci ha permesso di capovolgere il match più complesso e di avere così la vittoria in pugno nel momento di maggior difficoltà: mantenere lo scontro in bilico fino alla fine per poi risolverlo sfruttando tutta l’energia incanalata è stata una delle strategia più usate durante la nostra prova, soprattutto per avere ragione di quegli scontri non proprio immediati, sfruttando anche una conclusione al cardiopalma gestita anche con un po’ di slow motion. La storyline si lascia intrecciare non solo di scontri uno contro uno, ma ci mette alla prova anche in sessioni da survival mode, costretti ad affrontare più combattenti utilizzando la medesima barra della vita, da tenere quindi bene d’occhio. Tra gli aspetti che donano varietà alle vicende della storyline abbiamo apprezzato anche la scelta di Harada di permetterci, nei panni di Lars, di avere una brevissima sessione da sparatutto in terza persona, chiamati a usare la nostra mitraglietta per fronteggiare i soldati in avanzamento: un momento unico, per tutti gli otto capitoli, che speriamo si possa rinnovare magari in maniera anche più difficile e quindi implementata in maniera più omogenea alla difficoltà della sfida proposta. Sembra una piccola mosca bianca all’interno di un vasto sciame nero, ma tale aspetto va benissimo a sposarsi con quelle scelte registiche che mantengono alto il ritmo della narrazione e che ci spingono a premiare le scelte narrative del team: le fasi giocate si alternano in maniera adeguata alle cutscenes, realizzate con l’Unreal Engine che ci concede un’ottima definizione dei personaggi, per poi cedere il passo al combattimento. Quasi tutti i capitoli ci hanno richiesto almeno uno scontro, tutti introdotti da clip animate che giustificano il nostro ritrovarci in quell’ambiente, esaltando anche alcuni scenari tipici, tra cui quello nel quale incontreremo Claudio, ricreato in maniera pomposa e preceduto da uno sfoggio di grande capacità combattiva propria del clan Mishima. Tra gli ultimi aspetti che andiamo a segnalare anche la presenza della tanto vociferata modalità VR, che sarà un’esclusiva della console di casa Sony, sulla quale tra l’altro abbiamo testato Tekken 7: non abbiamo avuto modo di provarla né di scoprire come realmente sarà implementata, ma tra un mese esatto sarà finalmente possibile scoprirlo. Sulla durata, infine, dell’intera Story Mode non possiamo ancora pronunciarci: otto capitoli, come dicevamo, in difficoltà normale ci hanno portato via poco più di un’ora. Ipotizziamo di poter trovare, nella versione finale, circa venti capitoli per un totale di due ore e mezza di gameplay, aumentabili a tre con qualche game over e dei ritenta. In ogni caso un ottimo allenamento per tutti i contenuti che seguiranno poi.

– Regia molto ritmata e veloce

– Un arco narrativo ben raccontato

Tekken 7 nella sua Story Mode si è presentato in maniera più che affascinante. Diversamente da quanto proposto dai precedenti capitoli, Harada ha preferito prendere una direzione molto più cinematografica per raccontare una vicenda che nei picchiaduro ha sempre affascinato e che nella cultura pop contemporanea fa parte del bagaglio culturale di gran parte dei videogiocatori e non. Il clan Mishima è nuovamente bisognoso dell’intervento di un esperto di picchiaduro, ma anche di un giovane che si avvicina per la prima volta alla longeva saga di Tekken, che con il settimo capitolo finalmente torna a farsi vedere e smetterà di farsi anelare da quella pletora di videogiocatori che da otto anni esatti attende di poter tornare a combattere per il titolo di King of Iron Fist Tournament.

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