Anteprima

Take on Mars

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a cura di Mascalzone

Sebbene le cose non siano affatto andate come si prospettava all’inizio degli anni ’70, subito dopo lo sbarco sulla Luna, l’esplorazione di Marte non è mai cessata. Nel migliore dei casi non vedremo un uomo solcarne la superficie per altri dieci anni, ma grazie a questo prodotto partorito dai cechi di Bohemia Interactive possiamo esplorarne la superficie restandocene comodamente seduti davanti a un monitor.

Scienza, non fantascienzaSino alla metà del secolo scorso si riteneva persino probabile la presenza di forme di vita autoctone sul quarto pianeta del sistema solare, tanto da costituire per un lungo periodo uno dei temi portanti della letteratura fantascientifica, mentre più di recente si sono fatte potesi relative alla possibilità che noi stessi possiamo discendere da antenati marziani con affascinanti tesi complottiste riguardo insabbiamenti su fenomenali scoperte da parte della NASA, famosa faccia di Cydonia su tutte.Ma nulla di questo ha a che fare con Take on Mars: l’idea che ne sta alla base nasce infatti dall’invio di missioni robotizzate finalizzate allo studio dell’atmosfera e della geologia attraverso numerose sonde e satelliti artificiali iniziato negli anni ’70 e divenuto crescente specie nell’ultima decina d’anni proprio grazie all’agenzia spaziale americana soprattutto con i tre rover che hanno per la prima volta permesso di perlustrarlo su ampia scala: Spirit e Opportunity arrivativi nel 2004 (il secondo di questi, incredibilmente anche per i suoi ingegneri, è ancora pienamente operativo) e il decisamente più grande Curiosity ammartato un paio d’anni fa.Si tratta insomma di un simulatore a tutti gli effetti, votato all’assoluto realismo. Le uniche concessioni al lato ludico sono relative al poter fare avanzare il tempo, salvare la partita per rimediare a errori più o meno catastrofici e disporre di telecamere esterne per potersi meglio godere il panorama. La prima è oltretutto opzionale: all’inzio della campagna viene infatti proposto di poter giocare esclusivamente in tempo reale: così facendo si dovrà aspettare il sorgere del Sole per poter sfruttare i pannelli solari e attendere diverse ore perché questi si ricarichino, e questo fa ben comprendere il grado di fedeltà riprodotto nel titolo.

A 225 milioni di chilometri da casaUtilizzando la modalità che permette di fare avanzare il tempo di diverse ore aumenta chiaramente la giocabilità anche perché le ricerche che dovremo andare a completare per poter avanzare nelle missioni di quello che è il cuore di Take on Mars, il programma spaziale, richiedono diverse ore.Questo propone un breve prologo che celebra la sonda russa Mars 3, il primo oggetto fabbricato dall’uomo ad essere giunto sul pianeta rosso nel dicembre 1971, e comincia non appena metteremo piede nel centro di controllo con tutta una serie di obiettivi che andranno completati per ottenere ulteriori finanziamenti utili a progettare missioni dal costo crescente.Inizialmente avremo infatti a disposizione solo un semplice lander che dovremo far atterrare in varie location per esplorarle: si tratta di aree realmente visitate da veicoli spaziali come il cratere Victoria o il cratere Gale, quindi fedelmente riprodotte: ogni mappa ricopre un’area di una decina di chilometri, unicamente ricoperti di sabbia e rocce. Caratteristica di ogni missione è che comincerà con la sonda ad alcune centinaia di metri d’altezza: ci si può affidare alla procedura automatica ma spesso sarà necessario ricorrere ai controlli manuali per un atterraggio quanto più morbido possibile oppure per fare dei bei disastri, potendo apprezzare l’eccellente sistema di distruzione dinamico dei nostri gingilli da svariati milioni di dollari.Dicevamo delle ricerche: presto le missioni richiederanno il completamento di obiettivi complessi, come l’analisi dell’atmosfera o la perforazione di rocce, per portare a compimento i quali avremo bisogno di tecnologie che si renderanno disponibili sbloccandole nei cinque diversi alberi dedicati. Per capire come muoversi viene in aiuto l’interfaccia, che per ogni tipo di compito segnala cosa serva per completarlo: portando a termine una data ricerca si ottengono dunque nuove strumentazioni che dovremo andare ad assemblare nel laboratorio di costruzione, e anche qui, insieme con la possibilità di testarle a Terra, viene fortunatamente in aiuto una comoda interfaccia che ci permette di capire per ogni tipologia di sonda (probe, lander e rover), cosa serva montare e come. È comunque anche possibile scegliere di utilizzare quanto preassemblato, evitando di scoprire di essersi dimenticati cose fondamentali solo quando è ormai troppo tardi.Molto ben fatto è il sistema di creazione dinamico degli obiettivi: se già alla partenza da Terra ne avremo di diversi assegnati, girovagando per il deserto marziano potremo scoprire formazioni interessanti che saremo chiamati a indagare a missione in corso, allungando la longevità delle esplorazioni esattamente come avviene nella realtà.Essendo fisica e gravità riprodotte con assoluto realismo è essenziale spostarsi con estrema cautela, perché ai nostri comandi abbiamo macchinari estremamente delicati, nonché utilizzare ciclicamente tutti e tre gli head-up display perché gli obiettivi che potremo non vedere per esempio con quello della telecamera (sono rappresentati sotto forma di croci) potrebbero essere invece essere segnalati da quello riservato agli strumenti scientifici. Un’opzione dell’interfaccia consente comunque di assegnare automaticamente quello più vicino, così da non perdersi nulla.

Scuola di sopravvivenzaQuanto sinora descritto può apparire noioso per tutti coloro che non siano assidui nerd della tecnologia applicata alla robotica e alla geologia; bisogna essere onesti e ammettere che in effetti un po’ lo è tanto che Bohemia, in questo lungo periodo di early access su Steam, se ne è accorta risolvendo il problema sia differenziando le ambientazioni disponibili sia con l’intelligente introduzione di scenari multiplayer ed editor che hanno enormemente allargato il campo d’azione del titolo.Riguardo ai prmi sono stati aggiunti, anche alla campagna, la luna più piccola di Marte Deimos e gli asteroidi della fascia principale, che essendo in condizioni di gravità zero hanno introdotto anche la componente del volo, mentre gli scenari hanno aggiunto un bel po’ di pappa pronta come le già citate missioni Opportunity e Curiosity e l’esplorazione in tuta spaziale della nostra Luna e di diverse regioni di Marte, con tanto di veicoli e possibilità di costruire insediamenti attraverso un’avveniristica stampante 3D il cui utilizzo richiede la raccolta di risorse sulla superficie con apposite trivelle.Particolarmente intrigante in questo senso è poi il multiplayer fino a dodici giocatori che ha recentemente introdotto l’esperienza survival, rendendo necessario costruire edifici pressurizzati, serre per la coltivazione di cibo e quant’altro permetta di sopravvivere a lungo sulla superficie di questi mondi ostile lottando contro la scarsità di ossigeno, con tanto di salvataggi che permettono di condividere quanto realizzato con chiunque si colleghi a un server. Un’esperienza davvero molto originale in cui non mancano obiettivi specifici e imprevisti di ogni sorta: uccidersi è davvero questione di piccole e fatali disattenzioni.Ulteriore stimolo al tutto ha infine dato l’editor, che consente di creare scenari, mappe, veicoli e ogni sorta di struttura tanto che la community si sta già da tempo adoperando per non fare mancare nulla nello Steam Workshop, da nuove location sino a improbabili veicoli volanti.

– La nuova frontiera del genere umano, riprodotta con grande dovizia di particolari

– Gli elementi survival hanno introdotto un gameplay piuttosto avvincente

– C’è già molto con cui sbizzarrirsi e tanta carne al fuoco per il futuro

Più che un videogioco, Take on Mars è una vera e propria palestra conoscitiva: se da un lato questo senz’altro ne restringe l’appeal a una provvida nicchia di appassionati, dall’altro non ne intacca minimamente fascino e potenziale che solo un titolo così peculiare può avere, aperto sia all’operato della community sia a future novità da parte degli sviluppatori: Bohemia ha già annunciato che presto il programma spaziale verrà allargato all’esplorazione umana, già in buona parte apprezzabile negli scenari multigiocatore. Detto che restano da risolvere un po’ di bug, già ora si tratta di un prodotto estremamente godibile, sempre che siate fan più di astronautica, robotica e geologia piuttosto che di fantascienza!

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