Un circuito mortale, interminabile (più di 60km) che è entrato per le sue peculiarità tecniche nella storia del motociclismo, arrivando in fine ad ospitare una delle competizioni più temute di sempre il leggendario Tourist Trophy. Niente a che vedere con il gioco dei Polyphony Digital e nemmeno con il plot di un film sci.-fi, no: questa è semplicemente la grande gara che si svolge sul tracciato dell’Isola di Man, ovvero la protagonista del nuovo gioco firmato Bigben Interactive. Alla Gamescom 2017 siamo entrati in contatto con il titolo per la seconda volta, cercando di capire a che punto siano i lavori e, sopratutto, le intenzioni e le ambizioni di questo gioco, sviluppato da un team di una cinquantina di persone. Abbiamo assistito a una presentazione hands-off ed ecco quindi tutte le nostre impressioni.
Non adatto ai deboli di cuore
Il panorama inerente ai videogame dedicati ai giochi di moto non è poi così ampio, per questo motivo TT: Isle of Man potrebbe rappresentare una ventata d’aria fresca per i fan del genere. Nonostante i presupposti, però, il gioco sviluppato da Bigben Interactive si propone come un’esperienza atipica e molto, molto simulativa. Stiamo parlando di una riproduzione totalmente fedele della competizione originale: ogni curva, zona e rettilineo è uguale alla controparte reale del circuito originale, che rappresenta di fatto il punto nevralgico dell’offerta. Il circuito dello Snaefell Mountain Course ospita dunque una delle competizioni più pericolose di tutte e cerca di riproporla il più fedelmente possibile, interpretando ludicamente quelle che sono le storiche problematiche sul circuito, che l’hanno reso, come già detto prima uno dei più pericolosi di sempre.Gli altri tracciati disponibili sono stati ricavati dall’enorme percorso, e saranno comunque ben più lunghi di tanti circuiti moderni, per sottolineare quanto il gioco sia completamente ed esclusivamente incentrato su questa competizione. L’altra particolarità è l’assenza della minimappa, solitamente utile a indicare la strada e a aiutare il giocatore nel susseguirsi delle curve. Il risultato è tasso di sfida molto impegnativo e rende la sfida possibile solo a patto di aver studiato a menadito il percorso; che ricordiamo essere tanto lungo che il campione in carica impiega solitamente 16 minuti per completare un giro, i videogiocatori che si cimenteranno per la prima volta con il circuito, ci è stato assicurato, non impiegheranno meno di 25 minuti.
Parliamo dunque di un’idea di game design se vogliamo originale e fortemente indirizzata ai conoscitori del Tourist Trophy, oppure ai gamer fortemente hardcore. L’offerta comprenderà anche le categorie Superbike, Supersport e Sidecar. Non abbiamo potuto toccare con mano il gioco, per via di alcuni problemi legati alla fisica che avrebbero reso davvero ardua una sessione hands-on. L’abbiamo però potuto ammirare giocato dagli sviluppatori: oltre ai già citati problemi di fisica (evidenti sopratutto nelle fasi di collisione), abbiamo potuto riscontare una sensazione generale inerente al gameplay che ricorda quella delle sfide più ardue per i titoli di genere motociclistico. Ogni curva o traiettoria dovrà essere affrontata con grande tecnica e precisione, pena la caduta o, semplicemente, l’andare fuori strada. I player amanti della progressione potranno anche cimentarsi in una modalità carriera abbastanza classica, che ci metterà nei panni di un pilota esordiente desideroso di vincere la gara dell’Isola di Man: ovviamente il processo richiederà tempo, rappresentato da una curva d’apprendimento tutt’altro che morbida, vista la complessità del tracciato. Dal punto di vista tecnico, infine, TT: Isle of Man non è certamente strabiliante, il motore grafico è lo stesso del prossimo WRC e, per quello che abbiamo visto, non offre particolari colpi d’occhio, piuttosto punta su una pulizia utile a potenziare il senso di realismo e immersività.