Se qualche mese fa vedevamo nella lineup il difetto più grosso di Switch, ora, dopo uno spotlight di soli 30 minuti, ci troviamo a gioire di fronte ai titoli che da qui a fine anno andranno a riempire le ore in compagnia della console neo-arrivata di Nintendo. La più grande sorpresa si chiama Super Mario Odyssey, perché anche se dopo il teaser al Direct di qualche mese fa prevedevamo un corposo aggiornamento, non avremmo mai pensato di poter vedere sullo schermo un rinnovamento così importante. Qualche minuto con il pad in mano, infatti, ci ha palesato come un idraulico, oramai all’anagrafe un po’ vecchiotto, possa ancora dettare legge nel mondo videoludico diventando manifesto di un modo di fare videogiochi in continuo divenire, sempre pronto a riscoprirsi e reinventarsi entrando nel cuore dei giocatori.
L’incredibile avventura di un super idraulico 30enne
La nostra prova ci ha portato ad avventurarci nei due mondi resi noti durante la fiera: quello cittadino di New Donk City e quello desertico di Sand Kingdom. Siccome la demo passata sotto le nostre grinfie era vittima di un tempo limite, abbiamo deciso di replicare più volte la nostra prova per riuscire a carpire più informazioni possibili.
Prima di tutto ci siamo fiondati in Sand Kingdom; lì ci siamo impratichiti con i comandi, in parte simili a quelli classici, in parte arricchiti dalla meccanica del lancio del cappello, più che fondamentale per affrontare ogni salto e ogni insidia in Super Mario Odyssey. Quest’ultimo infatti può essere lanciato nelle maniere più disparate o con la pressione di un tasto o con un movimento dei Joycon, correggendone la direzione in corsa o definendola prima della partenza a seconda del punto indicato dal nostro braccio. Facendolo scontrare con particolari nemici o elementi di gioco, ne prenderemo il controllo (fisicamente entrandone all’interno) diventando in grado di sfruttare le loro stesse abilità, nonché gli stessi movimenti. Per esempio, più volte abbiamo sfruttato le capacità di Pallottolo Bill per raggiungere zone più lontane della gittata massima di un nostro salto. Allo stesso modo, abbiamo utilizzato il cappello per prendere il momentaneo controllo delle statue dell’isola di Pasqua con gli occhiali da sole, così da poter individuare le piattaforme nascoste nel livello, che ci hanno condotto a tesori di diverso tipo, tra cui monete, monete del mondo e lune.
Le lune sono il motore della Odyssey: la nave che renderà possibile il viaggio per le diverse mappe di gioco. Ne troveremo in abbondanza, ma non sempre sarà facile scovarle tutte, visto che alcune saranno raggiungibili solamente sfruttando passaggi segreti o completando minigiochi non così semplici.
Le monete classiche invece sono la valuta utile per comprare oggetti e vestiti. Soprattutto questi ultimi saranno importanti per completare tutte le attività all’interno di una singola mappa, perché spesso ci verrà chiesto di avere un determinato outfit per accedere a una sezione di gioco inedita.
Le monete del mondo permettono invece di fare la stessa cosa, ma soltanto all’interno del negozio collocato nella stessa zona.
Go, go gadget cappello!
Oltre alla meccanica della cattura con il cappello, il copricapo potrà essere utilizzato per prolungare il salto, già di suo differenziato rispetto al passato con le varianti di salto lungo e salto normale: un insieme di elementi che se combinati nella giusta maniera potrebbero aprirci la strada verso nuove aree della mappa.
Ogni tanto sarà possibile anche passare dal 3D al 2D in occasione dei tubi verdi che ci proietteranno sulla superficie delle pareti in cui sono incastonati, catapultandoci indietro nel tempo per i pochi secondi che serviranno a completare queste brevi sezioni.
In New Donk City, invece, siamo stati sopraffatti dal numero di minigiochi divertentissimi a disposizione che ci hanno rubato parecchio tempo prezioso per la prova, mentre lanciavamo il cappello a destra e a manca per riuscire a scoprire qualche via segreta che ci aprisse la strada verso una luna o un tesoro nascosto. Dal vicolo più sperduto siamo giunti a una sezione platform che neanche ci saremmo aspettati, colpendo un fiore lo abbiamo aperto per farci da trampolino di lancio verso un tetto ancora inesplorato.
La cosa più bella infatti di Mario Odyssey è la libertà con cui possiamo affrontare tutte queste diverse attività, assolutamente totale.
Più cerchi, più trovi
Sempre tornando a Sand Kingdom abbiamo provato ad affrontare due tipi di run completamente diverse, la prima volta abbiamo seguito il tutorial e la retta via, e ci sembrava di aver visto già gran parte della mappa di gioco. La seconda volta, per sfizio, ci siamo fiondati subito a destra, senza una particolare guida, se non un’aquila che volava in quella particolare direzione. Subito dopo una duna, abbiamo trovato un’oasi con tante piccole attività da svolgere e le abbiamo svolte fino al ritrovamento dell’indizio successivo che ci ha portato avanti nell’esplorazione di una mappa, che solo dopo la pressione del tasto dedicato alla sua apertura si è rivelata ben più grande del previsto. Tra l’altro questa è realizzata nelle forme di un volantino turistico, indicando tutti i punti imperdibili, e anche delle curiosità che potrebbero aiutarci nel comprendere in men che non si dica alcune peculiarità del gameplay di una zona o dell’altra. Esplorando un’area, dopo aver raggiunto un checkpoint, ripartiremo da quello in caso di morte, che sopraggiungerà qualora dovessimo essere colpiti per tre volte o cadere in un burrone. Le bandierine dei checkpoint attivate segneranno anche i punti di arrivo per il warp, in cui potremo andare in ogni momento senza limitazioni istantaneamente.
– Incredibile design delle mappe
– 30anni e non sentirli
– Scoprire tutti i segreti stuzzica la mente
– Ricchissimo di minigiochi e features
Super Mario Odyssey ci ha stupito oltre ogni aspettativa, la capacità di reinventarsi di questo idraulico trentenne, capitolo dopo capitolo, è a dir poco sorprendente. Da un concept classico, è bastato un cappello per cambiare le carte in tavola, pur mantenendo un level-design che dal poco che abbiamo visto sa ancora fare scuola. Tanti minigiochi inaspettati, tantissimi segreti, ma soprattutto un mondo che si apre alla libertà del giocatore per un titolo che potrebbe davvero diventare la goccia definitiva nel vaso che segna il punto di acquisto di Switch per molti giocatori a partire dal 27 ottobre di quest’anno.