Crusader Kings, Europa Universalis, Victoria, Hearts of Iron. La corazzata tattico-strategico schierata negli ultimi tempi da Paradox farebbe tremare i polsi a chiunque, ma evidentemente non al produttore e sviluppatore svedese, che dopo il grande successo delle sue serie ha voluto fare uno step ancora più grande e impegnativo con Stellaris. Presentato e svelato nei giorni scorsi alla Gamescom di Colonia, con tanto di evocativo trailer di annuncio che pur senza svelare alcuna scena di gameplay ci ha già fatto crescere un hype esagerato, Stellaris rappresenta forse la più grande scommessa del team svedese, che dopo anni di richieste da parte dei fan si è finalmente buttato su uno strategico-tattico-gestionale ambientato nello spazio profondo. Al momento di scrivere il gioco è in fase alpha, ma a Colonia si è già visto qualcosa e alcuni membri di Paradox si sono concessi volentieri alla stampa per illustrare questa sorta di Europa Universalis con gli alieni.
È pieno di stelle
Descrizione forse un po’ ad effetto e non del tutto veritiera, ma che ci serve per esprimere al meglio due concetti fondamentali di Stellaris, ovvero la vastità e la complessità del gameplay e la centralità delle razze aliene. All’inizio del gioco dobbiamo sceglierne uno tra le otto disponibili, ma volendo possiamo crearne una da zero scegliendo tra i tantissimi trait offerti dal gioco. Non solo da un punto di vista fisico ed estetico (e già qui le possibilità di incroci saranno tantissime), ma anche optando per un particolare tratto religioso, filosofico, storico, culturale, scientifico e tecnologico. Tutte caratteristiche che si riveleranno poi fondamentali nel corso del gioco, giusto per ribadire la ricchezza e la profondità di un gameplay che possiamo descrivere come diviso in tre parti. All’inizio del gioco il nostro compito sarà quello di esplorare e colonizzare lo spazio, scoprendo pianeti e altre razze, inviando le unità in superficie per raccogliere risorse e costruire unità ed edifici. E già qui Stellaris promette faville, visto che si parla già di migliaia di sistemi (ognuno con pianeti in abbondanza) e di razze aliene generate proceduralmente unendo, proprio come nella nostra scelta iniziale, decine (se non centinaia) di diverse caratteristiche. Avremo così a che fare con alieni bellicosi o pacifici, con sostenitori di una certa religione o con razze sviluppatesi grazie ai loro avanzati ritrovati tecnologici. A questo prima sezione esplorativa e colonizzatrice ne seguirà poi una seconda (definita come sezione “di mezzo”) dominata dalla gestione del potere e dalla diplomazia, due concetti che i fan dei giochi Paradox dovrebbero ormai conoscere molto bene. A questo proposito sviluppatori hanno parlato proprio di un’esperienza sullo stile di Europa Universalis IV, con tanto di federazioni, commercio, alleanze e controllo dei confini.
Catastrofi spaziali
Altri elementi di interesse sono gli strumenti per personalizzare le navi spaziali (ce ne saranno di decine di tipi), l’albero tecnologico e di ricerca diviso nei campi della fisica, dell’ingegneria e del sociale e tre modalità di spostamento della nostra flotta, ognuna con caratteristiche proprie a livello di velocità libertà di movimento e infrastrutture necessarie. Addirittura gli sviluppatori hanno parlato, come terza sezione temporale del gioco, di vere e proprie catastrofi. Quando insomma ci saremo espansi quasi a un punto tale da essere i dominatori dell’universo, qualcosa di brutto (ma molto brutto) potrebbe accadere e riaprire l’intero scenario di gioco. Un improvviso buco nero da cui fuoriesce una potentissima razza aliena mai vista prima, una rivolta dei robot su un pianeta dove abbiamo condotto studi di intelligenza artificiale particolarmente efficaci o altre situazioni dalle conseguenze appunto catastrofiche. Per quanto riguarda invece i combattimenti, Paradox offrirà un’unica schermata dove avverranno gli scontri, in modo da non complicare troppo le cose per i giocatori e da non distrarli in modo eccessivo.
Space Universalis
Non si è ancora capito bene se avremo una certa libertà di manovrare la flotta o se ci sarà anche qui, come in altri recenti strategici, la possibilità di delegare tutto all’IA del gioco e di limitarsi a osservare la battaglia in modalità spettatore. La cosa certa è che alcuni rottami delle navi nemiche potranno essere raccolti dai nostri scienziati per essere studiati e adattati alla nostra tecnologia, altro elemento a dir poco stuzzicante se pensiamo a ciò che comporterà questo mix di tecnologie. Paradox punta comunque a rendere tutti questi spunti di gioco i più abbordabili possibili sia a livello di interfaccia, sia come gestione e sarà proprio questa a nostro avviso la sfida più grande che lo studio svedese si troverà di fronte nei prossimi mesi. Mesi che serviranno anche a migliorare e ad aggiustare il comparto grafico, che da quanto visto nei primi screenshot rilasciati dovrebbe comunque essere il migliore in assoluto nella storia ormai quindicennale di Paradox. La data di uscita di Stellaris è ancora top secret, ma vista la vastità del gioco non ci stupiremmo se il tutto slittasse al 2017 o comunque a fine 2016. Poco male. L’importante è che Paradox ci consegni quell’epopea spaziale che è sempre mancata nella sua line-up e che, con simili premesse, non può che far sperare già ora in un gioco imperdibile per gli amanti del genere.
– Il gioco si preannuncia davvero mastodontico
– Razzie aliene create proceduralmente
– Chi non vorrebbe un Europa Universalis nello spazio?
Stellaris si preannuncia già ora come il titolo più ambizioso nella storia di Paradox, che in quanto a produzioni complesse e mastodontiche sul versante strategico non scherza affatto. Aspettiamoci davvero di tutto tra alieni, pianeti, viaggi nel cosmo, tecnologie avveniristiche, diplomazia e guerra, esplorazione e colonizzazione, risorse da collezionare e catastrofi da affrontare. Il tutto con un comparto grafico che si preannuncia ottimo e con l’intenzione, da parte del team svedese, di rendere il tutto il più abbordabile e meno elitario possibile.