Silent Hill Origins
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a cura di Dr. Frank N Furter
Silent Hill è una di quelle saghe considerate “storiche” da tutti gli appassionati. Quando fu annunciato il capitolo/prologo in esclusiva per PSP, furono in molti a criticare la scelta della Konami. I motivi erano legati al fatto che la console portatile Sony non aveva la stessa diffusione della sorella maggiore, di cui molti fan erano possessori. Vedendosi negata la possibilità di gustare questo nuovo tassello del “Silent Hill mosaico”, tanti videogiocatori si sentirono traditi da mamma Konami. Fino a quando, pochi mesi dopo l’uscita su PSP, venne annunciato il tanto agognato porting su PS2 facendo la felicità di tanti seguaci della serie.
La nascita dell’incuboLa storia narra le vicende di Travis Grady, un camionista burbero solo al mondo con un passato che non vuole ricordare. Durante uno dei suoi spostamenti verso la città di Brahams decide di passare attraverso Silent Hill per prendere una scorciatoia e risparmiare tempo. Le condizioni atmosferiche sono pessime: c’è vento, piove copiosamente ed è buio pesto. Mentre Travis è preso dai suoi ricordi d’infanzia, sicuramente non tranquilli, di colpo riapre gli occhi e vede una figura di donna attraversare la strada. Inchioda, scende per controllare, ma non trova nessuno. Allucinazione? Una birra di troppo? Sta di fatto che Travis è ormai vittima di Silent Hill; l’unica possibilità rimastagli e andare avanti e sopravvivere all’incubo che lo aspetta. Queste sono le premesse per una storia interessante, soprattutto per gli amanti della saga, i quali avranno sicuramente notato l’analogia con la presentazione del primo capitolo di Silent Hill uscito nel lontano 1999.
Specchio, specchio delle mie brame…Dimenticatevi di spettri, candele esorcizzanti, buchi nel bagno e di tutto quello che ha caratterizzato, nel bene e nel male, il quarto episodio della serie. In Origins tornerete al gameplay classico dei primi Silent Hill, ma questo non vuol dire che non siano state introdotte delle novità di rilievo. Travis è un camionista, un tipo tosto, uno che quando c’è da “venir alle mani” non si tira indietro. I vostri pugni saranno la vostra prima arma d’attacco, ottimi per risparmiare munizioni e salvaguardare gli altri “strumenti da lavoro”. Nonostante il diverso approccio al gioco tra il prologo e Silent Hill 4, sono state conservate delle features di quest’ultimo riguardanti la gestione dell’inventario e la “durata” degli oggetti. Utilizzando più volte il martello, alla fine si romperà sparendo dalla lista delle armi disponibili. La “salute” di queste ultime è indicata da una croce inizialmente verde che, con l’uso continuo, diverrà prima gialla e infine rossa. Volendo allargare il concetto di “arma”, i ragazzi della Climax hanno pensato bene di dare a Travis la possibilità di raccogliere numerosi oggetti e utilizzarli contro gli abomini che affronterete. Piccoli televisori, bottiglie di vetro, bastoni di legno, appendiabiti e molti altri oggetti ancora saranno disponibili per rendervi la vita più facile. Altra aggiunta non indifferente è la presenza dei Quick Time Events. Inventati da Yu Suzuki con Shenmue, al giorno d’oggi sono presenti in molte produzioni d’alto livello. In Origins riuscire a premere il pulsante giusto al momento giusto non procurerà nessun danno extra ai mostri, ma sarà utile solo per non subirne. La novità di questo nuovo capitolo risiede nello spostarsi in qualsiasi momento dalla “dimensione reale” a quella “oscura”. Mentre nei passati Silent Hill era la storia ad imporre in quale delle due si giocasse, ora le cose sono diverse. Tramite degli specchi potrete traslare a vostro piacimento da un piano all’altro. Ovviamente questa meccanica porta con sé nuovi modi di giocare. Nelle due dimensioni le stanze aperte e chiuse saranno diverse, così come i corridoi, alcuni inaccessibili in un mondo ma liberi nell’altro. Il vostro obiettivo sarà quello di districarvi tra i due livelli d’azione in modo da uscirne fuori vivi e vegeti.
Un porting fatto bene ?Da quello che abbiamo potuto vedere, il comparto grafico ha subito delle migliorie anche se ci saremmo aspettati di più di quanto ci è stato mostrato. I volti ora sono definiti e gli effetti luce non soffrono più dello schermo “troppo luminoso” della PSP. La colonna sonora anche stavolta è stata affidata al maestro Akira Yamaoka, un nome una garanzia. I controlli ci hanno lasciato un po’spiazzati. Nella versione originale su console portatile, c’era un fastidioso problema di gestione della telecamera. Ci saremmo aspettati che la seconda leva analogica del Dualshock fosse stata utilizzata per aggiustare la visuale in ogni momento. Purtroppo tale modifica non è stata apportata ma confidiamo di trovare questa comoda soluzione nella versione finale del titolo.
Considerazioni finaliSilent Hill Origins sembra fatto appositamente per i fan che non lo hanno potuto giocare su PSP. Il lavoro dei ragazzi della Climax ci è parso più che buono anche se presenta ancora qualche sbavatura. Maggio è vicino, c’è poco da aspettare e capire se questo porting valga la pena di essere provato. Di certo la Konami avrebbe potuto inserire qualche extra per rendere il titolo ancora più appetibile; speriamo che il prezzo del gioco sia contenuto in modo da essere accessibile ad una fetta ampia di giocatori. Vi rimandiamo alla recensione della versione completa del gioco sempre sulle “pagine” di SpazioGames.
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