Ormai da qualche anno l’industria videoludica giapponese sta attraversando un periodo piuttosto buio. Tra l’immagine di Winning Eleven ormai eclissata dall’ombra di FIFA, un Hideo Kojima che un po’ trascura il proprio personaggio tra remake, compilation HD e incursioni nel genere action, il brand di Silent Hill continua a possedere un potenziale da non sprecare. A sostegno di una console che ancora stenta a decollare, la nuova incarnazione della serie arriverà su PS Vita, macchina potente e molto interessante dal punto di vista creativo grazie alle sue innumerevoli feature. Ciò nonostante, il ritorno di Silent Hill è molto diverso da quanto potremmo immaginare.
Isometria e azione
Esiste una recente tendenza da parte dell’industria giapponese che sta portando i developer a modificare i generi di nascita di molti franchise per virare verso elementi più tipicamente occidentali come l’action o lo shooter. Se da una parte tali esperimenti portano a innegabili capolavori – come i recenti Vanquish e il frenetico tatticismo di Xenoblade Chronicles – i prodotti in questione sono indissolubilmente legati alla tradizione nipponica, basti pensare ai giochi sopra le righe di Goichi Suda, al sublime cuore JRPG di Xenoblade o al palese citazionismo di Vanquish. Nella maggior parte dei casi però decisioni di questo tipo portano a lavori ibridi e convincenti solo a metà, come palesato dalle ultime incarnazioni di Resident Evil.
Un gameplay che osa
Silent Hill: Book of Memories non è un survival horror. Il gioco rientra nella categoria action con visuale isometrica, un genere molto lontano dalle origini della serie. Prescindendo dalla ambientazione lo stile potrebbe ricordare molto Diablo, confronto paradossalmente sensato se andiamo a guardare le caratteristiche del gameplay. La casa madre ha infatti voluto sottolineare con una certa enfasi l’aspetto multiplayer cooperativo del titolo. Tre nostri amici avranno modo di accompagnarci durante l’avventura e, nonostante la cosa non sia ancora stata confermata, oltre al gioco in locale è possibile che il titolo supporterà anche il gaming via Internet, ipotesi avvalorata dalle numerose immagini di gioco rilasciate dalla società, che mostrano un cospicuo numero di fumetti e baloon sopra le teste dei personaggi. Espedienti di questo genere sono stati utilizzati più volte in passato in altri titoli console, onde sopperire alla naturale mancanza della tastiera. Da quanto mostrato fino ad oggi non sarà possibile formulare frasi o parole, ma saremo vincolati all’uso di immagini o icone per esprimere i nostri pensieri. Si tratta quindi di un sistema molto semplice e altrettanto immediato, utile anche a superare un’eventuale barriera linguistica che potrebbe venire a crearsi tra giocatori di diverse nazionalità.
Altro elemento in comune con Diablo è la personalizzazione del personaggio, con tanto di punti esperienza, potenziamenti alle armi e all’equip.
L’hud del titolo appare sufficientemente funzionale, grazie ad una impostazione strutturale che ricorda quella dei giochi di ruolo online. Nell’angolo in alto a sinistra dello schermo potremo quindi vedere la nostra barra di energia, sotto cui verranno mostrate le armi attualmente in uso – potremo maneggiarne fino a due simultaneamente -. Scendendo sul lato sinistro dello schermo potremo invece avere informazioni sullo stato di salute dei nostri compagni. Sempre a sinistra, guardando ancora più in basso, una comoda minimappa ci mostrerà una piantina delle aree limitrofe, seguendoci nei nostri spostamenti ed aiutandoci ad orientarci in luoghi che, ambientazione a parte, sembrano strutturati come dei veri e propri dungeon. La barra degli HP dell’avversario che stiamo combattendo sarà invece sempre visibile nella zona centrale dello schermo, in basso.
Potremo utilizzare vari tipi di strumenti di morte, che includeranno sia pistole e fucili che armi bianche come coltelli e pugnali. Pare che gli sviluppatori non abbiano comunque voluto improntare il gameplay su ritmi eccessivamente hollywoodiani, limitando pesantemente il numero di munizioni disponibili e costringendoci quindi ad una certa parsimonia. In nostro soccorso giungeranno le armi corpo a corpo, che però saranno soggette ad usura e tenderanno a rovinarsi e a divenire inutilizzabili. Per questo motivo dovremo cercare di sostituirle quando possibile con ciò che troveremo durante le nostre peregrinazioni, assicurandoci che la qualità dei nostri mezzi di difesa sia tale da garantirci la sopravvivenza.
Potenza mal sfruttata?
Numerose perplessità riguardano al momento l’aspetto tecnico del gioco, ben lungi dall’essere un capolavoro artistico, ma anche semplicemente incapace di sfruttare le potenzialità hardware della console su cui gira. PS Vita ha già più volte mostrato i propri muscoli, per questo motivo risulta difficile giustificare una qualità così altalenante in un simile franchise. Al momento gli unici elementi che sembrano realizzati con cura sono gli effetti speciali e le fonti di illuminazione, ma tutto il resto è decisamente da rivedere. La risoluzione di buona parte delle texture è bassa, ed esse appaiono slavate, in molti ambienti poco definite e approssimative. Il gioco si muove con una certa fluidità, ed è ipotizzabile che gli sviluppatori abbiano voluto concentrarsi su questo aspetto proprio per agevolare l’eventuale net code. Manca ancora un po’ di tempo prima della release, ma è improbabile che da questo punto di vista avverranno stravolgimenti di sorta.
– Vento di novità per il brand
– L’esperienza multiplayer sembra interessante
– Introduzione di elementi ruolistici
Silent Hill: Book of Memories è uno spin off di una serie famosa, nonché una coraggiosa incursione del brand in un genere diverso. Il nome di Silent Hill rimane, così come parte del lore, ma il sistema di gioco è del tutto differente rispetto a quanto ci aspetteremmo. L’idea di un titolo multiplayer da giocare su console portatile può essere allettante, ma tutto dipenderà da come gli sviluppatori riusciranno ad amalgamare gli elementi tipici della serie col nuovissimo gameplay. Al momento ci auguriamo vivamente che l’aspetto estetico del gioco venga quantomeno rivisto, anche perché la potenza non manca, non sfruttarla sarebbe davvero un peccato.