A circa un mese dall’arrivo sul mercato, Ride 2 torna a mostrarsi in una sessione di hands-on della durata di due ore, che ci ha permesso di capire a che punto Milestone è arrivata con lo sviluppo della sua IP di punta, che ha debuttato un anno e mezzo fa sulle console dell’attuale generazione. Cercando di migliorare quanto offerto con il suo precedente prodotto, un simulativo che non è riuscito a convincere l’intera platea videoludica, la software house lombarda punta ora a un feedback migliore da parte dell’utenza, imparando dagli errori commessi e migliorando la formula proposta nel 2015. Dopo Valentino Rossi The Game, quindi, che avrebbe dovuto rappresentare la summa produttiva di Milestone e anche il canto del cigno dell’ultimo motore grafico proprietario, rieccoci in pista sulle due ruote dell’azienda lombarda.
Vecchio motore, problemi nuoviLa build da noi provata non era quella definitiva, come ci è stato spiegato dagli sviluppatori, che sono ancora al lavoro per apportare alcune modifiche sostanziali, soprattutto all’IA, tallone d’Achille anche della prima versione di Ride e abbastanza traballante anche in questo sequel. L’obiettivo è quello di perfezionarne la fisica, nonché il feeling con la pista: ci è stato fatto notare, per esempio, che nella pista in Galles molti dei piloti si lasciavano cadere in maniera poco reale, così come noi stessi abbiamo notato che sovente è impossibile, nell’impatto con qualche altro pilota, sbilanciare l’avversario in pista e vederlo frantumarsi al suolo. Avere pertanto un IA più performante è uno degli obiettivi che Milestone, da qui alla release, si preoccuperà di soddisfare, per arrivare a un prodotto quanto più vicino alla perfezione. Un altro aspetto che abbiamo potuto notare, in qualsiasi gara o campionato affrontato, è la grande disparità di moto che si palesa tra la nostra e quella degli avversari: non è tanto l’acquisto costoso che vi permetterà di avere la meglio in Ride 2, bensì la capacità di ritoccare il vostro veicolo e metterlo in pista con una messa a punto che vi possa permettere di competere al meglio con gli altri piloti. Spesso ci è infatti capitato di avere la più potente delle cilindrate dalla nostra, ma di non riuscire comunque a precedere tutti gli altri piloti, capaci anche di arrivare in staccata con molta più velocità di noi e avere un’accelerata poco credibile in uscita da una curva: una problematica che inizialmente, se cercheremo di scendere in pista con una moto da concessionaria e non ritoccata, potrebbe risultare frustrante, ma che potrete risolvere con un po’ di attenzione nei dettagli. Oltre alla customizzazione della moto, con un numero di componenti che riesce a superare il migliaio e ci permette pertanto di soddisfare le necessità di tutti, potremo andare a personalizzare anche il nostro alter-ego virtuale. Oltre all’abbigliamento, che può essere modificato in colorazione, caratteristiche, dettagli e annessi, sarà possibile anche scegliere il sesso e il nome, oltre alle naturali provenienze etniche e colore della carnagione. La scelta, per quanto possa sembrare precisa, è meramente estetica e non va ad aggiungere nulla al gameplay: pertanto se pensate che rendervi leggerissimi e magrissimi possa darvi più aerodinamicità, sappiate che siete in errore, perché non c’è alcun tipo di differenza a seconda di chi pilota la vostra moto. Oltre all’aspetto estetico potrete anche modificare l’approccio di guida, che vi permetterà di regolare l’angolatura dei gomiti, l’apertura delle spalle o anche l’impostazione del busto, oltre che la curvatura della schiena quando avrete le mani salde sul volante. Aspetti, anche qui, che sono prettamente estetici, ma riescono comunque a rendere variegata la vostra presenza online.
Occhio all’arcadeLa nostra prova ci ha permesso di toccare qualsiasi tipo di modalità, per andare incontro alle necessità di chi si chiede cosa sarà possibile fare in Ride 2 oltre alle classiche gare veloci. Partiamo col ricordare che anche in questa versione ci sarà il multiplayer, esclusivamente incentrato sulle gare veloci: non ci sono tornei né campionati, ma rimanendo nella stessa lobby è possibile restare in ogni caso in lista e avere la parvenza di un continuum di sfide. Il massimo di giocatori a disposizione è fissato a dodici, gli stessi del primo Ride, e nel caso in cui non si dovesse raggiungere il numero massimo vi saranno dei piloti gestiti dall’IA a supporto. Per il multiplayer locale, invece, si ha la possibilità di gestire lo schermo condiviso, che non abbiamo avuto modo, però, di provare e di testare. Concentrandoci invece sul single player abbiamo affrontato un paio di gare di campionato, chiaramente suddivise in base alla tipologia di moto a nostra disposizione, moto che possono essere sia acquistate che prese in prestito, a seconda dei crediti a vostra disposizione, ottenibili vincendo le gare o completando le sfide giornaliere e settimanali. Oltre queste erano presenti chiaramente le gare veloci, già citate, e le vere e proprie sfide sul lungo periodo, tra cui appunto gli eventi della stagione. In pista il feeling con l’asfalto è sicuramente migliorato e riesce a offrire maggior aderenza della gomma con il tracciato, allo stesso tempo è apprezzabile il movimento del nostro pilota a bordo della moto: in fase di cambio di direzione sarà necessario attendere del tempo variabile per potersi inclinare verso la prossima curva, aspetti che si esaltano soprattutto in rapide curve a S, che richiedono uno sbilanciamento rapido a sinistra e a destra. Abbiamo apprezzato, poi, la resa dell’asfalto sul bagnato, denotando maggior difficoltà nel gestire le due ruote e anche la visibilità: la precisione che dovremo tenere in questo frangente è altissima, perché al minimo errore, di sbilanciamento o di accelerazione che sia, potremmo cadere a terra. A venirci incontro ci sono gli infiniti rewind, che inficiano l’aspetto simulativo del titolo e strizzano l’occhio all’arcade, ma anche tale aspetto, disattivando qualsiasi tipo di aiuto a vostra disposizione, può essere facilmente rimosso. Ancora da rivedere, però, è l’impatto grafico del titolo, che per quanto sia migliorato rispetto al primo capitolo, ha ancora degli aspetti poco convincenti: al di là degli artifici grafici della visuale in prima persona, ad esempio, che vede la visuale fissa su un punto e non in linea con le inclinazioni del corpo, alcuni dettagli ambientali non riescono a soddisfarci al meglio. Il colpo d’occhio generale è sicuramente lodevole, soprattutto a fronte del fatto che il motore utilizzato, ribadiamo, è il medesimo degli ultimi anni, che è, a conti fatti, quello che viene utilizzato da troppi anni. A livello macroscopico, insomma, Ride 2 riesce a soddisfare, ma è nel microscopico che si mostra lacunoso.
– Più contenuti rispetto al precedente
– Buono il colpo d’occhio grafico
Ride 2 è afflitto ancora da qualche problema collegati all’intelligenza artificiale, che ha ancora bisogno di qualche ritocco, che ci è stato comunque promesso. Allo stesso modo una patch al day one ci permetterà di apprezzare alcune migliorie che verranno apportate nel corso di questo mese: nulla di impossibile da correggere, ma l’esperienza, chiaramente, rimane la stessa che abbiamo potuto constatare nelle nostre due ore di prova. Il nuovo titolo di Milestone soffre dalla scelta di affidarsi ancora una volta al medesimo motore del precedente capitolo e pecca nel suo non aver compiuto un salto di qualità importante e atteso. Permane comunque la convinzione che i fan delle due ruote avranno anche quest’anno il loro titolo di riferimento e potranno godere di un parco moto indubbiamente allargato e pregno di novità, oltre che di contenuti. L’appuntamento è con la nostra recensione, i primi giorni di ottobre.