La telenovela di Project CARS sta per giungere a un termine. Perché questo gioco, inizialmente previsto per lo scorso autunno, ha dovuto sopportare una serie di rimandi e di litigi interni alla già vastissima community tanto da suscitare alcune reazioni scomposte da parte del web. Ormai ci abbiamo fatto il callo, e siamo soliti prendere con le pinze le giustificazioni degli sviluppatori. Ma, dopo avere visto l’ultima build PS4 di Project CARS, abbiamo dovuto ricrederci: in questi ultimi sei mesi, le cose sono cambiate in maniera radicale. In meglio, a quanto pare.
Warm Up
Al Namco Level UP 2015 abbiamo avuto l’opportunità di trascorrere alcuni minuti di fronte alla versione console del gioco e, ancora una volta, siamo costretti a segnalare l’assenza di un volante alla postazione di test. Nessun complotto: questa volta la scelta era dovuta a meri motivi di spazio nel luogo dell’evento, e ci assicurano che il gioco è compatibile con tutti i volanti PS4 in commercio (“…e capirai” – direte – “ce ne sono tre in croce!”). Non possiamo dunque esprimere giudizi approfonditi sul modello di guida, ma possiamo parlarvi del generico feeling che il gioco sa trasmettere, oltre che dei contenuti.
Partiamo da questi ultimi: Project CARS è un gioco di una vastità impressionante. Parliamo di quasi settanta auto e di oltre cinquanta circuiti, ognuno dei quali ha spesso più di una variazione. La gran parte dei circuiti è stata meticolosamente ricreata a immagine e somiglianza della controparte reale, e un buon numero di piste ha la licenza ufficiale. È un vero piacere scorrere fra i vari elenchi di auto e piste, e abbiamo perso qualche minuto nell’ammirare la varietà di contenuti presente in questo gioco.
Per il nostro test, visto il poco tempo a nostra disposizione, abbiamo scelto di pilotare un’auto che conoscevamo su di una pista sulla quale abbiamo corso davvero. Di conseguenza, abbiamo infilato le nostre chiappe virtuali sul sedile di una BMW M3 nel circuito di Brands Hatch, variazione indy. Si tratta di un circuito breve, inferiore ai due km di lunghezza, con caratteristiche tecniche interessanti. In particolare, il circuito si apre con la Paddock Hill Bend, una curva a destra con un rapido cambio di pendenza che porta verso una discesa e una salita, che si conclude in prossimità della curva Druids. Questo piccolo pezzo di circuito è davvero emozionante dal vivo, giacché le sollecitazioni fisiche si fanno davvero sentire quando si spingono i 420 cavalli del V8 BMW.
Così, con un po’ di spavalderia, abbiamo preso la curva a una velocità ai limiti delle possibilità della nostra auto, finendo inevitabilmente per sbagliare la curva. Come prevedibile, Project CARS è un gioco simulativo che non perdona, e che non scende a compromessi per rendere la vita facile al giocatore. Chi ha il piede pesante finirà inevitabilmente a mangiare la polvere dopo pochi metri. Anche con i controlli di trazione e aderenza attivi, tenere in pista i bolidi del gioco è tutt’altro che una passeggiata, e in generale sarà necessario dimenticare e apprendere nuovamente il concetto di guida virtuale qualora veniate dal mondo semi-arcade dei vari Forza e Gran Turismo.
Il feeling delle auto è molto positivo, per quanto un giudizio definitivo dovrà essere rimandato alla prova con un volante. La risposta del motore ci sembra molto realistica, e abbiamo notato un’impressionante somiglianza del comportamento della vettura virtuale in accelerazione rispetto alla sua controparte in acciaio e pistoni. Grazie alla meticolosa ricostruzione degli interni e a un sound ben campionato, la sensazione di stare a bordo di una M3 era quasi perfetta, e siamo certi che gli appassionati di auto gioiranno per molti dei dettagli curati dagli sviluppatori di Project CARS. Elementi che, sei mesi fa, non avevamo notato e che ci confermano quanto questo ritardo abbia realmente fatto bene al gioco.
Dopo la pioggia, l’arcobaleno
Il momento in cui abbiamo realmente provato delle forti emozioni, però, si è svelato quando abbiamo scatenato una bufera sulla pista del circuito britannico. Gli effetti atmosferici di Project CARS lasciano a bocca aperta, e osservare la pista da un parabrezza inondato di gocce mentre l’aquaplaning ci impedisce di affrontare serenamente la curva 3 è una di quelle cose che lascia davvero il segno. Abbiamo toccato il cordolo reso viscido dalla pioggia, ci siamo girati di novanta gradi, abbiamo disperatamente tentato di controsterzare finendo inevitabilmente in coda al gruppo di auto. Quelle dietro di noi, sorprendentemente, hanno frenato e cercato di girarci attorno, svelando un’intelligenza artificiale ben più stratificata di quanto pensassimo.
L’idea di poter applicare una pletora di condizioni atmosferiche e il fatto che queste vadano realmente a modificare il modo in cui si affronta una pista lasciano intendere che Project CARS avrà bisogno di essere studiato a fondo, e ogni pista dovrà essere appresa in ogni condizione al fine di poter padroneggiare quanto questo simulatore vuole offrirci. Ne avremo per decine, più probabilmente per centinaia di ore.
– Modelli di guida realistici
– Ricchezza e varietà di contenuti
– Sistema meteorologico eccezionale
Se qualche mese fa il gioco ci lasciava qualche dubbio e i continui rimandi ci facevano temere il peggio, oggi siamo convinti che il gioco avrà davvero qualcosa da dire al momento della sua uscita. E, contro ogni più rosea aspettativa, avrà qualcosa da dire anche su console. Project CARS è un simulatore capace di colpire sia gli occhi che i polsi del giocatore, con una quantità di contenuti molto più vasta di qualsiasi altro simulatore in commercio e una cura davvero eccellente. Attendiamo con trepidazione l’uscita di questo gioco, ormai manca davvero poco.