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Project CARS 2

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a cura di Gottlieb

Il nostro arrivo a Sorsele, nel pieno della Lapponia svedese, a metà della scorsa settimana, è stato condizionato da un tacito accordo di far finta di non sapere quale sarebbe stato il quinto titolo della winter line up di Bandai Namco Entertainment. Eppure l’esserci dovuti munire di patente alla partenza e l’essere mentalmente pronti ad affrontare il circuito di Mercedes-Benz, che si estende sulla superficie ghiacciata del lago di Sör-Svergotransket, ci aveva fatto intuire che il publisher giapponese in pentola aveva pronto non soltanto lo stufato di renna mangiato durante la survival experience del primo giorno, ma anche Project CARS 2

Fuji SpeedwayLa versione provata, facciamo subito questa premessa, non era assolutamente completa o definitiva, e presentava soltanto tre circuiti e in tre modalità diverse. Nel dettaglio il primo era un fast track sul circuito di Fuji, a Shizuoka in Giappone, che ci ha permesso di constatare la bontà del titolo, che conferma tutto ciò che di buono aveva fatto il primo Project CARS migliorandolo in ogni suo aspetto. Le novità principali risiedevano nelle altre due modalità, sulle quali ci siamo concentrati maggiormente: la prima però, l’ice track, soffriva di un problema che, segnalato agli sviluppatori, è stato subito protagonista di un’ammissione di colpa da parte del team. Come dicevamo in apertura abbiamo avuto la possibilità di provare realmente cosa significa guidare su una distesa ghiacciata grazie alle attività organizzate da Bandai Namco insieme con Mercedes-Benz: il circuito di Sorsele, d’altronde, è presente anche in Project CARS 2 ed è stato proprio lo scenario utilizzato per l’ice track, che però ci è stato presentato con un grip che ha reso decisamente ingiocabile la pista. L’ammissione di colpa, come dicevamo, è stata completamente apprezzata, soprattutto grazie alla spiegazione di Ben Collins, il noto Stig di Top Gear UK che abbiamo avuto modo di intervistare insieme con Nicholas Hamilton, il fratello del ben più famoso Lewis. Collins, passato alla storia per essere stato il pilota misterioso che si lasciò smascherare dopo anni di carriera come The Stig, ci ha fatto notare innanzitutto che il circuito da noi utilizzato a Sorsele era stato decisamente lavorato per evitare di slittare su una lastra ghiacciata, quale è effettivamente il lago di Sör-Svergotransket, che sotto di sé ha appena sessanta centimetri di ghiaccio, ma che l’errore principale in cui sono incappati gli sviluppatori nel proporci questa demo era l’aver inserito una eccessiva componente di slittamento, alternandone la resa. Non ci dilunghiamo ulteriormente in questo aspetto, perché si è trattato, a tutti gli effetti, di un tentativo rischioso che apprezziamo e che siamo sicuri, vista anche la conferma di Collins circa l’esistenza di una nuova demo, avrà modo di mostrarsi meglio nei mesi a venire. L’ice track, escluso quindi questo aspetto di effettiva difficile guida, si è fatto apprezzare per lo scenario attorno a sé che effettivamente ha riprodotto fedelmente quello che ci ha ospitato per due pomeriggi di seguito tra drift nella neve, fuoripista e anche qualche imprecazione di troppo da parte nostra e del collega italiano col quale ci alternavamo alla guida. Proprio da qui, poi, è stato facile partire per apprezzare il sound design e tutto il lavoro che è stato realizzato dal team di Project CARS 2: come d’altronde spiegatoci dagli sviluppatori presenti – tra cui uno munito di un’app su smartphone per il water reminder che mi ha aperto una finestra su un mondo sconosciuto – il suono e tutti gli effetti annessi adesso hanno la possibilità di essere costruiti in 3D. Chiaramente avere un headset con sé ci permetterà di avere un feedback maggiore del normale audio, perché la riproduzione nello spazio del suono è davvero apprezzabile e il lavoro svolto è realmente tangibile. L’urto nella parte posteriore della vettura, durante la visuale interna, vi sarà riprodotto realmente alle spalle, così come avverrà per quello anteriore dinanzi ai vostri occhi. Già un primo grande pregio per il lavoro svolto, a diversi mesi anche solo da una beta del gioco finale. 

Dynamic weatherLa seconda modalità provata, che è definitiva modalità per comodità, ha visto come protagonista l’innovativo live track 3.0, un sistema dinamico di successione delle condizioni climatiche in maniera completamente procedurale, come confermato dagli stessi sviluppatori. La particolarità sta nel fatto che il cambio di meteo condiziona non soltanto la vostra gara nel momento in cui avviene la variazione, ma anche nei momenti immediatamente successivi, lasciando degli strascichi non indifferenti su ciò che accade in cielo e terra. Utilizzando sempre il comodo tracciato Fuji Speedway abbiamo lanciato la nostra gara su cinque giri con un comodo e agiato sole, che ci ha permesso di avere la visibilità giusta per affrontare la nostra sfida: poco dopo, con il cielo prontamente scurito, la pioggia ha iniziato a imperversare sul tracciato rendendolo decisamente bagnato e riempiendolo abbastanza rapidamente, a causa della violenza della precipitazione, di pozzanghere. Chiaramente la nostra guida ne ha risentito, con slittamenti e curve non pulitissime come in condizioni climatiche agevoli, ma una volta terminata la pioggia la nostra difficoltà non è minimamente scesa, perché nell’attesa che l’asfalto si asciugasse abbiamo dovuto continuare a lottare con quella che era l’acqua rimasta sul tracciato. Ovviamente questa successione abbastanza rapida, avvenuta in meno di cinque giri, è stata forzata dagli sviluppatori, che hanno condensato tutti i cambiamenti climatici in un solo momento, così da farceli sperimentare nel poco tempo a nostra disposizione: la promessa è che quando arriverà il momento di avere tra le mani il titolo in versione definitiva, il cambiamento climatico avverrà in maniera dosata e verosimile a quella che è la realtà quotidiana, con un alternarsi tale da essere più che reale. Chiaramente la variazione climatica, come è logico che ci si aspetti, ci condizionerà anche nell’assetto di gara, pertanto sarà fondamentale gestire i pit stop e cambiare la nostra strategia, così come le nostre gomme. Non era possibile farlo durante la versione testata a Sorsele, in Svezia, ma ci è stato confermato che la sosta ci sarà concessa ogni volta che vorremo, anche quando non necessario e legato esclusivamente alla nostra voglia di fermarci: il lavoro svolto in questo frangente è figlio anche e soprattutto del tempo che impiegheranno i vostri meccanici per effettuare un cambio. Per quanto, quindi, tendente al fedele, cercare di rendere realistici questi tempi è palesemente un azzardo, perché nessuno vorrebbe realmente aspettare svariati secondi per un cambio gomme durante una gara che, a conti fatti, non dura tanto quanto una vera. Tenendoli, quindi, scalati rispetto al normale, i lavori al pit stop rappresenteranno, come in una gloriosa e vecchia gara di Formula 1, il momento topico della gara. La sosta, poi, ci verrà incontro anche per ovviare ai danni subiti in pista, perché sebbene non fossero presenti nemmeno questi nella versione di prova, il team di sviluppo ci ha confermato che saranno presenti come nel primo capitolo, ma con una grande cura dei dettagli che promette di variare le dinamiche a seconda della tipologia di auto, che sia essa una GT o una con le ruote scoperte.

Off the trackSulle modalità di gioco presenti in Project CARS 2 ci siamo dovuti affidare a quella che è stata la lista degli sviluppatori intervistati: soltanto su una modalità non hanno voluto esprimersi, tenendola nascosta, mentre le altre, in single player, riproducono tutte quelle del primo capitolo, dalla Carriera fino al Time Trial, passando per il community event fino alla modalità multiplayer, che è il vero cuore dell’esperienza competitiva. Noi, nella nostra prova, abbiamo testato una modalità sostanzialmente libera, con altre vetture in gara, che ci chiedeva di concludere i nostri cinque giri a disposizione: abbiamo cercato di tenere sempre testa agli altri, ma qualche errore in entrata o in uscita delle curve ci ha penalizzato e costretti a cedere il passo, ma nonostante ciò abbiamo apprezzato a più riprese il grip dell’auto al terreno, così come l’ottima risposta ai comandi, gestiti tramite controller su PC. Chiaramente il suo essere una versione non ancora completa e ben lontana da quella che sarà la definitiva ci spinge a evitare lungaggini sulla risposta dei comandi, che verrà approfondita con un prossimo test più accurato. Per ora il nostro giudizio è più che positivo, soprattutto a fronte di quanto di buono aveva realizzato Project CARS sul mercato al suo arrivo. L’ultima chiosa la lasciamo alla modalità VR, che abbiamo avuto modo di testare anche con il supporto di una postazione con volante e pedaliera: il team ci ha messo a disposizione una versione su Oculus Rift, chiaramente con tutte le limitazioni grafiche del caso, che però ha risposto con un ottimo feedback alle nostre richieste, lasciandoci non eccessivamente in balìa del motion sickness. L’unico appunto da fare è che gli sviluppatori si stanno, attualmente, impegnato anche per una versione pensata per il PlayStation VR, ma con grande parsimonia e con una grande attenzione a ciò che sarà, hanno più volte ribadito che non è una promessa: ci proveranno, ma non è detto che ce la faranno, perché il loro principale obiettivo è quello di assicurare un’esperienza indimenticabile pad alla mano. Restiamo in ogni caso in attesa di maggiori dettagli a riguardo, pronti a goderci tutti i nuovi contenuti di Project CARS 2.

– Il live track 3.0 rende reale la gara

– Ottimo il supporto alla VR

– Un parco macchine immenso

Con più di 170 macchine con licenza, il più ampio roster di vetture mai presentato in un gioco di corse, il supporto alla VR e dei controlli per console rinnovati e migliorati, Project CARS 2, accanto al nuovo sistema del live track 3.0, si presenta sul mercato come un colosso dell’industria, pronto a fronteggiare con i più grandi successi del 2016, senza temere la concorrenza. Bandai Namco Entertainment stavolta ha messo davvero la freccia per il sorpasso e ci sentiamo di dire che nei prossimi mesi avremo molto da dire su questo nuovo fiammante titolo, in attesa di un ice track che ci faccia, come accaduto a Sorsele, nuovamente emozionare tra le neve e il ghiaccio.

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