La desolata isola ghiacciata in cui sarà ambientato Prey for the Gods non avrà forse lo stesso incanto mistico delle lande abbandonate di Shadow of the Colossus, ma appare certamente come un’ambientazione di grande fascino, un luogo impervio dove l’impresa che sarete chiamati a compiere assumerà i contorni di una sfida che ha dell’impossibile: per sopravvivere, dovrete annientare gli stessi dèi in cui credete.
Prey for yourself
In Prey for the Gods vi ritroverete ai confini di un mondo morente, divorato dalle nevi perenni di un inverno che sembra non avere più fine. Dovrete tentare di ripristinare il naturale equilibrio di una terra sull’orlo del collasso, affrontando problematiche alle quali persino gli dèi non saprebbero trovare una soluzione. Bisognerà sopravvivere, lottare, fronteggiare pericoli enormi e boss mastodontici, in maniera non dissimile da quanto visto nell’indimenticabile capolavoro di Ueda, combinando inoltre elementi di gioco che pescano a piene mani da titoli quali Deus Ex, DayZ e Bloodborne. In che modo verrà alla luce questo mix non è ancora chiaro, ma è evidente quanto l’accento più marcato sia stato posto sulle dinamiche che hanno decretato il successo di Shadow of the Colossus, che rappresentano già da adesso un motivo di vanto per gli sviluppatori di Prey for the Gods.
L’esplorazione sarà ben ricompensata ma presenterà anche degli enormi rischi: rimanere esposti al gelo è molto pericoloso anche se le impronte riusciranno in qualche modo a non far perdere del tutto l’orientamento, mentre avventurarsi lì dove la neve diventa più densa significa stancarsi ulteriormente e patire la fame. Considerando però che è vitale reperire del cibo, trovare riparo e organizzarsi per combattere, si capisce quanto Prey for the Gods non voglia essere solo un percorso di ricerca inframmezzato puntualmente da boss fight, ma anche una storia di formazione attraverso cui si attengono risultati solo coi sacrifici. Le condizioni atmosferiche dinamiche e il ciclo giorno/notte, inoltre, contribuiranno ad accrescere le insicurezze e porranno la protagonista in situazioni pericolose tanto quanto i giganti che dovrà affrontare.
Quello presentato da Prey for the Gods è in sostanza un mondo vasto, congelato, dove le nevi nascondono insidie e nemici, ma anche piacevoli e inaspettate sorprese, come templi arroccati, segreti e tesori. Il sistema di gioco che propone un’intensa esperienza legata alla capacità di sopravvivere, prevede anche l’assenza di una linearità di fondo, che si estende persino alle fasi di combattimento.
L’arte della guerra
Lungo le sezioni che precedono i momenti clou delle boss fight è importante saccheggiare i resti degli eroi caduti per ottenere provviste e armi, che possono aiutare a diversificare gli approcci al combattimento. Gli scontri sono rapidi, feroci e cambiano anche radicalmente da un nemico all’altro. Per avere la meglio sugli avversari sarà necessario scoprire e sfruttare a proprio vantaggio le loro debolezze, per poi arrampicarsi su di essi e sconfiggerli definitivamente. Potrete scansarvi con grande rapidità per evitare degli attacchi devastanti e reagire quando il momento diventa propizio; è possibile nascondersi, occultarsi alla loro vista, aggirarli e coglierli di sorpresa; si può usare la spada, un arco con le frecce (sempre molto limitate, ma estraibili dai corpi per essere riutilizzate), spostarsi a mezz’aria grazie all’uso di un rampino o combattere a mani nude. Insomma, in Prey for the Gods pare proprio che non mancherà la varietà, a differenza degli strumenti di difesa che latitano e che devono essere usati sempre con gran parsimonia e intelligenza. A tal proposito, ritornando a quanto detto poc’anzi, assume un ruolo primario la necessità di organizzarsi con attenzione ed equipaggiarsi nel migliore dei modi. L’eroina dell’avventura giungerà nel luogo di sventura coi soli vestiti addosso, con un assetto dunque inadeguato, e sarà compito del giocatore riuscire a mettere nelle mani della protagonista tutti gli strumenti necessari per sconfiggere gli immensi dèi che popolano le terre algide del mondo di gioco. Al comparto tecnico già buono e a quello artistico, assolutamente ispirato e valorizzato da una colonna sonora che ha già dato dimostrazione di grande bellezza, delicatezza e coerenza con le ambientazioni e la messa in scena, si accostano anche delle pregevoli animazioni. L’unico reale dubbio che aleggia attorno alla produzione è legato alla scelta di limitare i contenuti del gioco completo; la campagna Kickstarter, in questo senso, parla chiaro: se non verranno raggiunti gli obiettivi extra indicati nella pagina della campagna, il gioco verrà distribuito con soli cinque boss. Gli altri, in sostanza, devono essere commissionati dagli investitori: il sesto, il settimo e l’ottavo boss costano agli utenti la bellezza di centomila dollari ciascuno. Qualora non dovessero arrivare, rimane la paura che i contenuti dell’opera finale possano essere poco generosi.
– Le boss fight ricordano quelle di SOTC
– Elementi survival, meteo variabile e ciclo giorno/notte
Sebbene i punti in comune siano davvero tanti, Prey for the Gods non vuole essere il seguito spirituale di Shadow of the Colossus, ma vuole includere al suo interno diversi elementi da “survival game” che condizioneranno il cammino della protagonista prima di arrivare ai fatidici scontri con gli enormi boss. La campagna ha già raggiunto metà della cifra richiesta per finanziare il progetto, e siamo piuttosto convinti che i trecentomila dollari rappresentino un obiettivo facilmente raggiungibile.