Pirates of the Burning Sea
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a cura di umbojami
Diciamoci la verità: se siete amanti dei giochi di ruolo ma non del fantasy avrete già qualche difficoltà a soddisfare i vostri appetiti, se poi nutrite una particolare predilezione per i MMORPG avete vita davvero molto dura. Meno male che ogni tanto qualche novità viene presentata ed è proprio il caso di questo Pirates of the Burning Seas, sviluppato da Flying Lab Software, che promette di catapultare i propri utenti nelle acque caraibiche e di farci diventare il nuovo terrore dei sette mari. A dire la verità il gioco è in sviluppo da qualche tempo, vinse nel 2005 il premio come miglior grafica nel suo genere alla E3, ma solo ora il progetto ha assunto i suoi connotati definitivi ed è stata ufficializzata la data di uscita, giugno 2007.
Una buona commistione di generi ed ideeQuesto interessante prodotto non si discosta dalle altre produzioni del genere per la sola ambientazione piratesca. Assieme alle solite caratteristiche presenti in un GDR, che andremo poi a descrivere nel dettaglio, ci sarà la possibilità di combattere vere e proprie battaglie navali. Durante la navigazione infatti, verremo attaccati da una moltitudine di diversi nemici comandati dal computer o da altri utenti e dovremo scontrarci tramite un comodo sistema che permette di utilizzare attacchi e strategie in tempo reale ma che sfrutta nel contempo degli algoritmi che calcolano gli angoli di impatto, i danni e quant’altro serva a garantire grande realismo. Queste particolari sessioni potranno essere anche fatte in modo cooperativo con un amico, dividendosi gli ordini ed avendo così più tempo per riflettere.Descritta l’innovativa, per un MMORPG, sezione di navigazione resta il gioco vero e proprio. Gli sviluppatori hanno puntato molto sulla caratterizzazione del nostro alter ego virtuale che potrà contare, in sede di creazione, di una dozzina di differenti parametri e che comprenderà anche la scelta di un personale disegno che finirà sulla bandiera della nostra imbarcazione. Non dovrebbe esserci una scelta di classe diretta, comunque sarebbe solo indicativa, visto che si è optato per un sistema dinamico in cui, in base alle attività maggiormente praticate, guadagneremo punti esperienza e acquisiremo nuove abilità. Potremo quindi essere a capo di una nave dedita al commercio, al pirataggio ma anche divenire una delle poche a potersi fregiare del nome di corsara. La conclusione delle missioni a noi assegnate porterà un duplice effetto: oltre a guadagnare, come da tradizione, i sempre utili soldi, ci sarà data l’opportunità di conoscere parecchi personaggi comandati dal computer che decideranno se unirsi alla nostra ciurma in base al comportamento che terremo. Il mondo, si sa, è davvero molto grande e per questo tutti gli utenti potranno determinare di quale nazione fare parte. Questa scelta sarà molto importante dato che quando saremo nei territori, porti compresi, o nei tratti di mare comandati dalla nostra patria natale avremo delle agevolazioni e potremo accedere ad aree speciali. Per conquistare un territorio ci sono diverse vie percorribili: in primo luogo quando uno o più equipaggi di una certa fazione porteranno a termine determinate imprese questa guadagnerà dei punti che ne determineranno la forza in certe zone. Secondariamente sarà possibile tramite delle sfide in PvP, in cui saranno coinvolte moltissime unità, sottrarre le altrui zone conquistate.Tecnicamente dicevamo del premio ricevuto. Purtroppo nel frattempo altri giochi del genere sono stati presentati e sembrano godere di una maggior resa su schermo, Age of Conan e Warhammer su tutti. In ogni caso diversi fattori di interesse rimangono ed in particolare le navi ed il mare godono di effetti e modelli molto curati. Purtroppo alcune ambientazioni sono troppo spoglie e la sensazione generale è che in alcuni frangenti ci sia molto da lavorare.
Pirates of the Burning Seas è un prodotto oramai maturo, forse anche un po’ in ritardo, per invadere gli scaffali. Il gameplay unisce l’esplorazione e il progresso del nostro personaggio alle spettacolari battaglie navali, creando un mix che vanta elementi a dir poco unici. Sono ancora però da verificare alcuni fattori, come l’effettiva varietà e la presenza di stimoli nel lungo termine, oltre ad una tecnica buona ma non più sbalorditiva.
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