Pillars of Eternity - The White March part 1
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a cura di Gianluca Arena
Senior Editor
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: Obsidian Entertainment
- Piattaforme: PC , APPLE
- Generi: Gioco di Ruolo
- Data di uscita: 26 marzo 2015 - 8 agosto 2019 (Complete Edition su Nintendo Switch)
La nuova ondata di giochi di ruolo occidentali che riprendono la formula classica del genere (quella dei due Baldur’s Gate, per intenderci) ha riportato un intero movimento sotto la luce dei riflettori, e tra le software house cui va dato merito di non aver mai smesso di credere negli RPG c’è sicuramente Obsidian, autrice di un’infinità di titoli di qualità e specialista del genere.Da appassionato di lunga data, e dopo aver investito un’ottantina di ore del mio tempo in Pillars of Eternity, sono stato quindi assai felice di essere ospite della software house californiana, nel suo spazio espositivo all’ E3, per vedere in anteprima The White March – Part I, prima espansione ufficiale.
Di più, e meglioPrima ancora di cominciare, due notizie, una buona, l’altra meno: The White March – Part I è solo la prima di due espansioni ufficiali che si preannunciano estremamente corpose, tanto quanto lo erano quelle dei giochi “di un tempo”, e contrariamente, ahinoi, a molti dlc odierni.La notizia meno buona è che, a mia precisa domanda, il team di sviluppo ha escluso, quantomeno al momento e nel prossimo futuro, una versione console di Pillars of Eternity, che avrebbe permesso di godere di uno dei migliori giochi di ruolo degli ultimi anni anche a quanti hanno acquistato PS4 e Xbox One, o, semplicemente, preferiscono la comodità del loro divano alla postazione PC.Le informazioni rilasciate, sebbene non ci sia stata data occasione di giocare con mano la nuova espansione, sono state abbondanti e succose: tutte e undici le classi disponibili disporranno di comportamenti nuovi e routine di intelligenza artificiale arricchite, capaci di comportarsi diversamente a seconda delle situazioni, e, in aggiunta, il level cap sarà portato al livello quattordici, con un incremento di due che è abbastanza significativo, vista la lentezza con cui si passava di livello nel titolo originale.Le ambientazioni traggono chiaramente ispirazione da Icewind Dale, altro titolo storico che girava sull’Infinity Engine, con lande ghiacciate e interamente ricoperte da una fitta coltre di neve, che, oltre a rappresentare uno scenario completamente differente rispetto a quanto visto in precedenza, hanno permesso al team di sviluppo di costruire dungeon, fortezze e villaggi del tutto originali, con nemici nuovi di zecca e situazioni inedite per il party, che disporrà di nuovi script gestibili dall’utente, cosicché ci si possa focalizzare sul controllo di un solo personaggio.
Legati all’animaPersonalmente sono molto curioso di vedere come si inseriranno nel gameplay le nuove armi Soulbound, artefatti particolarmente potenti che potranno essere rinvenuti progredendo nella nuova avventura, che si legano ad un determinato personaggio e crescono di livello di pari passo con lui, guadagnando in potenza e in tecniche speciali: l’effetto varia, anche consistentemente, a seconda della classe che sceglieremo di equipaggiare con esse, aprendo ad un’ulteriore personalizzazione della propria squadra.Il team di sviluppo ha anche dimostrato di ascoltare il feedback della community, rimediando a due tra le (piccole) pecche del titolo originale: è ora possibile agire in stealth con un solo personaggio, distaccandolo momentaneamente dal resto del gruppo e aumentando drasticamente le possibilità di passare inosservati, e, come se non bastasse, ogni classe potrà imparare abilità da tutte le altre, creando così degli ibridi interessanti, che andranno a sfociare nella creazione di vere e proprie sottoclassi, a tutto vantaggio della flessibilità delle meccaniche di gioco.Chiude il quadro la presenza di due nuovi companions, di cui però non mi è stato svelato nulla, che andranno ad arricchire l’offerta già cospicua del titolo base: The White March – Part I potrà essere giocato in ogni istante della campagna, sebbene esisterà un livello consigliato, e il suo filone narrativo, pur connesso a quello principale, non richiederà di aver terminato Pillars of Eternity.In soldoni, questo vuol dire che darà a tutti coloro che l’avessero già portato a termine una ulteriore occasione per imbarcarsi in una seconda run.
– Nuovi nemici, ambientazioni e personaggi non giocanti
– Le armi Soulbound promettono bene
– Sembra che non lesini sui contenuti
The White March – Part I sembra essere stato sviluppato con la stessa attenzione per i dettagli, lo stesso amore e la stessa maestria di Pillars of Eternity, il che la dice lunga sulla qualità finale e su cosa i giocatori potrebbero aspettarsi da questa prima espansione.
Se da un lato dispiace non poterne godere su console, dall’altro è difficile chiedere di più, a livello contenutistico e qualitativo, ad un team che ha dato vita ad alcuni dei giochi di ruolo più coinvolgenti dell’ultimo decennio.
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