A poche settimane dal fischio d’inizio della nuova stagione calcistica virtuale, abbiamo effettuato un’ultima, brevissima prova con PES 2016. Dopo il ritardo dello scorso anno, utile per certi versi ma assai rischioso dal punto di vista delle vendite, con PES 2015 Konami dimostrò di essersi nuovamente messa in carreggiata. Forte delle tangibili migliorie apportate dal nuovo Fox Engine, e di una maggiore attenzione e cura per tutti gli altri aspetti inerenti il sistema di gioco, il livello di attesa per l’edizione di quest’anno non può che essere particolarmente elevato.
Via con la sfida
Durante il nostro appuntamento abbiamo avuto modo di fare due partite rapide, utili per capire in che condizioni PES 2016 si presenterà nei negozi il prossimo 17 settembre. Specifichiamo subito che la versione da noi provata non era esattamente quella definitiva, ma piuttosto la stessa build che troverete fra qualche giorno sotto forma di demo pubblica. I trasferimenti non erano ancora stati aggiornati (Pirlo, Vidal e Tevez scorrazzavano liberamente lungo il rettangolo di gioco quando abbiamo scelto di usare la Juventus), aspettatevi pertanto una corposa patch del day-one che andrà a sistemare le rose di tutte le squadre.
L’impatto con questo nuovo capitolo della serie è stato assai buono, sia dal punto di vista tecnico, sia per quanto riguarda la risposta dei comandi e il comportamento dei giocatori. Graficamente PES 2016 è apparso più rifinito rispetto all’anno scorso, con una resa dei volti e delle espressioni più credibile, un maggior numero di animazioni (anche di raccordo), e un’estetica generale più pulita, con modelli poligonali più morbidi e rifiniti.
Il ritmo di gioco ha raggiunto un ottimo equilibrio e non risulta mai essere troppo forsennato o eccessivamente compassato; ecco dunque spiegato il motivo per cui risulta più facile gestire il possesso palla anche a centrocampo, dando così la possibilità agli utenti di pianificare manovre più controllate e attente. In questo senso l’intelligenza artificiale della squadra riesce a coadiuvare meglio tutte le azioni, soprattutto grazie ai puntuali scatti sulle fasce e a un movimento senza palla dei giocatori più accentuato. Di conseguenza, la coralità delle azioni si fa sentire di più ed è raro notare giocatori avulsi dalle manovre offensive o dai ripiegamenti difensivi.
Palla al centro
La fisicità dei giocatori e i contrasti sono migliorati sensibilmente, e ci ha fatto piacere vedere come i calciatori più possenti riescano a sbilanciare quelli più leggeri, che continuano comunque a lottare grintosamente senza concedere metri di vantaggio. Durante la contesa della palla è possibile stare quasi addosso all’avversario per creare azioni di disturbo che possono culminare in tackle più efficaci ed eseguiti col giusto tempismo, così da limitare il più possibile le interruzioni di gioco ed evitare indesiderate sanzioni.
Con la pioggia tutte queste situazioni hanno esiti un po’ diversi, soprattutto per via di una maggiore pesantezza degli atleti durante i movimenti e della fisica del pallone che cambia rispetto a quella che vedrete su un terreno dalla tenuta perfetta. La realizzazione grafica delle precipitazioni ci è parsa buona, ma senza lode.
L’aspetto che invece convince di meno, al momento, è l’intelligenza artificiale dei portieri e della difesa. Durante la nostra prima partita giocata con la Francia, avevamo la Juventus come avversaria, con Buffon tra i pali che non è esattamente l’ultimo arrivato. Abbiamo provato spesso ad effettuare dei tiri dalla trequarti, ma nella maggioranza dei casi il portiere finiva sempre col respingere il pallone, facilitando dunque il tap-in degli attaccanti che si trovavano nelle vicinanze; anche quando i tiri dalla distanza non erano particolarmente potenti, o quando si rivelavano addirittura velleitari, il portiere difficilmente riusciva a trattenere la palla, creando scompiglio durante situazioni che sembravano tutt’altro che pericolose. La difesa invece va spesso in crisi quando si usano i cross filtranti o quando si eseguono dei micidiali uno-due, che hanno la capacità di far penetrare i giocatori in area con non troppe difficoltà. Vanno insomma verificati meglio alcuni comportamenti dell’IA, ma questo è un discorso che riprenderemo come si deve in sede di recensione, quando avremo un prodotto che forse avrà già risolto queste problematiche.
Infine, sul fronte delle licenze, da segnalare l’acquisizione di quella ufficiale degli Europei 2016, il torneo non sarà presente al lancio ma verrà sicuramente aggiunto in seguito.
– Animazioni aumentate e migliorate sensibilmente
– La fisicità dei giocatori si fa sentire di più
– Migliorie grafiche e velocità di gioco ben bilanciata
PES 2016 ha fatto ulteriori passi in avanti ed è apparso molto solido e convincente sia dal punto di vista tecnico, sia per quanto riguarda il gameplay e la credibilità delle situazioni di gioco. Non abbiamo avuto modo di vedere le altre modalità, pertanto basiamo le nostre impressioni su un paio di partite rapide, che hanno comunque evidenziato delle difese avversarie talvolta in difficoltà e dei portieri piuttosto insicuri e goffi. A dispetto di qualche defaillance dell’IA, comunque, PES 2016 sembra essere pronto per una stagione ai massimi livelli.