Non so bene cosa abbia portato i ragazzi di Shiro Game dall’ideare Evoland, una sorta di viaggio attraverso la storia degli action RPG, allo sviluppo di Northgard, un RTS gestionale dove i protagonisti delle avventure sono dei clan vichinghi, fatto sta che il titolo è da subito riuscito a catturare la mia attenzione sin dalla prima volta che abbiamo incrociato le nostre strade, in quel della Gamescon 2016 a Colonia. Dopo mesi di duro lavoro, Shiro Game è pronta a pubblicare la sua ultima fatica alla fine di questo febbraio, ma non vedremo subito la versione finale di Northgard, almeno non prima delle metà del 2017: in attesa dunque di mettere le mani sul codice definitivo, ci si può fare le ossa grazie all’accesso anticipato, nel quale emergono subito le potenzialità di Northgard, soprattutto nel suo mix fra più generi, ma non mancano di certo una manciata di perplessità, alcune legate allo stato dello sviluppo, ma altre che affondano le loro radici nell’essenza stessa del gioco.
Pauperismo
La versione anticipata di Northgard ha ovviamente un costo, per la precisione il prezzo è 19,99€ su Steam, ed è quindi una pretesa lecita sapere quali saranno i contenuti messi a disposizione al momento del lancio in Early Access e quali saranno invece i tasselli che verranno introdotti poco per volta. Ad oggi, l’unica modalità di gioco messa a disposizione da Northgard è la partita sandbox, mentre la campagna, che con ogni probabilità sarà la portata principale del titolo, al momento è ancora in fase di rodaggio e sviluppo: così come la modalità multiplayer arriverà solo verso le fasi finali della produzione del gioco. Insomma, un investimento fatto su Northgard in questo momento è più che altro un atto di fiducia, un’azione sospinta dalla curiosità di vedere che cosa riservano le meccaniche di gioco implementate da Shiro Game, pur sapendo che l’opera riesce a regalare al massimo tre o quattro ore di compagnia e divertimento, nelle quali apprendere le basi del gameplay, che poi verranno esplorate ed espanse dalla campagna in singolo. Inoltre, il match sandbox non mette a disposizione tutte le tribù che saranno presenti dopo questa fase di test, ma la prova si limita a sole tre fazioni, ognuna delle quali con le proprie peculiarità: ci sono i Fenir, il clan maggiormente votato alla guerra e alle azioni militari, gli Eikthyrnir, la tribù più industriosa e con i bonus legati alla produzione ed infine gli Heidrun, la cui resistenza alle intemperie genera consistenti vantaggi legati al cibo. Oltre alla scelta del clan con cui iniziare la partita, il match viene anche determinato dal numero dei giocatori guidati dall’IA – fino a un massimo di tre – e dal livello di difficoltà, mentre non vi è alcuna traccia delle impostazioni collegate alla dimensione o alla morfologia della mappa. Infine, la vittoria può essere ottenuta percorrendo più strade, semplicemente eliminando tutti gli altri clan, raggiungendo il punteggio più alto a fine partita, mettendo nelle casse una certa quantità di denaro o, ancora, conquistando le porte di Helheim, difese dalle insidiose valchirie. Come detto più volte, i contenuti al lancio sono piuttosto esigui, la rigiocabilità è molto limitata ma una cosa va certamente riconosciuta a Northgard, qualcosa che lo differenzia da molti altri titoli presenti nel programma di Early Access di Steam: nonostante il codice definitivo sia ancora lontano all’orizzonte, il titolo non presenta alcun bug o glitch di alcun tipo, niente crash o cittadini che si incastrano fra le rocce o spariscono sotto le acque. Nonostante il materiale sia ancora scarno, esso è comunque più che sufficiente per apprezzare le buone idee e la direzione data da Shiro Game alla propria opera.
Solide basi di gioco
Per descrivere cosa sia Northgard, l’aiuto più importante viene dalle molte fonti da cui hanno attinto i ragazzi di Shiro Game, una serie di produzioni a cui viene strizzato l’occhiolino in modo non troppo velato. Northgard appartiene senza ombra di dubbio al genere degli strategici in tempo reale, ma con i vari StarCraft o Age of Empires non ha molto da spartire, piuttosto i suoi parenti più prossimi sono la serie di The Settlers, il peculiare Valhalla Hills – con cui il titolo condivide anche il setting scandinavo – e The Banished, il tutto condito con uno spruzzatina di Civilization, se non altro per la componente esplorativa e di crescita della propria fazione. All’avvio della partita, il giocatore possiede infatti solo un’area, dalla quale iniziare a raccogliere le risorse fondamentali, come il legname ed il cibo, e sulla quale devono essere piazzati i primi fondamentali edifici, ad esempio la segheria, la caserma o un’altra casa, necessaria per far crescere la popolazione del clan. Già dopo pochi minuti ci si accorge però che quella singola zona non basta più, gli slot per le costruzioni sono terminate si rischia un sovraffollamento e una conseguente carestia. I vichinghi sono stati grandi esploratori, Northgard ce lo ricorda quasi subito e così, per trovare nuovi spazi per il proprio clan, deve essere spedito uno scout lungo tutti i confini, fino a quando non si scorge il prossimo lembo di terra da colonizzare. Tale operazione non avviene in modo casuale, perché ogni area è contraddistinta da varie peculiarità, alcune garantiscono entrate extra di legname, altre sono infestate da lupi o, ancora, celano al loro interno preziosi relitti di barche da saccheggiare e dunque la scelta della direzione verso cui espandersi va ben ponderata prima di agire. Questo è il momento in cui Northgard prende definitivamente il là e se nelle fasi iniziali risulta piuttosto semplice soddisfare il fabbisogno di cibo per i propri vichinghi virtuali e avere sempre le cospicue riserve di legno o di ferro, quando l’insediamento assume proporzioni considerevoli, ecco che le varie meccaniche di gioco iniziano ad intrecciarsi l’un con l’altra ed emerge il lato più gestionale di Northgard e anche il morale della popolazione diviene una variabile da osservare attentamente. A differenza degli altri RTS, non sono i vari edifici a generare le unità specifiche, le segherie non producono taglialegna e dagli empori non sono reclutabili i mercanti, bensì è il solo centro cittadino a sfornare di continuo nuovi abitanti – almeno fino a quando vi sono abitazioni disponibili – ed è compito del giocatore trovare un’occupazione adeguata ai nuovi cittadini, cliccando ad esempio sulla miniera per farne dei nuovi spaccapietre o indicando la caserma per avere qualche truppa con cui difendere il proprio accampamento. Una volta designati i compiti, le azioni avvengono in modo automatico, gli sciamani curano le unità ferite senza nemmeno avvicinarsi a esse e i mercanti scambiano i beni con le altre fazioni senza altri click aggiuntivi.
Qualche dubbio c’è
L’impostazione data da Shiro Game evita così quei fastidiosi accorgimenti di micromanagement, ad esclusione di quando si vuole “convertire” un pescatore in un comune cittadino per fargli costruire un nuovo edificio, operazione che costringe prima a passare per un’abitazione e solo in un secondo tempo di eseguire il compito assegnato: questo passaggio è superfluo e potrebbe essere tranquillamente tagliato. La cosa più importante è che il gameplay non si riduce comunque a una routine automatizzata, dati i continui stimoli endogeni ed esogeni. Questi ultimi sono principalmente rappresentati dai fattori climatici, con le varie stagioni che richiedono accorgimenti e azioni sempre differenti, dagli eventi casuali, come i fastidiosissimi terremoti che radono al suolo metà degli edifici, da animali come i lupi o gli orsi che infestano le foreste ma soprattutto dall’interazione con gli altri clan. Purtroppo le relazioni non sono gestite tramite un sistema di diplomazia, vero assente ingiustificato per ora di Northgard, ma si basano esclusivamente sulle azioni intraprese durante la partita dal giocatore o dall’IA. Una rotta mercantile farà così migliorare i rapporti tra due clan, mentre continui sconfinamenti territoriali deterioreranno i rapporti, fino a sfociare in una guerra aperta: insomma, tutto è troppo semplificato e privo di un’adeguata profondità. Anche l’aspetto militare potrebbe lasciare alcuni giocatori con un retrogusto amaro, perché in Northgard le battaglie paiono limitarsi almeno per ora a delle scaramucce fra al massimo una decina scarsa di guerrieri, ma anche nella versione definitiva, il titolo di Shiro Game, per la sua stessa natura più gestionale, non metterà di certo in scena maestosi scontri fra eserciti numerosi. Se sulla guerra si può chiudere tranquillamente un occhio, quello che però pare mancare veramente a Northgard e su cui andranno fatti i maggiori interventi è però il mancato senso di progressione che dovrebbero dare l’albero delle tecnologie, troppo spoglio e con pochi rami, e la manciata scarsa di upgrade disponibili per gli edifici e per le singole unità. Naturalmente è solo una prima impressione figlia di una versione preliminare e soprattutto non abbiamo idea di come verranno implementate tali meccaniche nella campagna, ma questo aspetto è stato cerchiato con il pennarello rosso.
Cartoline dal nord
Per concludere questo primo contatto con Northgard, qualche parola sulla componente grafica: Northgard non è la massima espressione della potenza, anche fra i vari RTS presenti sulla scena non spicca per la cura verso i dettagli, ma lo stile grafico da cartoon, che ricorda da vicino la svolta intrapresa dall’ultimo Civilization, è una scelta azzeccata, la direzione artistica garantisce una certa personalità all’opera e ben si sposa con i toni di certo non troppo seri di quello che passa sul monitor. Il setting nordico ha poi sempre il suo fascino ed è impreziosito e reso più vivo da effetti climatici dinamici, con gli inverni nevosi che si alternano alle miti e tiepide primavere. Promosse già da ora anche le musiche che accompagnano i viaggi, l’esplorazione e la colonizzazione dei clan vichinghi, con le note che richiamano le musiche folk provenienti da quelle lande.
– RTS diverso dal solito
– Pulito e giocabile già nell’Early Access
– Curiosità attorno alla campagna
– Ambientazioni sempre affascinanti
Northgard si dimostra sin da oggi un’interessante variante in tema di strategia in tempo reale, fonde al suo interno quello che contraddistingue i vari The Settlers, Valhalla Hills o Civilization e si presenta con un livello di pulizia che raramente si riesce ad apprezzare quando si ha per le mani una versione in accesso anticipato. Lo stesso discorso non può però essere fatto per i contenuti, piuttosto scarni nell’Early Access e che al massimo garantiscono 3 o 4 ore di divertimento, con l’unica modalità di gioco rappresentata dal match sandbox, a conti fatti un valido e corposo tutorial per prendere confidenza con la gestione del proprio clan e con le meccaniche di gioco. Anche queste ultime lasciano aperto qualche interrogativo e la speranza è di non aver visto già ora tutto quello che ha da offrire Northgard.