Sin dalla prima partita, Noct avrà su di voi un effetto straniante: da soli, vi sembrerà di essere l’ultimo uomo rimasto in vita, disperatamente alla ricerca di salvezza; in compagnia di altri sopravvissuti, avrete l’impressione di combattere contro qualcosa di più grande e potente di voi. In che modo reagirete per salvarvi la pelle? Siete disposti a tradire e uccidere gli altri o preferirete collaborare per unire la vostre forze e combattere fino a quando sarà possibile? Intanto, qualcuno dall’alto sta comunicando con voi, dandovi indicazioni che fareste bene a valutare con molta attenzione.
Assenza di luce
Dapprima considerata la culla della moderna civilizzazione, la Terra è ora una enorme landa desolata inghiottita dall’oscurità. Un male antico e ineffabile, identificato con un orrore collettivo che prende il nome di Nocturnal, sta distruggendo ciò che resta della popolazione, trasformando il pianeta in una mostruosa alcova inospitale, arida e priva di risorse. Un’immagine satellitare in bianco e nero mostra un omino realizzato in pixel art che si sposta su una mappa sconfinata, apparentemente vuota, immersa nel silenzio.
La visuale è dunque dall’alto come il più classico dei twin-stick shooter, ma le sensazioni di straziante solitudine e costante pericolo sono elementi distintivi che mescolati a questo tipo di struttura di gioco riescono a rendere Noct un survival horror atipico e particolare. Visto che basta essere appena toccati dai mostri per morire all’istante, vi ritroverete a controllare parecchi sopravvissuti, come se in fondo il valore delle loro vite sia declassato a quello di un oggetto facilmente sostituibile. Non noterete differenze tra l’uno e l’altro, e vi sentirete solo degli strumenti nelle mani di chi, da qualche parte, sta provando a darvi indicazioni su cosa fare. Su schermo appariranno poche righe di testo tra chi trasmette (la persona ignota) e chi riceve (uno dei sopravvissuti), ma la tiritera sarà grossomodo la medesima: vi chiederà di recuperare un dato oggetto o di fargli un favore, mentre chi affronta l’incubo dovrà sostanzialmente seguire i suggerimenti, se vuole restare in vita. O forse no.
C’è infatti una strisciante sensazione di sfiducia che si diffonde tutte le volte che il raggiungimento della meta prevista coincide con l’apparizione di un nemico terribile o di un pericolo che si riesce ad evitare miracolosamente, come se foste guidati da chi vuole usarvi per poi farvi divorare. Eppure le possibilità di ribellione sono poche, essenzialmente per due motivi: innanzitutto, c’è quasi sempre una zona specifica da raggiungere ben indicata su schermo; secondariamente, andare a zonzo finisce sempre per diventare il modo più semplice per rimanere senza munizioni e morire.
Riuniti contro il buio
È probabilmente questo l’aspetto più intrigante di Noct: la mancanza di chiarezza sui motivi e le dinamiche che hanno quasi causato lo sterminio della specie umana, assieme al mistero che si cela dietro chi trasmette le comunicazioni. Tuttavia la trama sembra più suggerita che narrata, pertanto è possibile che vada in gran parte interpretata da chi in definitiva avrà tra le mani pochi indizi. Ciononostante è ancora presto per capirlo fino in fondo, perché Noct è attualmente in una fase di “early beta”, che prevede già una modalità multiplayer interessante. Si può ospitare una partita o entrare in quella di altri, puntando tutto sulla collaborazione o tentando di uccidere i compagni per impadronirsi delle loro risorse. Sta insomma a voi decidere in che modo condurre l’azione, fermo restando che le apparizioni improvvise possono essere talvolta complesse da gestire anche in gruppo. Oltre alla rapidità delle incursioni e di certi attacchi che non vi daranno il tempo di reagire, va considerata la scarsa disponibilità delle armi. Possono essere recuperate dai cadaveri o trovate in strutture devastate, ma si tratta tutto sommato di poca roba, in confronto alle effettive necessità. Noct è un gioco di sopravvivenza puro, con pochi compromessi, ed è quindi necessario essere parsimoniosi e usare ciò che serve solo nei momenti più disperati. L’atmosfera che il gioco riesce a creare, nonostante il suo aspetto grafico volutamente poco definito, è davvero ottima. Il merito è soprattutto della magnifica colonna sonora curata da Robin Finck – chitarrista dei Nine Inch Nails – che ha creato linee melodiche graffianti e capaci di comunicare al giocatore sentimenti come la disperazione e la rassegnazione. Lo stile musicale, sebbene riconoscibile, diverge da quello ascoltato nella sua band di appartenenza e si avvicina più al dark, con venature di black metal che soffocano e distorcono i suoni, soprattutto quando i Nocturnal si presentano per concludere ciò che hanno già cominciato da chissà quanto tempo.
– Colonna sonora di ottimo livello
– Idea di base convincente, capace di incuriosire
– Buon equilibro tra sopravvivenza e azione
Noct è un survival horror in pixel art costruito attorno a un sistema di gioco da sparatutto con visuale dall’alto. Funziona bene in completa solitudine e in multiplayer, ha una colonna sonora notevole e la premessa narrativa incuriosisce non poco. Al momento gli scenari sembrano un po’ troppo vuoti e il ritmo è talvolta piuttosto basso, ma fino all’inizio del prossimo anno gli sviluppatori hanno ancora parecchio tempo a disposizione per sistemare ciò che convince meno.