La fortunata parabola dei survival horror giapponesi è partita durante gli anni novanta, ha toccato il suo apice nel 2001 – con l’inarrivabile Silent Hill 2 – ed è andata via via calando fino a oggi, lasciando il posto a interessanti progetti indipendenti che vogliono raccoglierne la pesante eredità, proponendo al contempo soluzioni ben diverse rispetto al passato. Gli estimatori della vecchia scuola nipponica degli horror stanno piangendo lacrime amarissime, e laddove fioccano nostalgici remastered e qualche buona idea sfruttata solo a metà, l’unica vera nuova speranza è affidata a un reboot di lusso: Silent Hills, che vuole prepotentemente invertire questa tendenza, dando nuovo lustro al cosiddetto J-horror. Di quel periodo d’oro, però, faceva anche parte un’altra importante saga: Clock Tower, pronta a rinascere dalle sue ceneri con l’umiltà di chi non può permettersi di avere grossi finanziamenti alle spalle.
Diamoci un taglio
Originariamente intitolato Project Scissors – il richiamo simbolico alle gigantesche forbici dei killer è evidente – il gioco ha finalmente ottenuto un nome ufficiale: Night Cry. Durante la primissime fasi di promozione del prodotto, non è mai stato fatto mistero della similitudine – soprattutto concettuale – con la serie horror apparsa originariamente su SNES. E non stupisce nemmeno che alle redini ci sia proprio Hifumi Kono, che ha dato i natali a Clock Tower, e che si è prodigato a riunire sotto l’egida di Nude Maker alcune delle figure chiave del panorama horror giapponese. Kono si avvarrà infatti della prestigiosa collaborazione di Takashi Shimizu, il regista dei Ju-On, di The Grudge e del conturbante Marebito, che ha accettato la collaborazione per via di una visione condivisa col team, determinato a dare rilevanza soprattutto all’aspetto psicologico dell’orrore messo in scena. Il regista si occuperà di dare una direzione decisiva all’ambientazione di gioco e introdurre tutti quegli elementi salienti che hanno decretato il successo dei suoi film; non ultimo, quel gusto per il paranormale capace di aumentare la tensione quando si affronta una minaccia che non può essere davvero sconfitta. Ecco perché concettualmente lo “scappa e nasconditi” verrà mantenuto, aprendosi però all’evoluzione di un gameplay che ha anche la necessità di essere svecchiato. Dalla natura punta e clicca del primo capitolo, fino all’episodio apocrifo Haunting Ground (Demento), capace di rappresentare il canto del cigno della serie pur non condividendone il nome, la fuga da mostri e killer è stata sempre messa in prima piano, ed è proprio per questo motivo che Night Cry sarà rivolto esclusivamente a PS Vita e ai dispositivi iOS e Android, perfetti per ricreare quelle sensazioni che il capostipite era capace di offrire. Non tragga però in inganno la progettualità indie del gioco, perché i nomi coinvolti sono importanti e le capacità messe sul piatto della bilancia anche. Vi basti sapere, oltretutto, che del team fa parte anche un genio indiscusso dell’horror nipponico, quel Masahiro Ito che ha dato i natali alla figura da incubo di Pyramid Head, e che è stato una delle punte di diamante di Konami al tempo della prima, indimenticabile trilogia di Silent Hill (direttore artistico, monster and backgroud designer). Ito, in Night Cry, ricoprirà gli stessi ruoli e sta già contribuendo a plasmare alcune idee utili al sistema di gioco, evitando l’irrealismo di alcune soluzioni e avvicinandosi maggiormente a un design che possa ricreare situazioni vicine alla vita reale – come Kono gli ha chiesto di fare.
Salvezza e oblio
Sebbene le informazioni su Night Cry siano davvero molto scarse, qualche dettaglio è riuscito comunque a emergere, soprattutto per quanto riguarda la premessa della sceneggiatura e le novità del gameplay. Il gioco è ambientato all’interno di un’enorme nave da crociera nel bel mezzo dell’oceano; durante la vacanza di piacere, molte delle persone a bordo dell’imbarcazione vengono uccise e il luogo diventa una sorta di trappola mortale dalla quale è impossibile fuggire. L’obiettivo è – naturalmente – quello di salvare la pelle, ma stavolta ci saranno anche dei sopravvissuti da aiutare, coi quali bisognerà necessariamente interagire per più di un motivo. Innanzitutto, è stato spiegato che parlare coi superstiti permetterà di entrare in possesso di alcune informazioni cruciali per comprendere al meglio le dinamiche degli eventi e la piega inaspettata che la crociera ha preso. È possibile anche lasciarli morire tutti, ed è per questo che il team vuole dare modo di scoprire finali differenti a seconda delle scelte che verranno compiute dal giocatore. Inoltre, vi capiterà anche di doverli calmare quando entreranno in un pericoloso stato d’ansia o quando si lasceranno sopraffare da sentimenti di terrore e angoscia, poiché le loro urla o i loro comportamenti da stato emozionale alterato potranno attirare il killer, quello Scissors Man di cui Ito ha già diffuso un “delizioso” concept art.
Night Cry è insomma l’occasione ideale per far risorgere sotto un’altra veste il mai dimenticato Clock Tower, pertanto non meraviglia che l’annuncio sia stato fatto poco prima del suo ventesimo anniversario. L’intenzione di Nude Maker è quella di far arrivare il gioco anche da noi europei, perché “Pensare a un gioco che rimanga confinato al solo Giappone, oggi, è impensabile e controproducente”. Si parla di un probabile Halloween 2015, ma non c’è ancora nulla di davvero certo, se non che il livello di attesa per questo progetto – viste le personalità coinvolte – comincia a diventare sorprendentemente elevato.
– Masahiro Ito, Takashi Shimizu e Hifumi Kono sono nomi che fanno sognare
– C’è la volontà di ricreare la stessa atmosfera del primo Clock Tower
– Le novità del gameplay sembrano stimolanti
Quando ci si danna per le remastered che nulla rinnovano, e si chiede a gran voce un nuovo capitolo di una vecchia gloria del passato, da qualche parte c’è sempre un manipolo di sviluppatori pronto ad accontentare le richieste del pubblico. Stavolta è il turno di Night Cry, il successore spirituale di Clock Tower, il gioco che il creatore della serie originale ha definito l’esperienza j-horror definitiva. Dopo cinque anni di preparazione e un altro lungo periodo dedicato al solo sviluppo, Hifumi Kono è convinto che si tratti davvero del titolo che avrebbe sempre voluto creare.