Anteprima

Ni Oh

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a cura di Pregianza

10 anni non sono pochi, e specialmente in un’industria in rapido movimento come quella dei videogiochi può volerci molto di meno per un gioco ad essere bollato come vaporware. 10 lunghi anni in cui Ni-Oh, progetto presentato agli albori della Ps3, ha vestito i panni dell’assente ingiustificato, solo per poi ricomparire quasi magicamente negli ultimi mesi in forma del tutto rinnovata. Dietro al titolo ci sono Koei Tecmo e il Team Ninja, con quest’ultimo che ha un gran bisogno di dimostrare la sua forza dopo una serie di giochi non proprio “soddisfacenti”. Chi si aspettava un action classico alla Ninja Gaiden dovrà però fare i conti con una bestia ben diversa: Ni-Oh infatti si è trasformato in un gdr-action, dalla natura molto (ma MOLTO) vicina a quella dei Souls. Scelta vincente o prova di scarsa originalità? Difficile a dirsi, ma intanto possiamo tirare le somme, descrivendo cosa è stato mostrato fino ad oggi. 
Geralto no Liviah
La storia di Ni-Oh doveva inizialmente derivare da una sceneggiatura del leggendario Akira Kurosawa, con protagonista un biondo samurai “gaijin”. In verità, il titolo durante il suo lungo sviluppo ha cambiato completamente forma, e a rimanere pare siano stati solo William, il protagonista dai belli capelli incredibilmente simile a Geralt di Rivia, e gli Yokai, mostruosità della mitologia giapponese che faranno la parte del cattivo nell’avventura. 
La scelta del Team Ninja, come detto nell’introduzione, è apparsa cristallina fin dai primi gameplay mostrati: volevano un titolo difficile, con elementi gdr marcati e mostri inquietanti, quindi si sono ispirati alla serie che più di ogni altra ha saputo fare propri tali fattori, i Souls di From Software. Ni-Oh dunque ora è un action, sì, ma di quelli ragionati, con targeting dei nemici e un combat system basato su tempismo e schivate improvvise. Le differenze dai Souls ci sono, va sicuramente precisato, e sono ad esempio legate all’assenza degli scudi, che enfatizza il combattimento con armi a due mani (solo armi di questo tipo sembrano esserci nel gioco) e l’importanza della schivata. Sono inoltre presenti delle stance, offensive e difensive, che facilitano l’esecuzione di certe manovre e paiono variare le combinazioni. Molta dell’abilità del giocatore, plausibilmente, dipenderà proprio dal piazzamento di contromosse all’ultimo momento, in modo simile a quanto accade coi Souls, ma con un generale aumento di velocità e mosse finali quasi istantanee.
Anche strutturalmente quanto mostrato lascia in bocca un forte senso di già visto. Si muore facilmente in Ni-Oh, bastano una manciata di colpi, e una volta messi K.O. si lascia sul terreno una tomba improvvisata con una katana a mò di lapide. Al giocatore è concesso di vedere ogni lapide dei giocatori connessi morti nelle vicinanze, come nella serie From, e di interagire con esse, ma qui iniziano le peculiarità dell’opera del Team Ninja. Le lapidi degli altri giocatori non mostrano infatti il “phantom” e il modo in cui sono morti, bensì possono venir usate per evocare mostri confusi e pericolosi, che droppano a volte interessanti pezzi di equipaggiamento. Non bastasse, raggiungere la propria lapide permette di tornare in possesso di un poderoso spirito guida, che potenzia gli attacchi di William e gli facilità non poco la vita. Al momento solo una volpe infuocata che gonfia parecchio i danni in corpo a corpo si è vista, ma dovrebbero esserci altri aiutanti spirituali nel gioco a disposizione del protagonista. 
Non ci vuole molto però perché le similitudini ricomincino. I falò, ad esempio, sono stati sostituiti da degli altari che servono per livellare, e possono venir usati per evocare aiutanti dorati davvero troppo simili ai Sunbro di Souliana memoria. Non è chiaro se si tratti di compagni guidati dall’IA o di altri giocatori, ma optiamo per la prima opzione, se non altro perché paiono diversi dal protagonista, più massicci e armati diversamente. Va detto ad ogni modo che anche la possibilità numero due potrebbe rivelarsi realistica, poiché nel gioco i pezzi di equipaggiamento non mancano e di armature, spade, alabarde, e persino archi ce ne sono a bizzeffe. Il tiro con l’arco, peraltro, sembra più veloce e semplificato rispetto a quanto visto nei Souls, seppur al momento sia difficile capire se permetta uno stile alternativo di combattimento o vada sfruttato solo come supporto in certe situazioni. 
Al solito i boss sembrano essere centrali nell’esperienza, e pensati per mettere a dura prova il giocatore con pattern ardui da prevedere o colpi dai danni elevatissimi. Insomma, lo sappiamo che siete probabilmente stanchi di sentircelo dire, ma… è a tutti gli effetti un Souls nel Giappone feudale, con qualche modifica qua e là.
Il 90% dell’ispirazione del team pare quindi risiedere nell’art direction, dal taglio dark e opprimente, con nemici inquietanti il giusto e ambientazioni suggestive, anche se al momento sempre contraddistinte dalla mancanza di luce. Interessante l’effetto grafico che ricorda le stampe giapponesi che si può osservare durante certe boss fight, che sorprende ma non pare invasivo. Ora bisognerà vedere se, magari basandosi sullo script originale, il Team Ninja sarà riuscito a tirar fuori una narrativa degna (se tanto ci dà tanto e non hanno cambiato sceneggiatori, fidatevi, la risposta è no), e se il gameplay abbia le carte in regola per donare a Ni-Oh una sua identità. 

– Ha stile da vendere

– Combat System complesso e veloce

Ni-Oh è rinato, ma ha scelto di farlo nello stesso stampo della serie Souls. Il risultato è un titolo di certo attraente e impegnativo, ma che rischia di non essere abbastanza originale da distinguersi. Noi siamo comunque stuzzicati dalla sua atmosfera e dalla difficoltà dei combattimenti, ma preferiamo andarci pianino con le aspettative. Se il Team ninja saprà risollevarsi con questo gioco solo il tempo lo dirà.

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