Anteprima

Never Alone

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a cura di Domenico Musicò

Deputy Editor

Sebbene a una prima occhiata possa apparire solamente come un particolare platform con elementi puzzle, sotto la superficie di Never Alone si celano il folklore, le tradizioni e l’identità di una cultura sconosciuta ai più. Kunuuksaayuka è solo una delle tantissime storie che vengono tramandate oralmente dai popoli nativi dell’Alaska, da quella tribù – gli Iñupiat – che nel corso degli anni ha lottato per affermare la propria indipendenza, e che oggi accetta la potenza divulgativa del medium videoludico come una delle vie ideali per tramandare parte della sua storia alle nuove generazioni.

La ragazza venuta dal freddo
La storia narrata da Never Alone affonda le proprie radici nella cultura popolare Iñupiaq: si tratta di un racconto tramandato dai vecchi dei villaggi, in cui la natura feroce minaccia la vita, e la morte attende tra i ghiacci perenni dell’Alaska. Nel titolo sviluppato da Upper One Games saremo chiamati ad aiutare una giovane ragazza di nome Nuna, che assieme alla sua inseparabile volpe artica – Fox – cercherà di salvare la propria gente da una tormenta di neve che sembra non voler mai volgere al termine. Dalla tundra ai villaggi costieri, dai banchi di ghiaccio alle foreste mute e pericolose, fino ad arrivare alle montagne del grande Nord, Never Alone promette di essere del tutto fedele all’immaginario collettivo di questa affascinante e per certi versi inesplorata parte del pianeta. In questo susseguirsi di ambientazioni perigliose e inospitali, collaborare sarà l’unico modo per poter davvero sopravvivere e superare gli ostacoli che la natura ci metterà di fronte. Ed è proprio durante la progressiva scoperta dei misteri e della bellezza di queste lande desolate che la saggezza degli antichi si mescolerà a quella del giocatore, costretto a trovare una soluzione a ogni problema mentre passerà da un personaggio all’altro per poter sfruttare le loro rispettive abilità. Giusto per fare qualche esempio, in alcune aree capiterà di rimanere bloccati con Nuna, incapace di proseguire senza provocarsi delle ferite mortali. Sarà a quel punto che Fox si arrampicherà in posti apparentemente irraggiungibili per far cadere un elemento dello scenario in grado di far da ponte. Allo stesso modo, quando la piccola volpe rimarrà incastrata, Nuna potrà sfruttare il suo peso per distruggere degli ostacoli e aiutare la sue fedele compagna a uscire dal suo giaciglio. 

Gli spiriti del ghiaccio
L’avventura proposta in Never Alone può essere affrontata anche in co-op, con un secondo utente che può unirsi al gioco in qualunque momento. Gli sviluppatori, a tal proposito, ci hanno tenuto a spiegare che è impossibile andare avanti senza uno dei due personaggi, pertanto se uno di essi dovesse morire o venisse catturato dai nemici, si ricomincerà dal checkpoint più vicino. Ecco dunque il senso della simbiosi che il titolo vuole suggerire fin da subito, concentrandosi sulla necessità primaria di rimanere sempre insieme per affrontare delle difficoltà apparentemente insormontabili. Non mancano ovviamente gli elementi folkloristici tipici degli Iñupiat, come quelle luci verdastre simili a scie di una densa aurora boreale che sono in realtà degli spiriti fluttuanti. Secondo la cultura indigena, quelle luci sono fantasmi di bambini morti prematuramente; se ti afferrano, ti staccano la testa e ci giocano a calcio: fa parte di una delle loro leggende, e probabilmente non sarà l’unica a essere rappresentata nel gioco. Progredendo nell’avventura capiterà poi di imbattersi in diversi riferimenti culturali nascosti, presentati sotto forma di filmati e interviste che approfondiscono alcuni aspetti della gente del posto. Per essere un platform a scorrimento laterale con forti elementi puzzle, Never Alone osa molto di più dei suoi più illustri e conosciuti colleghi. Tanto dal punto di vista del design, quanto nel voler ricreare una storia dove il coraggio e la vera amicizia vanno di pari passo, l’intenzione del team di sviluppo è evidente: fare un primo passo verso una tipologia di videogioco che vuole al contempo intrattenere, istruire e far luce sulle culture del mondo. In questo senso, Upper One Games si dichiara già pronta a raccontare altre storie, ma non prima di aver atteso l’uscita sul mercato del loro primo coraggioso progetto, che arriverà su PC, PlayStation 4 e Xbox One il prossimo 14 novembre.

– Storytelling culturale in primo piano

– Interessanti meccaniche cooperative

– Folklore e tradizioni di un popolo semi-sconosciuto al servizio di un gioco

– Artisticamente evocativo

L’importanza di Never Alone passa soprattutto attraverso il fondamentale contributo culturale dei nativi americani dell’Alaska, vogliosi di superare la barriera dei cliché che da tempo immemore fa da diga al potenziale delle tradizioni degli Iñupiat. Creato con uno stile unico, infuso con le evocative musiche locali e arricchito da una nutrita sequela di riferimenti folkloristici, Never Alone potrebbe rivelarsi una gran bella sorpresa. Gli autori l’hanno definita un’occasione per fare storytelling culturale attraverso un gioco, ma la sensazione è che dietro quest’affermazione, ci sia in primis un forte grido autoritario che vuole affermare un’identità più volte calpestata.

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