Need for Speed è una serie che è nei cuori di tutti coloro che non riescono a vivere senza l’ebbrezza della velocità. Il racing-game arcade di Electronic-Arts, nel corso degli anni, ha difatti sempre cercato di mantenere costanti i pilastri che hanno fatto grande la serie nel corso del tempo: il contatto con la strada, i bolidi, la velocità e soprattutto lo spirito di sfida tra i piloti. Fra alti e bassi, e soprattutto, con una buona fetta di pubblico che ricorda con nostalgia i bei vecchi tempi di Underground e Most Wanted, ci ritroviamo di anno in anno a giocare i nuovi titoli della serie, che affrontano la sfida dell’innovazione e del miglioramento pur cercando di mantenere intatti i valori sopra citati.
“Biemdaboliu emfaiv”Dopo la prova dell’E3, siamo giunti a Gamescom, con le idee un po’ più chiare di quella che era la direzione di Need for Speed Payback e di quello che avremmo voluto vedere per confermare o meno le precedenti sensazioni.
Tutto ha inizio durante lo Show di Electronic Arts, in cui ad un certo punto ci siamo ritrovati di fronte la nuova BMW M5 2018, che è comparsa a sorpresa da un container posto proprio a lato dello spettacolo.
La partnership con la Casa automobilistica di Stoccarda non è però rimasta limitata alla presentazione del nuovo bolide in anteprima assoluta, ma è stata anche l’occasione per lanciare la sua presenza all’interno del titolo. Poco dopo, infatti, oltre alla stessa missione Highway Heist, giocata ad E3 2017, forse leggermente più pulita sul fronte tecnico, anche se non azzardiamo eccessive considerazioni su questo fronte, ci siamo ritrovati a bordo di questa M5, per una rapida gara a tempo.
Tra ciò che abbiamo visto e le parole di Williamo Ho, creative director del gioco
Le considerazioni possibili a questo punto sono state due, di cui la prima sul modello di guida e relativo gameplay e l’altra sulla contestualizzazione della storia all’interno del gioco.
Il modello di guida si basa interamente sul concetto di derapata controllata, la frenata o un lungo tempo di permanenza in curva la attiva (quest’ultimo dipendente dalle caratteristiche dell’auto). La semplicità con cui si riesce a prendere in mano il pad e affrontare la gara è imbarazzante, ma sottolinea anche la volontà di concentrare gli sforzi del giocatore su ciò che gli capita attorno, mentre la velocità e con essa la velocità aumentano. Altre auto, la polizia, i Rhyno che fanno il loro ritorno della serie contribuiscono a rendere le variabili in gioco sempre maggiori, in un open-world che si prospetta come il più grande che la serie abbia mai conosciuto con la sua totale esplorabilità indipendente dai tracciati disegnati sulla mappa.
I Rhyno, esattamente come nei capitoli da cui sono stati tratti, attaccheranno il nemico frontalmente lasciando al giocatore davvero solo un attimo per evitare il colpo.
Durante l’intervista con il Creative Designer del titolo, William Ho, egli ci ha spiegato come tutti questi elementi vanno a contribuire alla creazione di un ambiente molto più ricco di quanto sia stato mai possibile in Need for Speed. Purtroppo però, al di là delle sequenze scriptate, più coinvolgenti sul piano della spettacolarità, e gli slow-motion in corrispondenza di un takedown, non ci saranno altri fattori ambientali ad aiutarci nella fuga dalla polizia, con le memorabili sezioni di distruzione di cisterne e stazioni di rifornimento che rimarranno solo un ricordo degli albori della serie.
Una semplificazione che va a coprire anche l’hud di gioco, privo di orpelli e che lascia all’azione su schermo il ruolo di totale protagonista.
L’Open World, una piacevole distrazione
La storia del gioco sarà un aspetto assolutamente fondamentale, che come già descrittovi nella
prova di E3 2017 racconta le vicende della mini-crew di Tyler, Mac e Jess alle prese con un’avventura a 200km/h. Sempre riprendendo le parole di William Ho, ci ritroveremo ad affrontarle capitolo dopo capitolo, mentre l’open-world fungerà da piacevole distrazione tra una partita e l’altra, con attività come inseguimenti, speed trap e tanto altro.
Tecnicamente il gioco sfrutta quanto permesso dall’incredibile motore proprietario Frostbyte, che sta facendo il tutto esaurito tra gli studi di sviluppo della casa americana. Illuminazione, ambienti e resa poligonale dell’auto sono eccellenti, anche se il deserto su cui abbiamo corso non ha lasciato spazio a particolari variazioni sul tema e speriamo di vedere il prima possibile qualcosa di più accattivante e articolato, per trarre considerazioni adeguate.
– Inseguimenti ancora più avvincenti
– Bella regia
– Open World interessante
Need for Speed Payback si è mostrato in questa Gamescom 2017, non troppo diversamente da quanto fatto a E3 2017, ma avendo avuto la possibilità di chiacchierare con il Creative Director del titolo, William Ho, siamo stati in grado di fare considerazioni aggiuntive sul progetto.
Lo sviluppo procede in una direzione chiara, che punta sull’essenzialità del gameplay, per far sì che venga arricchito dall’esterno con la narrativa della campagna in singolo e con il caos degli inseguimenti tipici della serie.
Per il resto vi invitiamo a rimanere sulle pagine di Spaziogames per ogni futuro aggiornamento sul titolo e su Gamescom 2017!