Anteprima

Mirror's Edge Catalyst

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a cura di Francesco Ursino

Mirror’s Edge è stato un titolo capace di attirare le attenzioni dei giocatori non soltanto per via di un gameplay originale, ma anche grazie ad uno stile che da subito ha saputo distinguersi dalla massa dei titoli dell’epoca. La visione di un mondo completamente asettico in cui si stagliava l’armoniosa figura della protagonista Faith, unita alle poche note di un tema principale non trascendentale ma comunque assai orecchiabile, sono elementi evidentemente rimasti nel cuore di molti giocatori. A poco più di un mese dall’uscita dell’atteso Mirror’s Edge Catalyst, e a soli pochi giorni dall’inizio della closed beta, vediamo allora di fare il punto della situazione sulle nuove avventure dell’eroina DICE.

Un mondo familiareIl primo elemento da considerare nel momento in cui si parla di questo nuovo Mirror’s Edge Catalyst, evidentemente, è la struttura open world. Il voler proporre un mondo di gioco liberamente esplorabile, infatti, porta con sé tutta una serie di implicazioni sul level design e sul gameplay che potranno essere giudicate solo in sede di recensione finale; già da ora, tuttavia, è possibile dire che una delle conseguenze maggiori di questa nuova struttura è la presenza di numerose missioni secondarie. Gli obiettivi posti da queste sfide minori sembrano essere, almeno per il momento, abbastanza generici, e riguardano la ricerca di documenti, registrazioni e collezionabili vari; non sappiamo, d’altra parte, se l’esperienza finale proposta dal titolo DICE includerà side quest maggiormente impegnative. In ogni caso, il gameplay da open world sembra dare al giocatore quella libertà che nel primo titolo evidentemente mancava: il decidere di andare un po’ dove si vuole, in effetti, apre molte possibilità, che sembra verranno sfruttate anche durante alcune missioni secondarie. Nelle corse a tempo, ad esempio, si potrà scegliere di seguire il percorso standard, oppure tentare vie alternative; a questo proposito, vale la pena segnalare la presenza del multiplayer asincrono, che consentirà agli utenti di creare e condividere i propri percorsi con tutti i giocatori. Pur senza sbilanciarsi, e con tutte le cautele del caso, stando a quello che abbiamo visto finora l’impianto di gioco potrebbe ricordare lontanamente l’impostazione data, ad esempio, agli ultimi Assassin’s Creed, dove in sostanza si è liberi di girovagare per la mappa, con la possibilità di imbattersi in alcuni figuri che si rivolgono a noi proponendoci dei lavori da portare a termine. Questa impressione, d’altra parte, viene in qualche modo confermata anche nel momento in cui si passerà da una zona all’altra della mappa; in questi frangenti, infatti, l’interfaccia di gioco ci aggiornerà sui vari collezionabili ed obiettivi raggiungibili in quella specifica area di gioco.

Vedo rossoTutta questa presunta libertà d’azione, in ogni caso, sembra trovare posto in un gioco in cui anche il comparto narrativo sembra essere stato potenziato e ingrandito. Le prime sequenze del titolo, ad esempio, riprendono grossomodo l’atmosfera del primo Mirror’s Edge, e dunque una città – chiamata Glass – in preda a un controllo totalitario e opprimente. L’auspicabile maggior cura nella narrativa dovrebbe portare quindi a una rappresentazione del mondo di gioco più dettagliata, in cui grandi corporazioni opprimono l’esistenza degli individui sotto una coltre di apparente ordine e felicità. Si tratta di temi ovviamente già presenti nel capitolo originale, che però sembrano tornare in maniera decisamente più dettagliata. A questo proposito, le prime sequenze di gioco mostrate sembrano aver confermato questa nuova volontà degli sviluppatori. Dopo aver incontrato il nostro primo alleato, tale Icarus, le seguenti fasi di gioco hanno mostrato un feeling decisamente familiare. Anche in Mirror’s Edge Catalyst, dunque, il giocatore verrà guidato nel suo percorso da elementi completamente ricoperti di un rosso sgargiante, che indicheranno quale sarà la strada da intraprendere. Rimanendo in tema, un elemento da sottolineare è dato dalla visuale Runner, che ora torna in maniera decisamente più corposa; non solo è possibile sottolineare di rosso gli elementi costituenti un percorso, ma è anche disponibile una versione in cui un segnalatore della stessa tinta guiderà il giocatore punto per punto; i più esperti, invece, potranno disattivare totalmente questa impostazione.Dal punto di vista del layout dei controlli, i giocatori avranno per le mani un sistema basato su due pulsanti principali, delegati proprio alle azioni compiute in aria, come il salto, e a quelle compiute a terra, come le scivolate. La semplicità di fondo di questa scelta, però, si scontra con il tempismo con cui dovranno essere eseguite tutte le varie azioni. Così come in passato, infatti, anche questo nuovo titolo DICE richiede precisione e abilità, di modo da far sì che l’intero movimento di Faith sia il più possibile fluido, continuo, e dunque rapido.

Mazzate volantiEssere veloci e rapidi non vuol dire solo saltare nel vuoto, scavalcare muri, camminare sospesi e via dicendo: in Mirror’s Edge Catalyst, infatti, un buon movimento dovrebbe essere sinonimo anche di attacchi ravvicinati vincenti. Nel prossimo titolo DICE, infatti, sembra sia stata riposta una certa cura nelle fasi di combattimento, che nell’originale capitolo del 2008 invece stentavano.L’elemento più interessante di questa nuova impostazione sembra essere la maggiore fluidità tra le fasi di corsa e quelle di combattimento; in altre parole, non sembra importante l’azione in cui Faith è coinvolta: che si tratti di una corsa su un muro o di un salto, la nostra eroina sembra sia comunque in grado di sferrare calci volanti, e addirittura di schivare i proiettili. In questo modo sembra si possa parlare di un’esperienza nettamente più fluida, che integra meglio i momenti di attacco e gli spostamenti: alla base di tutto ciò, però, deve essere comunque presente da parte del giocatore una comprensione più che buona dei meccanismi base del movimento. La sfida di questo tipo di gameplay, a quanto emerso finora, difatti sembrerebbe più risiedere nella capacità del giocatore di inanellare le varie sequenze di azioni piuttosto che nell’abilità dei nemici, che sembrerebbero essere governati da una intelligenza artificiale piuttosto basilare. La difficoltà complessiva del gioco, evidentemente, rappresenta ancora uno degli interrogativi maggiori su cui avremo modo di tornare diffusamente in sede di recensione finale.La nostra Faith, poi, potrà contare su un nuovo sistema di progressione delle abilità: grazie ai nostri successi nelle missioni primarie e secondarie, infatti, avremo la possibilità di attingere a determinati alberi di sviluppo, che riguarderanno il movimento, il combattimento e l’equipaggiamento. Da notare dunque che alcune importanti abilità presenti dall’inizio nel primo Mirror’s Edge, come ad esempio la rotolata dopo un salto, ora costituiranno degli elementi sbloccabili. Tutto ciò dovrebbe portare a una parziale personalizzazione del nostro modo di giocare, e a una possibile (nonché maggiore) consapevolezza dei mezzi a disposizione di Faith.Tecnicamente, infine, sembra che il lavoro svolto finora da DICE punti nella direzione giusta; dal punto di vista stilistico, ad esempio, il titolo riprende in modo evidente le soluzioni del primo Mirror’s Edge, con una cura particolare delle animazioni di Faith, in special modo nel momento in cui la nostra eroina deve interagire con finestre, grate e quant’altro. Anche il sonoro sembra fare la sua parte, con rumori ambientali decisamente adatti al contesto: per queste ed altre considerazioni tecniche, in ogni caso, sarà il caso di aspettare la nostra analisi definitiva.

– La struttura open world continua a incuriosire

– Continuità stilistica evidente con il primo capitolo

– Miglioramenti nella fluidità dei combattimenti

Mirror’s Edge Catalyst sembra essere un titolo capace di riproporre in maniera positiva l’atmosfera del capitolo originale, affiancando il tutto a una struttura open world che porta come conseguenza un’espansione sia del gameplay, che della narrativa. La rinnovata attenzione alle fasi di combattimento corpo a corpo, una storia più organica, e una cura stilistica che sembra andare nella giusta direzione, fanno ben sperare. Rimane qualche dubbio sulla qualità delle missioni secondarie, nonché sul livello complessivo di difficoltà, che sembra essere ritoccato verso il basso. In ogni caso, considerato il mese abbondante che ci separa dall’uscita, non è ancora tempo per esibirsi in salti, corse sui muri e altri numeri del genere: nell’attesa, allora, vi invitiamo a rimanere su queste pagine per tutte le news e gli approfondimenti del caso.

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