Di Metal Gear Survive abbiamo già detto molto durante la nostra ultima prova a Los Angeles: il titolo non si è presentato al meglio delle sue possibilità, soprattutto là dove risulta ancora un reskin di Metal Gear Solid V con elementi narrativi che, onestamente, non riusciamo a decifrare adeguatamente. Se non avesse un brand enorme alle spalle, insomma, il titolo Konami risulterebbe essere un normale TPS con elementi survival che non riesce a offrire nulla di unico e di particolare, tanto da lasciarci convincere e sedurre. Fatto sta che la presentazione della Gamescom ci ha permesso di tornare a mettere le mani su Metal Gear Survive per approfondire alcune tematiche, a partire da quella che è la gestione del nostro hub, in una modalità single player che non avevamo potuto testare all’E3.
Come ti cambio la Mother BaseSiamo quindi andati alla scoperta della Base Camp, la nostra base dalla quale partiremo ogni volta per raggiungere un obiettivo preciso e, di conseguenza, un dungeon o una missione in coop da risolvere. La nostra base, un po’ come avveniva per la Mother Base di Metal Gear Solid V, crescerà a seconda di ciò che decideremo di fare con essa, dal costruire nuovi edifici fino al migliorare quelli già esistenti: una sorta di gestionale sui generis, là dove sarà fondamentale capire cosa può realmente servirci per migliorarci e potenziarci. Il nostro viaggio inizierà proprio da qui, con la possibilità di gestire tantissime azioni e di portare nel nostro zaino decisamente troppa roba. L’hub ci permetterà in ogni caso di imparare nuove skill, di gestire il level up e anche di craftare oggetti che saranno fondamentali per la nostra avventura: sfruttando ciò che ci arriverà direttamente dal loot avremo infatti modo di potenziare il nostro equipaggiamento e anche di creare oggetti completamente nuovi. Gli oggetti più rari si otterranno completando le missioni che decideremo di portare a termine o anche esplorando alcuni dungeon che dovremo necessariamente svuotare dai nostri avversari: durante la presentazione c’è stata mostrata anche un’imboscata che ha messo a dura prova la resistenza del nostro eroe, che è completamente customizzabile. Nonostante il combattimento ci sembrasse più che ingaggiabile, chi gestiva l’azione ha preferito sfruttare l’utilizzo più sfrenato possibile di oggetti di difesa e innalzare delle barriere e delle inferriate che potessero rallentare l’azione avversaria: fin qui tutto ok, se non che pochi secondi dopo il Nostro ha deciso di lanciare una granata contro l’inferriata che è regolarmente esplosa colpendo i vari zombie e lasciando illesi noi, come se non vi fosse altro che un muro invisibile tra di noi. Probabili problemi dovuti a una fase ancora alpha del titolo, che nella sua sessione di hands on immediatamente successiva ha proposto la stessa mappa di un mese e mezzo fa, senza aggiungere nulla di più e senza proporre migliorie di ogni sorta possibile.
Crea la tua armaDetto questo, all’inizio della nostra avventura avremo un equipaggiamento molto semplice e basilare, che non ci permetterà di compiere grandi scorribande e grandi assalti a gruppi di zombie: col tempo, però, sarà possibile sfruttare al meglio le nostre competenze nel crafting, riuscendo in ogni caso anche a tenere d’occhio quelle che sono le nostre esigenze vitali. Essendo d’altronde un survival game, Metal Gear ci mette dinanzi alla necessità di tenere alti gli indicatori della fame e dell’acqua, per non ridurre la nostra barra della stamina, che ne risentirebbe gravemente e ci porterebbe a condurre le nostre sfide in maniera del tutto errata e non al massimo delle nostre possibilità. Il crafting, per come ci è stato mostrato, non ci ha esaltato moltissimo, perché la realizzazione di proiettili e di qualsiasi altro utensile utile per la nostra sopravvivenza è stato ricreato in maniera meccanica e nulla più. Non abbiamo ancora visto oggetti ritenuti essere epici o comunque migliori di quelli base, che a ogni ritorno alla Base Camp vedremo listati e organizzati in un menù che li spingerà poi in una sorta di archivio o di magazzino. Potrete in ogni momento decidere se buttarli via o se tenerli con voi, così da poterli poi utilizzare quando ve ne sarà bisogno.
– Crafting e custom sono ben pensati
Metal Gear Survive, insomma, ha aggiunto qualche elemento al suo ostico sviluppo: la modalità single player può sicuramente aggiungere qualcosa di interessante all’intera esperienza, ma per adesso non avendola provata a fondo non possiamo capire quanto possa alzare la valutazione finale. Confidiamo di poter avere presto un hands on di tutto ciò che Metal Gear Survive potrà offrire nel 2018.