Metal Gear Survive, le prime impressioni sul single player
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a cura di Gottlieb
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: Konami
- Produttore: Konami
- Piattaforme: PC , PS4 , XONE
- Generi: Azione
- Data di uscita: 22 febbraio 2018
“Cerchiamo di non essere miopi, cerchiamo di valutare il prodotto per quello che viene proposto”. L’avrò ripetuto, oramai, fino allo sfinimento, in tutte le live e anche in un episodio di Ho ucciso io Mufasa. Metal Gear Survive è uno spin-off, pertanto prendiamolo come tale: non è un episodio canonico della serie, ma un’aggiunta che possiamo anche decidere di saltare a pie’ pari o di acquistare, sfruttando il prezzo budget proposto da Konami. Di Metal Gear senza Hideo Kojima ne abbiamo già avuti, di Final Fantasy senza Hironobu Sakaguchi, per esempio, ne stiamo avendo oramai da dieci anni, di brand senza i propri genitori ne avremo sempre. D’altronde che Metal Gear Survive per adesso, in queste prime 6 ore di gioco, non si sia mostrato come un capolavoro è un dato di fatto, ma qualche elemento degno di destare curiosità e di spingerci a giocare c’è. Quindi ve ne parlo adesso.
Lasciate ogni speranzaSenza dilungarci troppo sulla trama, che abbiamo già spiegato in varie occasioni essere un what if parallelo alla fine di Metal Gear Solid V e delle vicende di Venom Snake, possiamo subito affermare che nelle prime sei ore di gioco non abbiamo trovato elementi degni di nota: la sceneggiatura è molto piatta, i dialoghi attraverso il codec non si esaltano né ci propongono qualcosa di interessante. Anzi, spesso gli elementi in gioco, leggasi nuovi componenti del team, missioni da accettare, scoperte compiute da Vergil, sono introdotti in maniera lenta e cadenzata, rallentando di molto il ritmo dell’azione. Ciò che maggiormente ci ha affascinato, onestamente, è l’insistenza con la quale Konami ha voluto creare metafore e collegamenti alla Divina Commedia di Dante: la città nella quale ci troveremo è quella di Dite, la città infernale dove è situato il sesto cerchio dell’Inferno. Dante e Virgilio vi giungono nel canto VIII della Commedia e in Metal Gear Survive, al centro della nostra base operativa, troveremo proprio il già citato Vergil, un’intelligenza artificiale che veste i panni di Comandante, nonché di hub per l’accettazione di nuove missioni e da linea guida per tutto il nostro percorso verso la sopravvivenza. Allo stesso modo il fronteggiare i Vaganti che ci si pareranno innanzi sembra quasi uno scendere nelle profondità degli inferi, muniti in alcuni casi di bombole d’ossigeno per contrastare la Polvere o addirittura per affondare nelle rovine. Queste ultime hanno rappresentato uno degli aspetti, per ora, più interessanti dell’esplorazione: al di là di quelle che sono le lande tendenti al desertico di Dite, che ci hanno costretto a più riprese a vagare nel vuoto per trovare degli animali da uccidere e da cucinare, entrare nelle rovine, dei veri e propri dungeon della mappa, ci ha permesso di districarci anche in degli accenni di labirinti, tra porte da aprire, Vaganti appostati per un assalto e loot da raccogliere da diversi contenitori, fondamentali per ottenere nuove ricette. Non ne abbiamo rintracciati molti per ora, ma la speranza è che nelle prossime ore di gioco ci si possa inserire ancora di più all’interno di questi cunicoli, per affrontare anche un aspetto molto più di ricerca che esclusivamente votato alla sopravvivenza.
Voi che entrateProprio riguardo le meccaniche survival per adesso, diversamente dalla curiosità che ci aveva destato nelle nostre prime tre ore di gioco a Parigi negli studi di Konami, vogliamo stendere un velo pietoso. Purtroppo il concetto di sopravvivenza è stato pesantemente esasperato e fino a quando non riuscirete ad allestire al vostro campo base un campo di patate, un allevamento di ovili e degli abbeveratoi per avere sempre dell’acqua pulita da bere, il tutto sarà pesantemente noioso e frustrante: il respawn degli animali non ci è sembrato così immediato da poter fronteggiare la nostra incredibile voglia di cibo, quasi del tutto innaturale ma forse giustificata solo dallo sforzo che stiamo compiendo nel combattere contro i Vaganti. In fin troppe occasioni, inoltre, ci siamo ritrovati con la bussola completamente smarrita, con buona pace di Trebisonda, a causa soprattutto degli indicatori che vengono totalmente annullati quando si entra nella Polvere: è indubbio che tale aspetto esalta la necessità di orientarsi e vuole insistere sulla difficoltà di sopravvivere in un ambiente ostile, ma dall’altro lato ci ha costretto più volte a crollare al suolo e affidarci a delle pillole ricostituenti, una sorta di coda di fenice che ci ha riportato in vita con gli indicatori tutti al massimo. È scontato, quindi, che Metal Gear Survive vi dica di partire sempre preparati per ogni missione, ma a volte la smania di raggiungere l’obiettivo successivo vi porterà a dimenticarvi di procacciarvi il cibo, così come la ricerca di pecore, montoni, lupi e altri animali da cucinare non sarà sempre agevole, come già detto, e vi ritroverete ad andare in giro a cercare cibo con l’indicatore della fame già a zero. Ci vuole previdenza, prevenzione e lungimiranza: Survive è un titolo che vi punisce e che vi rende difficile qualsiasi tipo di azione, se non fate attenzione. Le meccaniche di questo tipo restano, però, molto scolastiche come d’altronde anche il crafting: non ci sono grandi novità sotto quest’aspetto, ma sicuramente la gioia di poter realizzare un’arma nuova trovando una ricetta nelle nostre continue ricerche dona qualche brivido. Dinanzi a un gameplay molto piatto, che ci ha costretto ad avere sempre il medesimo approccio agli scontri con i Vaganti, ossia lancio di molotov, tra l’altro dispendiosissime, utilizzo di un arco e di svariate frecce, per fortuna recuperabili, e installazioni di recinzioni dietro le quali affondare la nostra lancia in stile The Walking Dead, l’unico spunto affascinante è arrivato dalla gestione del campo base: fin dove siamo arrivati abbiamo recuperato qualche membro in più del nostro team, tra cui un’ex infermiera, che abbiamo subito allocato alle attività mediche, potenziando tale aspetto e generando, quindi, dei bendaggi aggiuntivi, utili per curarci. Allo stesso modo lo sviluppo degli altri settori potrà essere affidato ad altri membri del party, che confidiamo possano aumentare nel corso dell’avventura.
– L’esplorazione dei dungeon è quantomeno curiosa
– Gameplay scolastico, da valutare più profondamente
Per ora il giudizio su Metal Gear Survive non può essere completo: abbiamo già intuito che Konami ha voluto portare a casa il compitino, con un gameplay molto scolastico e che non si lascia andare a niente di eccezionale. La sceneggiatura è l’aspetto più disarmante, per ora, dell’intero titolo, ma non è detto non ci possa essere qualche risvolto interessante andando avanti nell’avventura. Possiamo già dirvi che l’esperienza nella città di Dite termina relativamente presto e che vi troverete ad allargare la vostra mappa scoprendo nuovi campi base. C’è da capire in che modo i nostri sforzi riversati nell’allestimento di un iniziale ottimo campo base verranno vanificati, per evitare un effetto Dragon Quest Builders, ma per questo e tutti gli altri aspetti vi rimandiamo alla review, all’inizio della prossima settimana.
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