Nell’aprile del 2013, Hideo Kojima aveva affidato a Twitter uno dei suoi tanti desideri di sviluppo, tra il gioco in realtà virtuale e l’horror con Guillermo del Toro: “mi piacerebbe realizzare un vero gioco di zombie”. Ora che l’ideatore della serie ha salutato per sempre Metal Gear ed è impegnato con il suo Death Stranding, non sappiamo se effettivamente, in futuro, troverà il tempo e il modo di dare sfogo alla sua vena The Walking Dead. Sicuramente, nessuno avrebbe potuto prevedere, fino a qualche mese fa, che un gioco survival con creature simil-zombie potesse diventare uno spin-off della serie di Solid Snake, Big Boss e compagni. Non ci si sorprende troppo se, dopo il fumo che circonda l’addio tra Kojima e Konami e il fatto che il primo annuncio a tema Metal Gear della casa giapponese sia stato il pachinko di Snake Eater e il secondo Metal Gear Survive, la reazione degli affezionati della saga sia stata parecchio scettica. Verso quale direzione sta andando Metal Gear? Per ora, verso quella della sopravvivenza. Un’idea nella quale Konami crede fermamente, e che ha voluto mostrare più nel dettaglio nel corso del Tokyo Game Show.
Cose dell’altro mondo
Ricordiamo una premessa importante: Metal Gear Survive è uno spin-off che non si collega agli eventi canonici della serie, un po’ come accaduto in passato a giochi come Metal Gear Ac!d, Metal Gear Solid: Ghost Babel e Snake’s Revenge, per citarne alcuni. Pur prendendo piede al termine di Metal Gear Solid V: Ground Zeroes, il survival game made in Konami vede i soldati della Mother Base protagonisti venire trascinati in un altro mondo, forse perfino un’altra dimensione, da un inspiegabile wormhole. Qui, in un universo in rovina, dovranno vedersela con un ambiente crudele e creature assassine, nel disperato tentativo di tornare a casa.
La premessa narrativa è praticamente sconcertante e non si prende per niente sul serio (l’estremo opposto del deus ex machina a colpi di nanomacchine a cui eravamo abituati), ma trattandosi solo di un pretesto per proporre uno spin-off che non punta in alcun modo sulla storia, almeno in questo caso non c’è molto di cui preoccuparsi.
Segnaliamo inoltre, fin da ora, che come si era capito dal video di annuncio del gioco, non si tratta di un lavoro completamente originale: il riciclo di asset da Metal Gear Solid V: The Phantom Pain è palese, tra modelli, scenari, animazioni, equipaggiamenti, meccaniche di gameplay, effetti sonori, chat di Metal Gear Online e quant’altro, anche se il gioco introduce alcune importanti novità.
Metal Gear Survive vuole quindi proporre una variante per il gameplay brillante dell’ultimo Metal Gear di Kojima, provando ad affiancare allo stealth la carta della sopravvivenza. Secondo quanto mostrato al Tokyo Game Show, le diverse missioni della campagna—che come era stato anticipato potremo completare sia in co-op che in solitaria—si potranno comporre di due fasi distinte: quella di conquista e quella di difesa. Vediamole nel dettaglio.
Alla conquista dell’Afghanistan
Cominciata la missione, i quattro personaggi—ciascuno controllato da un giocatore e sempre in contatto con gli altri tramite chat di frasi preimpostate—saranno intenti a raggiungere il punto della mappa afghana in cui devono piazzare un trasmettitore. Nel corso del loro percorso, oltre a risorse che gli saranno utili a sopravvivere, si imbatteranno anche nei tanti discussi nemici, “le creature”, come le chiamano gli autori: questi ultimi, che riprendono pari pari le animazioni degli infetti già visti in Metal Gear Solid V, sono dei veri e propri zombie che dovremo eludere per riuscire a proseguire indisturbati. Nel gameplay mostrato, tuttavia, le dinamiche stealth non sono riuscite a farsi apprezzare pienamente a causa dell’intelligenza artificiale ridottissima dei nemici: le creature, infatti, non vedono, ma possono essere attirare da suoni e odori. Tuttavia, non hanno reazioni a ciò che succede, il che vi facilita il lavoro: se, ad esempio, stanno arrivando verso di voi quattro nemici e lanciate una molotov per incendiare il passaggio, non devieranno mai il loro percorso, nemmeno dopo che i primi avranno già cominciato a bruciare. Stessa cosa accade quando ne sorprendente due vicini insieme ad un compagno: il primo non si accorgerà mai che avete attaccato il secondo, anche se la cosa produce rumore. Potrete comunque sfruttare i loro sensi a vostro vantaggio, magari lanciando una bottiglia un po’ in stile The Last of Us per attirarli lontano, o perfino facendo rumoreggiare un’immancabile pecora servendovi dell’ormai celebre sistema Fulton per farla fluttuare per un po’.
Tra le altre caratteristiche delle creature, gli sviluppatori hanno introdotto alcune aree sensibili: sorprendendole alle spalle, ad esempio, potrete ucciderle con una singola coltellata, mentre colpendo il corno potrete stordirle per qualche secondo (vi ricordate cosa succedeva in Metal Gear Solid 2 se eravate abbastanza rapidi da colpire il “!” sulla testa del nemico? Ecco, ndr). Appresi questi dettagli, dovrebbe essere quindi abbastanza semplice aver ragione dei nemici, almeno fino a quando non saranno in numero elevato in ambienti ristretti. Nel gameplay mostrato si è comunque detto che le creature viste fino ad ora sono quelle che incontreremo più spesso, ma non le sole. Speriamo, quindi, che le altre possano offrire un maggior livello di sfida.
Oltre ad armi classiche, come fucile, fucile a pompa e pistola, gli sviluppatori hanno introdotto in Metal Gear Survive anche armamenti più rudimentali e di fortuna: potrete quindi selezionare lancia, machete e arco. Tra quelle fino ad ora mostrate, l’arco ci è sembrata quella che lascia più perplessi, più che altro per la sua evidente inefficacia nei momenti in cui l’azione si fa più netta, che non mancheranno. La lancia consente di sferrare attacchi anche attraverso recinzioni e reti, mentre il machete è utilizzabile in catene di colpi a corto raggio, per ora non pienamente convincenti ma apparentemente efficaci. Vedremo, con il procedere dello sviluppo, come migliorerà l’implementazione di queste armi.
Dal momento che si tratta di un gioco in cooperativa, collaborare con i vostri compagni dovrebbe rendere le cose molto più semplici: potrete quindi utilizzare il binocolo, già utilissimo in MGSV, per dare un’occhiata in giro da una posizione di vantaggio, segnalando ai vostri commilitoni eventuali pericoli o punti d’interesse, come ad esempio casse di risorse. Come accennavamo poc’anzi, queste ultime saranno di importanza vitale—letteralmente: tra i diversi utilizzi, infatti, potremo servircene in una schermata di cura tutta nuova, che rimanda i ricordi a quella dell’eterno Metal Gear Solid 3: Snake Eater. Se, ad esempio, una creatura dovesse riuscire a ferirci una gamba, il nostro malcapitato alter-ego prenderebbe a zoppicare e sarebbe necessario servirsi della schermata di cura per risolvere il problema. La gravità delle ferite viene indicata da una percentuale (più alto è il numero, maggiore il danno) che si riduce via via che utilizzate le vostre risorse per arginare il problema. Attendiamo di scoprire se in futuro saranno svelati più dettagli su questo ritorno, e se magari come in MGS3 sarà possibile utilizzare oggetti diversi per tipologie di ferite differenti.
Schierarsi in difesa
Mentre, come si diceva, le meccaniche stealth non sembrano valorizzate appieno dalla proverbiale scarsa intelligenza delle creature simil-zombie, tutta la parte di gioco relativa alla sopravvivenza vera e propria vuole essere la novità di punta di Metal Gear Survive: quando, nel gameplay mostrato, si è eseguito l’accesso all’iDroid, abbiamo notato alcune novità rispetto a The Phantom Pain: prima di tutto, troviamo non solo la barra vita ma anche la barra stamina, anche lei di snakeeateriana memoria. Inoltre, ci sono degli indicatori che fanno riferimento al livello di fame e di sete del nostro soldato, oltre al peso massimo trasportabile. Apprendiamo anche che sarà possibile portare con sé tre armi principali (come carabina, fucile d’assalto, lancia, arco e così via) e tre armi secondarie (pistola automatica, revolver eccetera). Ad esse, si affiancano fino a quattro equipaggiamenti indossabili, che comporranno l’outfit del vostro ex MSF. Da notare che, per ciascuno di essi, viene mostrata una percentuale, che ne rappresenta probabilmente il danneggiamento: più la percentuale sarà bassa, minori saranno i benefici del nostro corpetto antiproiettile, ad esempio. Comunque, per ora Konami non ha ancora precisato nulla sui diversi equipaggiamenti, né sulle meccaniche di nutrizione del nostro soldato. Viste queste voci nel menù, però, sarà solo questione di tempo prima di apprenderne tutti i dettagli.
Chiusa la parentesi sull’iDroid, una volta piazzato il trasmettitore i quattro giocatori devono iniziare una nuova fase: difendere l’avamposto. Qui, entrano in azione alcuni dinamiche di sopravvivenza vera e propria, che vi vedranno spendere le risorse in un tavolo da crafting per realizzare armi piazzabili improvvisate e, perché no, barriere utili a respingere l’orda (è il termine ideale per definirla) di creature che cercherà stupidamente di far esplodere il vostro trasmettitore, anche a costo di farsi saltare in aria. Potrete ad esempio creare una staccionata per rendere più difficile l’accesso alla posizione da difendere, o magari incattivirla con un po’ di filo spinato per danneggiare gli assalitori. O, ancora, potrete realizzare una recinzione metallica, consapevoli che, in caso le creature la caricassero in massa, finirebbe comunque per cedere. Da notare che, durante la dimostrazione del gameplay, il commentatore ha precisato che il tavolo da crafting si può utilizzare “anche” direttamente in missione, il che lascia pensare che ci si possa sbizzarrire anche al campo base, un po’ come avveniva alla Mother Base in Phantom Pain.
Nel complesso, la fase di difesa dimentica completamente gli intenti stealth del gioco, proponendo da un lato la necessità di organizzarsi per proteggere l’obiettivo e dall’altro una schiera praticamente infinita di creature che potrete sconfiggere definitivamente in un solo modo: uccidendole. Che sia a colpi di machete, brandendo la lancia, mancando ripetutamente il bersaglio con l’arco o con la vostra doppietta, dovrete trovare il modo di mantenere all’esterno i nemici, costringendoli in piccoli gruppi, con l’intento finale di farli fuori.
– Torna la meccanica di Cura di Metal Gear Solid 3
– Possibilità di crafting di armi ed equipaggiamenti
Metal Gear Survive ha in sé due anime: vorrebbe ereditare la bellezza stealth di Metal Gear Solid V: The Phantom Pain e al contempo proporre meccaniche di sopravvivenza che giustifichino il titolo scelto. Tuttavia, per dare valore allo stealth speriamo in nemici più scaltri delle creature viste fino ad ora—che possano dare maggior filo da torcere ai giocatori più esperti—mentre c’è da sottolineare che le fasi survival di difesa sfociano necessariamente nell’action, con stragi di massa necessarie per bloccare l’assalto. Vedremo nei prossimi mesi quali altre meccaniche si aggiungeranno a quelle mostrate fino ad ora, per andare a completare uno spin-off che attinge a piene mani da MGSV e che, questo è stato già confermato, non sarà venduto a prezzo pieno. Attendiamo però di scoprire e riferirvi quale sarà il costo di listino, considerando che a suo tempo Ground Zeroes arrivò sugli scaffali italiani a 40€.