Ora che Metal Gear Solid V: The Phantom Pain è disponibile, il solo grande assente che ancora si fa aspettare è Metal Gear Online – ossia la sua componente multiplayer competitiva. Come già saprete, il gioco include già una modalità online, quella delle cosiddette FOB, ma è innegabile che la grande attesa sia tutta puntata sulla nuova iterazione di MGO. Precedentemente, abbiamo potuto giocare online a Metal Gear in Metal Gear Solid 3: Subsistence e in Metal Gear Solid 4: Guns of the Patriots. Dal 12 giugno 2012, però – con la chiusura dei server di quest’ultimo – gli amanti dell’online hanno dovuto accontentarsi al massimo di collaborare in Peace Walker. Appare chiaro, insomma, perché ci siano tanto hype e tanta curiosità innanzi al nuovo MGO, che peraltro era rimasto avvolto nel mistero fino al Tokyo Game Show. Adesso che finalmente l’ex Kojima Productions LA ha alzato il sipario sul suo prodotto, ve ne illustriamo le caratteristiche.
Lanciarsi nella mischia
Innanzitutto, Konami ha voluto precisare fin da subito che Metal Gear Online sfrutta in tutto e per tutto le meccaniche di gioco che abbiamo imparato a conoscere in The Phantom Pain. La “sola” differenza, è stato detto a inizio presentazione, è che questa volta potranno essere sfruttate in un ambiente online.
Il primo passo da fare una volta avviato MGO è selezionare il proprio avatar. In questo caso, potete sia utilizzare quello che avete già creato nella modalità campagna, o realizzarne uno tutto nuovo utilizzando il medesimo editor – anche di sesso femminile, per la gioia della sottoscritta. Abbiamo notato che lo stesso account può realizzare più avatar, anche se non è stato precisato quale sarà il limite.
Una volta scelto l’aspetto del vostro alter ego, dovrete decidere tra le tre classi presenti, che prevedono ovviamente differenti stili di gioco. La prima che è stata mostrata è quella dell’Infiltrator: questi soldati vantano movimenti rapidi e sono specializzati in particolar modo nello scontro ravvicinato mediante CQC. Grazie a loro, potrete ad esempio sorprendere i nemici alle spalle – servendovi anche della mimetica ottica, anche se non abbiamo capito se per un tempo limitato o meno. Secondo gli sviluppatori, si tratta però di una classe consigliata sopratutto ai giocatori esperti, dal momento che i novizi potrebbero far registrare parecchie morti, prima di trovare un modo efficace di sorprendere gli avversari. Per loro, invece, è stata pensata la classe degli Scout: questi ultimi sposano caratteristiche di combattenti ad altre da ricognitori. Utilizzandoli, ad esempio, sarete avvantaggiati sopratutto nel combattimento dalla lunga distanza, e potrete spalleggiare a dovere i vostri compagni: un’occhiata di un cecchino scout, infatti, marca rapidamente gli avversari a vista, mostrando la loro posizione anche ai rimanenti membri del team e dando loro un evidente vantaggio tattico. Infine, la terza classe è quella degli Enforcer, ossia degli esperti di combattimento pesante: questi ultimi sono molto forti e possono utilizzare armi distruttive, come i lanciarazzi, e sono consigliati per giocatori di media abilità. È stato anche precisato che sono ovviamente più lenti delle altre due classi – anche in virtù delle corazze che possono indossare – e che non sono particolarmente abili con gli attacchi CQC.
Viste in azione nel gameplay mostrato, le tre classi sembrano essere abbastanza differenziate ed avere un loro perché. La speranza, ovviamente, è che non si rischi un abuso delle mimetiche ottiche nel caso degli Infiltrator, mentre rimane da vedere quale sarà l’impatto sui match dell’apporto degli Scout e del loro tag rapido.
Variare è bello
Una volta deciso il tutto, saremo pronti a lanciarci nella mischia. Potremo quindi creare una nostra partita, o unirci ad una già in corso. Abbiamo visto nella demo mostrata al Tokyo Game Show che, nel primo caso, è possibile mettere in sequenza fino a cinque match, decidendone ovviamente numero di partecipanti e, singolarmente, ambientazione e modalità di gioco. Il vostro soldato può equipaggiarsi con fino a due armi principali – che se ricalcano quanto visto nel single player, saranno una da fianco e una sulle spalle – e due armi secondarie – una cosciale e una non meglio precisata, dato che nella campagna quello slot è occupato dal braccio bionico. In aggiunta, potrà portare con sé anche tre armi di supporto, come fumogeni, granate, mine e diversivi, e tre oggetti, come la scatola di cartone, la pentazemina o il visore termico. Attenzione, però, perché la velocità di base del vostro avatar sarà influenzata dal peso di ciò che vi porterete addosso. Se, insomma, volete muovervi rapidamente, è sconsigliabile caricarsi di armi dal peso considerevole. Gli sviluppatori hanno poi precisato che ogni personaggio potrà anche equipaggiare tre abilità a vostra scelta, che renderanno ulteriormente specifiche le sue competenze, e che al momento non sono state però ancora rese note.
Ora che siamo finalmente pronti per lo scontro, è il momento del match vero e proprio. Le modalità presenti saranno diverse, anche se per ora ne sono state annunciate solo alcune, e mostrata solo una: si tratta di Bounty Hunter, ossia di una rivisitazione del Team Deathmatch classico. Vediamo quindi la mappa di gioco in alto a sinistra, insieme ai ticket delle due squadre e al tempo rimanente. La particolarità data da MGO alla formula è che potrete non solo uccidere i vostri avversari ma anche, se abbastanza abili, stordirli per poi portarli via dal campo di battaglia con il sistema di recupero Fulton. La grande differenza risiede nel punteggio: una cosiddetta kill, infatti, vi consente di far decrescere di un punto i ticket avversari, mentre riuscire ad eseguire il recupero Fulton del malcapitato somma al punteggio della vostra squadra tanti ticket quante erano le uccisioni compiute dall’avversario. Questa statistica, indicata come taglia, “bounty”, è mostrata sulla testa di ciascun personaggio, e consente quindi di pianificare il da farsi in base a chi avete di fronte. Nel caso di quanto mostrato al Tokyo Game Show, il giocatore e il suo team erano in netto svantaggio, fino a quando non hanno recuperato un avversario con una taglia altissima, ribaltando completamente il punteggio e vincendo l’incontro. Grazie a questa particolarità, quindi, il classico scontro a squadre dovrebbe godere di nuova linfa, ed i giocatori sarebbero spinti anche a tentare il CQC e il contatto ravvicinato, per concludere il recupero Fulton di un nemico.
Sul sito ufficiale del gioco, sono state annunciate anche alcune ulteriori modalità. Troviamo, ad esempio, Cloak and Dagger: in quest’ultima, abbiamo una squadra di difesa e una di attacco, con i primi che hanno armi letali ed i secondi non letali. Lo scopo della squadra d’assalto è quello di recuperare dei dischi di dati presenti nella mappa, strenuamente difesi dagli avversari, per poi caricarne il contenuto in un altro punto designato della mappa entro il tempo limite. Attenzione, però, perché in questo caso avete una sola possibilità di rimanere sul campo, ed alla vostra morte non seguirà alcun respawn fino alla fine del round.
Altra modalità svelata dal sito è Comm Control: si tratta, in buona sostanza, di una reinterpretazione della vecchia conquista delle basi del precedente MGO, nella quale dovrete prendere il controllo del maggior numero possibile di punti di comunicazione, stazionando al loro interno per un determinato lasso di tempo. Al termine del round, vince la squadra che ne ha conquistati di più.
In attesa di scoprire quali saranno le ulteriori modalità presenti, possiamo dire che la varietà dovrebbe essere garantita anche dalle diverse mappe che saranno incluse fin da subito nel gioco: la prima, “Jade Forest”, è ambientata nella giungla africana. Abbiamo poi “Red Fortress” – fortezza sovietica in Afghanistan – “Gray Rampart” – ossia una enorme diga che caratterizza una mappa spezzata in due da ponti e da un fiume – e “Amber Station” – raffineria che vi consentirà di giocare sopratutto in verticale. Infine, torna anche quel Camp Omega protagonista di Ground Zeroes, che in questo caso è ribattezzato “Black Site”.
Con le unghie, i denti e i peluche
Abbiamo capito che, con le classi e le caratteristiche differenti di mappe e modalità, MGO voglia puntare sulla varietà. Per farlo, e per cercare di garantire che tutti i match possano svolgersi in modi sempre differenti e non sapere di già visto, sono state introdotte anche alcune meccaniche appositamente pensate: una di esse è la possibilità di stabilire un legame con un compagno di squadra. Salutandolo e accettando di instaurare il rapporto, potrete infatti lavorare in coppia – proprio come visto con le Spalle nella campagna – condividendo informazioni, avendo sempre a vista la posizione del vostro alleato e vedendo grazie ad un laser blu anche verso dove quest’ultimo sta rivolgendo le sue armi. Via via che la vostra collaborazione si farà proficua e l’affinità aumenterà (non è ancora chiaro in che modo), potrete sbloccare anche nuove interazioni: raggiungendo il 50%, ad esempio, potrete decidere di fare respawn nella posizione del vostro compagno, mentre raggiungendo il 100% potrete utilizzare il sistema wormhole già visto nel single-player per teletrasportarvi vicino a lui in qualsiasi momento. Questi legami possono essere stabiliti o sciolti in qualsiasi momento, accettando magari il supporto di un differente compagno, magari più vantaggioso in una determinata situazione.
Per aggiungere pepe, non potevano ovviamente mancare elementi legati all’umorismo della serie: attenzione, quindi, alle scatole di cartone sospette, e in particolar modo agli adorabili peluche di D-Dog, che se visti dal giocatore mentre magari sta prendendo in analisi l’area circostante con i binocoli, ne bloccherebbero l’avatar perché sopraffatto dalla troppa tenerezza. In buona sostanza, insomma, addio vecchie riviste hot, benvenuta morbidezza.
Tra le altre meccaniche mostrate, è stato posto anche l’accento sulla possibilità di interrogare i vostri avversari: come nelle campagna, afferrare il nemico alle spalle vi offre la possibilità di interrogarlo, estrapolando informazioni di importanza vitale. In questo caso, il malcapitato rivelerà la posizione dei suoi compagni, marcandoli nella vostra schermata.
Infine, è già stato annunciato che, come nel precedente Metal Gear Online, tornano ancora una volta i personaggi unici: se, nel caso di Guns of the Patriots, era stato necessario attendere il primo DLC per giocare con i primi due proposti (che all’epoca furono Meryl e Akiba, seguiti poi da altri come Liquid Ocelot, Mei Ling, Vamp e Raiden), a quanto pare in questa nuova iterazione avremo la possibilità di vestire fin da subito i panni di Venom Snake e di Ocelot. Il primo porterà con sé il suo braccio bionico, nella variante razzo che vi consentirà di lanciarlo e controllarlo come fosse un missile Nikita, mentre il secondo, con i suoi revolver, potrà far rimbalzare i proiettili, in un attacco che è suo marchio di fabbrica e che consente di stanare gli avversari che pensano ingenuamente di essere al riparo dal fuoco nemico. Vedremo in futuro se arriveranno ulteriori personaggi unici, e quali saranno.
Infine, segnaliamo fin da ora che Konami ha fatto sapere che non sarà supportato il cross-play tra piattaforme di diverse famiglie, specificando che “gli utenti PlayStation giocheranno con quelli PlayStation e quelli Xbox con quelli Xbox”.
– Classi e modalità molto differenziate
– Componente tattica concreta
Metal Gear Online sarà lanciato gratuitamente per tutti i possessori di Metal Gear Solid V: The Phantom Pain il prossimo 6 ottobre. Quanto visto al Tokyo Game Show sembra promettere indubbiamente non solo momenti di divertimento, ma anche una componente di tattica e pianificazione che dovrebbe evitare le corse folli con il solo intento di uccidere quanti più avversari possibili. L’opportunità di stabilire un legame e di cooperare, ad esempio, dovrebbe favorire il gioco di squadra, ed anche la differenziazione delle classi e il fatto che venga premiato il Recupero Fulton dei nemici, ben più difficile da compiere di una semplice uccisione dalla distanza, dovrebbe aiutare a fare di questo nuovo MGO un’esperienza sia divertente che intelligente, piuttosto che meramente frenetica.
Per scoprire se queste impressioni saranno o meno confermate dal prodotto completo, l’attesa è ormai abbastanza breve.