Majin And The Forsaken Kingdom
Advertisement
a cura di Mugo
All’interno del media videoludico (e non solo), ci sono due tipi di contenuti definibili “maturi”: il primo è legato alla rappresentazione audiovisiva di violenza e sesso, il secondo è invece rappresentato dalla trattazione di temi che necessitano di un’adeguata maturità per la loro comprensione. E’ molto facile creare un gioco maturo infarcendolo di sangue, donne svestite e linguaggio scurrile, più complesso è caratterizzare un titolo con tematiche in grado di far riflettere o di mandare un messaggio ai giocatori, che non sia necessariamente il solito “ammazza i cattivi” o “depersonalizza la donna”. Gli sviluppatori di Majin And The Forsaken Kingdom cercano di muoversi in questa direzione, creando un titolo che, nelle loro intenzioni, sarà giocato dagli adulti e guardato dai bambini per il suo stile grafico colorato e per l’ottima caratterizzazione di uno dei due protagonisti, il bestione Majin. Dopo averlo provato alla recente GamesCOM, abbiamo nuovamente messo occhi e mani sul prodotto a poche settimane dall’uscita in Europa, di seguito le nostre impressioni.
Solid LinkPer diretta ammissione degli sviluppatori, il titolo in questione offre dal punto di vista del gamplay un’esperienza a metà tra The Legend Of Zelda e Metal Gear Solid grazie a fasi esplorative, enigmi e meccaniche stealth. Ma facciamo un passo indietro, il nostro protagonista (in realtà il solito archetipo di eroe per caso) è Tepeu, un ladruncolo che si ritrova a liberare il demone buono Majin dal mondo delle tenebre che ha invaso quello che una volta era un pacifico e prospero regno fatato. Il nostro, dunque, aiutato dal demone tontolone (doppiato in italiano da Pietro Ubaldi, nota voce di tanti cartoni animati) dovrà farsi strada facendo conto sulla forza e sulle capacità speciali del suo ingombrante compagno. Da solo, infatti, Tepeu non sarà in grado di sconfiggere tutti i nemici che gli si pareranno contro o di risolvere i puzzle proposti dagli sviluppatori, una giocabilità dunque fondata sul bilanciamento tra la velocità di uno e la forza dell’altro, forza che verrà sfruttata per sollevare pietre, aprire porte, combattere (grazie anche a poteri magici via via sbloccabili che permetteranno l’uso di diversi elementi quali fuoco ed acqua) ed altro ancora.Non si sarà sempre in compagnia del bestione con le foglie sulla schiena, però e una volta soli si incontreranno delle fasi più stealth che richiederanno al giocatore di sgattaiolare tra i nemici che si muoveranno secondo percorsi prestabiliti e dotati di un cono visivo in maniera del tutto simile a quanto apprezzato tante volte nelle avventure di Snake; simile ai titoli di Kojima sarà anche il suono di allerta dei nemici, ad un primo ascolto praticamente identico a quello dei giochi Konami. Questo non vuol dire che non sarà possibile combattere a viso aperto, ma sarà sempre consigliabile farlo in compagnia del Majin, il quale sarà anche capace di curare le nostre ferite, di distrarre i nemici e di permetterci di fare attacchi combinati con i suoi (una volta caricata l’apposita barra) per un’effettività maggiore.Dal punto di vista complessivo ci è parso che il livello di difficoltà dell’avventura sia leggermente più alto della media dei prodotti cui siamo abituati, elemento che evidenzia ancora una volta l’intenzione degli sviluppatori di rivolgersi ad un pubblico non certo di bambini, al contrario di quanto potrebbe far pensare la caratterizzazione bonaria e colorata di Majin.
EcodemoneDicevamo nell’introduzione che in Majin And The Forsaken Kingdom gli sviluppatori hanno cercato di inserire contenuti rappresentanti tematiche indirizzate ad un interlocutore maturo: la prima di queste a dir la verità ci sembra più trasversale ed è quella dell’amicizia. Il legame tra i due personaggi principali è infatti molto forte e viene sottolineato in continuazione durante le partite. L’altro tema, sicuramente meno comune, è quello dell’ambientalismo: il Majin stesso è un demone un po’ atipico dato che gli crescono dei rami sulla schiena ed è ricoperto di muschio, l’attenzione verso l’ambiente poi ci è stata più volte menzionata come un necessario passaggio nell’evoluzione del genere umano. Certo, il tema dell’amicizia è quasi inflazionato, ma non fa mai male ricordarlo, mentre quello ecologico è meno comune e dimostra come anche nel mondo dei videogiochi si stia facendo strada una maggiore consapevolezza della cura necessaria per il nostro pianeta ed il suo ecosistema. Relativamente a quest’ultimo possiamo citare la realizzazione di un mondo di gioco colorato, vivo e ricco di particolari anche se non sempre perfetto dal punto di vista tecnico al contrario dei personaggi, ben modellati e caratterizzati (sebbene Tepeun sia un po’ anonimo sotto questo punto di vista). Namco Bandai, per voce degli sviluppatori del titolo, ha rivelato la sua intenzione di creare un franchise da evolvere attraverso l’uso di altri media dedicato al demone, abbiamo potuto vedere un peluches che sicuramente farà presa sui bambini (al momento solo quelli giapponesi).
– Ottima caratterizzazione di Majin
– Tematiche interessanti
– Mix di esplorazione e azione
Majin And The Forsaken Kingdom ci è parso un titolo da tenere d’occhio per tutti gli amanti dei titoli d’avventura: tecnicamente ben realizzato e difficile quanto basta, infatti, sembra in grado di fare la gioia di quei giocatori alla ricerca di un’esperienza insieme divertente ed appagante grazie al mix di azione e puzzle, certo sarà necessaria una prova più approfondita per scoprire se questi due elementi abbiano goduto di un sapiente dosaggio. Il titolo è in arrivo il 25 novembre prossimo per Playstation 3 e Xbox 360, proprio in tempo per la finestra natalizia, nell’attesa continuate a seguirci per tutti gli aggiornamenti sulla produzione Game Republic.
Advertisement