Quando si è in guerra prendersi una pallottola può essere una bella fortuna: se il piombo nemico non tocca organi vitali, lo sfortunato evento può infatti trasformarsi in un temporaneo biglietto per casa. Corre l’anno 1940, ed è proprio grazie ad un proiettile tedesco che il giovane Vito Scaletta torna nella città natale di Empire Bay, accolto a braccia aperte dalla madre e dalla sorella. Per quanto i due mesi di licenza sembrino inizialmente lunghi, l’ombra del ritorno al fronte non tarda ad incombere. Così, quando il proverbiale “amico di amici” gli offre un escamotage per lasciare per sempre la divisa, Vito non ci pensa due volte. Proprio quando le cose sembrano essersi risolte per il meglio, un fantasma del passato riemerge a turbare l’idillio di cenette in casa e bevute con gli amici: incapace di mantenere oltre il silenzio, la sorella racconta a Vito della grossa somma di denaro che il padre aveva preso in prestito dalla mafia poco prima di morire, la quale va ripagata in fretta e con gli interessi a meno di non desiderare “problemi” con la malavita locale.Confuso e spaventato dalla notizia, Vito chiede consiglio all’amico Joe, le cui pessime frequentazioni gli daranno la chance di imbracciare nuovamente le armi, questa volta in nome dei soldi, delle donne facili e delle macchine veloci. Un recente incontro negli studi milanesi del publisher 2K ci ha permesso di prendere per la prima volta in mano il pad e provare di persona Mafia II, la cui data di rilascio è per ora collocata il 27 agosto 2010. Vediamo com’è andata.
Big city lifeDopo un breve video riassuntivo che ci ha permesso di farci un’idea relativamente all’incipit, ci siamo immersi tra le vie di Empire Bay con il duplice scopo di fare un giro “turistico” ed affrontare “Wild Ones”, una missione di prova collocata poco dopo l’inizio della storia. Il tutto comincia nell’appartamento di Joe Barbaro, dove Vito si sveglia assonnato e con l’aria di chi ha avuto una nottata impegnativa. Pad alla mano, un giro tra le stanze del piccolo flat ha messo in luce la grande quantità di elementi interattivi: dal frigorifero era possibile prendere cibi o bevande in quantità (non abbiamo saputo resistere ad una sostanziosa colazione a base di birra), il telefono permetteva di effettuare chiamate ai vari contatti (siamo certi che questo tornerà utile nel corso delle missioni) mentre il guardaroba era fornito di diversi completi, dal classico gessato alla siciliana fino ad un più sobrio giubbotto di pelle e jeans. Optato per quest’ultima e meno appariscente soluzione ci siamo calati nel traffico cittadino. Nel garage abbiamo trovato un’interessante selezione di tre macchine: per quanto il tipico design anni ’40 sia affascinante in ogni sua forma, abbiamo deciso per la cabriolet, irrinunciabile in una giornata di sole. L’impatto con la guida si è rivelato piacevole: scorrere nel traffico cittadino è facile, laddove la natura semplicistica del sistema di controllo si sposa con un traffico abbondante e reattivo, tanto di veicoli quanto di pedoni. Ispirata alle grandi città della East Coast statunitense, in particolare a New York, Empire Bay si è rivelata ricca di attrattive utili a rendere il nostro giro turistico meno sconclusionato del previsto: diversi bar forniti delle più svariate bevande alcooliche (gli anni del proibizionismo sono terminati non molto tempo prima), negozi di armi, boutique di vestiti, autorimesse. Queste ultime in particolare offrono un’interessante ventaglio di opzioni: oltre a riverniciare la macchina ed a cambiare i cerchioni è anche possibile sostituire la targa (operazione necessaria qualora il veicolo entrasse nella “lista nera” della polizia) aggiungendo anche sigle personalizzate. Per quanto il nostro portafogli non ce lo permettesse ancora, abbiamo comunque apprezzato la presenza di modifiche prestazionali per i veicoli, utilissime nel caso le fughe dalla polizia diventino uno sport quotidiano. A proposito di forze dell’ordine, il nostro giro turistico ci ha riservato diversi incontri con i tutori della legge, che come nell’originale Mafia sembrano avere occhi ovunque. Anche solo l’accidentale estrazione di un’arma da fuoco per le vie della città è sufficiente a scatenare le ire dei garanti dell’ordine, i quali diventeranno addirittura aggressivi in caso di rissa: in entrambi i casi un menu a scelta rapida permetterà di optare per un tentativo di fuga o la cara vecchia corruzione. Qualche centone sarà in grado di ammorbidire anche lo sbirro più intransigente: assicuratevi di avere sempre il portafogli pieno. Nel caso si sia costretti a fuggire in macchina la migliore tattica per far perdere le proprie tracce è cambiare spesso strada, “alla GTA“. Oltre al portafogli, è consigliabile tenere ben pieno anche il serbatoio: la benzina si consuma realisticamente, ed occasionalmente un indicatore di riserva ci ricorderà che è tempo per fermarsi ad una stazione di servizio e fare il pieno. Nel complesso il nostro rapido giro per le strade di Empire Bay ha rivelato una città viva e credibile, che rappresenta un ottimo diversivo utile a colmare i “tempi morti” tra una missione e l’altra. A differenza dell’esperienza offerta da GTA infatti, Mafia II proporrà missioni lineari caratterizzate da continui colpi di scena e cambi di ritmo possibili grazie ad un massiccio utilizzo di script, delegando le chance di libera esplorazione al tempo libero tra gli incarichi. Seguendo questo originale concept gli sviluppatori di 2K Czech intendono raggiungere il difficile scopo di far convivere un’ambientazione liberamente esplorabile con una narrazione di stampo cinematografico.
Wild OnesTerminato l’interessante giro per le vie di Empire Bay ci siamo recati al punto d’incontro fissato per l’inizio del nuovo incarico, facilmente raggiungibile grazie alla minimappa. In un ampio cortile di un quartiere dei bassifondi abbiamo trovato ad attenderci l’amico Joe Barbaro, come sempre prodigo di “lavoretti” da portare a termine per l’onorata società. Il piatto del giorno consisteva in un ingente carico di sigarette di contrabbando da vendersi direttamente sul posto. Man mano che gli acquirenti si presentavano ci siamo trovati a dover prendere il giusto tipo di sigarette dalle scatole davanti a noi ed a passarlo a Joe, il quale distribuiva ed incassava. Il divertimento è naturalmente durato poco: proprio quando i guadagni cominciavano a moltiplicarsi sul posto si è presentata una gang rivale, decisamente poco incline a farsi invadere il territorio. Forse la cosa si sarebbe potuta risolvere con un po’ di diplomazia, ma la mano pesante di Joe ha complicato tutto: senza neanche il tempo di esibirsi in fantasiose minacce, il boss rivale si è trovato una pallottola in testa. Le cut scene di stampo cinematografico si confermano di grande qualità, caratterizzate da un buon taglio registico e dialoghi sempre frizzanti. La mossa di Joe si è naturalmente rivelata ben più avventata del previsto: inimicarsi una gang rivale non è mai una buona idea. Fortunatamente tra le amicizie di Joe c’era un altro malavitoso in cattivi rapporti con la medesima famiglia, ben disposto a dare una mano per liberarsene una volta per tutte. In sua compagnia ci siamo diretti verso un piccolo diner fuori mano, intenzionati a metterlo a ferro e fuoco. Armati del leggendario Tommy Gun abbiamo scaricato una formidabile quantità di piombo sul locale, godendoci lo spettacolo della distruzione splendidamente riprodotto dal motore di gioco: una rigorosa simulazione della fisica ha infatti dato vita ad un’intensa pioggia di cocci e calcinacci, restituendo appieno tutta l’intensità del momento. Chiusa la faccenda con un paio di molotov, ci siamo diretti verso una fonderia in città, base della gang rivale, per chiudere definitivamente i conti. E’ seguita una lunga sparatoria che ci ha visto avanzare di copertura in copertura tra i meandri dello stabilimento industriale: la grande varietà di armi a disposizione (diversi tipi di revolver, un Garand M1 e l’immancabile Thompson) e la buona fluidità del cover system hanno reso lo scontro a fuoco molto appassionante. Degna di nota si è rivelata anche l’intelligenza Artificale nemica, che nonostante l’energia rigenerativa è riuscita in più di un’occasione a metterci in difficoltà con accerchiamenti e rapidi cambi di posizione. Come sempre la sequenza era arricchita dall’utilizzo degli script, come ad esempio l’arrivo di rinforzi armati di molotov a bordo di camion, che hanno immediatamente scaldato la situazione. Anche questa missione, assieme alle altre visionate durante i precedenti eventi, si è dipanata in diversi momenti, mantenendo alta l’adrenalina grazie ai continui cambi di ambientazione e colpi di scena. Pad alla mano, le sensazioni restituite sono positive, tanto nelle fasi esplorative quanto nei combattimenti. Tecnicamente il titolo si fa riconoscere per un design di spessore, in grado di caratterizzare eccezionalmente l’atmosfera dell’epoca. Il motore proprietario restituisce visuali d’impatto, anche se un po’ di ottimizzazione è ancora necessaria su alcuni fronti, in particolare la fluidità generale, soprattutto delle animazioni; il tempo a disposizione c’è, e confidiamo nelle capacità dei ragazzi di 2K Czech.
– Esplorazione della città ricca di opportunità
– Missioni varie ed adrenaliniche
– Atmosfera anni ’40 ben riprodotta
Provare con mano Mafia II si è rivelata un’esperienza divertente: Empire Bay è un affascinante sandbox di opportunità da esplorare, mentre gettarsi a capofitto nelle missioni regala intense sparatorie, sequenza filmate di grande impatto e continui colpi di scena. Questa natura duale del gameplay offerto dal titolo permette una grande varietà ed alternanza di ritmi nel gocato, che senza dubbio garantiranno al prodotto finito buona longevità e capacità di mantenere salda la presa sul giocatore. Ora che la componente narrativa è ultimata, agli sviluppatori rimangono diversi mesi per ottimizzare e pulire quella che potrebbe rivelarsi una delle sorprese di questo autunno 2010, in altre parole un’offerta che non si potrà proprio rifiutare. Rimanete con noi per tutti gli aggiornamenti, a presto su queste pagine.