Esiste una netta distinzione tra le categorie di giocatori. Ci sono giocatori casual e giocatori hardcore e, sebbene abbiano il comune obiettivo del divertimento, ricercano entrambi una particolare e differente esperienza di gioco. MGXP Pro, nel panorama off-road di Milestone, arriva per soddisfare proprio la parte più agguerrita del pubblico che, dopo il contatto con il terzo capitolo della serie, aveva bisogno di un maggiore tasso di sfida e un maggior tecnicismo del gameplay per ambire ad avvicinarsi al tanto agognato realismo. La natura della motocross europea, infatti, molto tecnica e fortemente dipendente dalla fisica, aveva bisogno di un’ulteriore chiave di lettura, che andasse ad aggiungersi a quella più arcade e quella pseudo-simulativa, già presenti secondo le forme della precedente iterazione della serie.
In quell’occasione, infatti, il passaggio al motore di gioco Unreal fu in grado di donare un nuovo volto sia grafico sia meccanico a un gioco che partiva da una licenza che era di certo interesse a livello ludico.
Per scoprire le nuove caratteristiche del titolo, mettendo mano a una build preparata per una sessione di preview, siamo stati chiamati da Milestone nella loro sede e queste sono le nostre impressioni sul gioco.
Appena avviato MXGP Pro, scopriamo subito una prima novità. Si tratta del nuovo Compound, una zona molto più ampia rispetto al passato (1×1 km) che ospita un piccolo bosco, qualche sentiero e due circuiti: uno preso dalla disciplina della Supercross e uno preso dalla Motocross. L’ambientazione richiama volutamente quella di Esino Lario, una paesino del lecchese, circondato dalle cime della Grigna e dal lago di Como. Le maggiori dimensioni di quest’area servono per prendere subito confidenza, senza i limiti imposti da un circuito, con il rinnovato sistema di gioco e con i meccanismi di gameplay più raffinati che lo popolano. Ci sono infatti tutta una serie di tecniche che ora hanno una corrispondenza univoca con la realtà, come lo scrubs, la gestione in volo, la partenza, la limitazione del drifting, e sono affidate al controllo manuale del giocatore.
Sempre all’interno del Compound, per l’apprendimento delle suddette funzioni, in MXGP Pro si possono organizzare piccole gare disimpegnate e affrontare i tutorial proposti gioco, da quelli base, fino a quelli che spiegano nel dettaglio ogni singola meccanica e che si svolgono similmente alle sfide che si trovano durante il percorso alla patente in un classico GT. Questa evidente concentrazione sulle fasi di apprendimento è dovuta alla profondità del sistema di guida. Dopo il passaggio a un engine physics-based come Unreal, in Milestone hanno lavorato a stretto contatto con i protagonisti della scena competitiva di questo sport, Tim Gajser, Tony Cairoli e Gautier Paulin, per rendere il titolo sempre più realistico, difficile da padroneggiare, ma anche per questo intrigante.
Pro nella sigla del titolo simboleggia proprio la volontà di portare su un altro piano il livello di sfida del gioco. Ovviamente il tutto va a costruirsi sopra l’attuale offerta di MXGP. Il lato arcade non va dunque a perdersi, ma diventa il trampolino di lancio per un’esperienza ben più articolata. Nel dettaglio, avendo spinto al massimo la difficoltà, disattivando tutti gli aiuti, il gioco ha dimostrato di essere molto meno indulgente su tante singole fasi della partita, dagli atterraggi, all’aderenza con il tracciato, soprattutto in condizioni di terreno bagnato. Per non cadere durante i salti bisogna essere più composti, con la ruota posteriore leggermente abbassata, tenendo sempre un occhio alla velocità. Prendere un salto ripido a una velocità troppo elevata porterà a una caduta quasi sicura. Ciò è ancor più vero con i terreni resi fangosi dalla pioggia.
Poi, la scomposizione del pilota in frenata è più marcata, ma anche il fenomeno del drifting è più semplice da far scattare, e richiede un’oculata gestione del gas per essere arginato. Alcune pratiche come studiare il circuito, mollare spesso e volentieri il gas e in generale porre molta più attenzione alle asperità del tracciato sono ora più che mai imprescindibili. A manovella aperta si finisce solo ad aver a che fare con situazioni critiche che portano a una perdita del veicolo o a una perdita di tempo. I solchi hanno un impatto importante sulla permanenza in curva, ma ciò è parallelo al perfezionamento della fisica, sempre più marcata e più evidente nei contatti e negli incidenti.
In MXGP Pro tornano tutte le modalità conosciute in passato, ma per le modifiche alla campagna e per il multiplayer dovremo aspettare un’altra sede di prova (probabilmente quella della recensione) per parlarvene, vista l’assenza in questa build. A livello grafico, pur avendo spremuto il gioco su una normale PS4, i miglioramenti ci sono sembrati già tangibili e siamo curiosi di sperimentarli su PS4 Pro. Le animazioni dei piloti, le texture più dettagliate e un sistema di illuminazione che continua ad affinarsi ci hanno sicuramente lasciato una buona impressione dopo la netta evoluzione apportata dal passaggio al motore Unreal. Durante la prova, poi, siamo incappati in qualche bug talmente evidente da non poter passare inosservato in fasi di polishing e testing, e siamo più che speranzosi di non ritrovarlo in futuro.
– Si punta sulla gestione manuale del veicolo
– Il nuovo compound funziona
Quest’anno Milestone ha lavorato per avvicinare il proprio MXGP alla vera motocross. Lo sforzo congiunto con i piloti della controparte reale è dunque servito per servirci un capitolo “Pro”, che riprende in toto la formula del 3, aggiungendo un nuovo strato di difficoltà e rinnovando totalmente la modalità compound. I cambiamenti però non sono solo questi, ma si identificano anche in una fisica molto più concreta, che va a toccare tutte le varie fasi di una gara di motocross, dalla partenza alla gestione del peso in volo, fino al drifting. Anche graficamente i passi avanti ci sono, e nonostante qualche bug, il titolo ci è sembrato in forma per l’uscita, fissata il 29 giugno 2018, su PS4, Xbox One e PC.