Anteprima

Lost Sphear, provato il nuovo jrpg dei creatori di I Am Setsuna

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a cura di Domenico Musicò

Deputy Editor

La rinascita dei jrpg classici passa da Square Enix, convinta che ci sia ancora spazio per proporre quelle avventure indimenticabili che nei ruggenti anni ’90 hanno segnato la storia del genere, rimasto in seguito un po’ vittima dei tempi che iniziavano a cambiare. Nonostante sia ormai difficile trovare un gioco di ruolo giapponese creato grazie a importanti investimenti, gli aficionados riescono comunque ad ottenere di tanto in tanto qualche titolo degno di nota. Si pensi a tal proposito ad I Am Setsuna, piccolo progetto che abbracciava gli stilemi tipici dei jprg senza uscire dalla propria zona di sicurezza, come a voler accontentare chi ormai chiedeva a gran voce proprio quei giochi appartenenti a un’altra epoca. Lo stesso varrà per Lost Sphear, che agli elementi portanti aggiungerà un paio di novità in grado di movimentare le battaglie.

Sfera emozionale

Tokyo RPG Factory nacque da una costola di Square Enix per assecondare i bisogni di un pubblico che si sentì smarrito, quando gli ultimi grandi jrpg a turni capitolarono in favore del nuovo che avanzava e delle presunte (ma mai palesate davvero) nuove esigenze del pubblico.
Dopo anni di grande buio, I Am Setsuna dimostrò che si poteva ripartire ancora una volta: non in pompa magna, come ci si potrebbe aspettare da chi non calca più i palcoscenici da un po’ di tempo, ma in punta di piedi. La nuova filosofia dello studio di sviluppo nipponico prevedeva infatti la creazione di progetti non ad alto budget, per certi versi vicini ai valori produttivi – per esempio – di un titolo dedicato al 3DS. 
Ecco dunque che ne uscì un gioco piccolo all’apparenza, ma grande per tutto ciò che sapeva mescolare, scegliendo gli ingredienti giusti e non piegandosi alla modernità. 
Lost Sphear, che abbiamo provato grazie alla demo pubblicata un paio di giorni fa, vuole seguire le stesse linee guida, utilizzando delle varianti alla formula che già da adesso danno una nuova dimensione tattica ai combattimenti. 
Prima di approfondire il combat system, sappiate che Lost Sphear vi metterà nei panni di un giovane “colpito da un fenomeno sconosciuto” che gli abitanti identificano come Lost. Il protagonista, assieme al suo immancabile party, dovrà affrontare “una terribile forza che mette in pericolo la realtà“. Ed è solo tramite il potere dei ricordi che potrà risvegliare un passato sopito, assieme a tutto ciò che è andato perduto. 
È anche la storia della ciclica rinascita del mondo, ma anche di chi lo abita, poiché un ricordo smarrito equivale a una zona ammantata di bianco abbacinante che non ha contorni, che è vaga, che non ha alcuna identità.

Non solo a turni

La prima vera novità del combat system che balza all’occhio è quella che viene chiamata dagli sviluppatori ATB 2.0, ossia una versione rivista dell’Active Time Battle che tutti ormai conoscono bene. Viene permessa al giocatore una maggiore possibilità di movimento, e anziché usare il cursore con freccetta per indicare quale nemico si vuole attaccare, stavolta si può decidere anticipatamente dove posizionare protagonista e alleati affinché si possa trovare la giusta posizione per porsi in vantaggio. 
Si consideri infatti che personaggi e colpi inferti hanno differenti aree d’azione, pertanto, se avete la possibilità di raggruppare due o più nemici all’interno del vostro raggio d’azione lo scontro può sbilanciarsi rapidamente dalla vostra parte. In piccola parte, e senza mettere in gioco il tatticismo rappresentato dal numero di caselle entro cui muoversi, Lost Sphear lascia intendere una complessità di poco maggiore rispetto alla grande maggioranza dei jrpg. Per valutare al meglio (e contro boss molto più coriacei) l’interno sistema di combattimento e la sua evoluzione nel corso dell’avventura, dovremo aspettare il prossimo 23 gennaio, ma già da adesso sembra essere convincente.
Buona anche l’intuizione di introdurre le Vulcosuit, delle enormi e possenti armature meccaniche con sembianze da mech lasciate in eredità da una civiltà esistita molto tempo fa. Oltre ad amplificare le abilità di chi le indossa, utilizzano una speciale funzione chiamata Paradigm Drive, in grado di esercitare una forza dirompente sul campo di battaglia. Le Vulcosuit sono dotate di specifiche skill che possono anche essere eseguite in cooperativa per scagliare addosso ai nemici devastanti finisher, attacchi multipli e speciali; oltre a ciò, possono essere usate al di fuori delle battaglie. Qualora vi trovaste di fronte a un ostacolo potrete infatti frantumarlo, mentre in alcuni casi possono farvi evitare gli scontri con determinati nemici. Il tutto è gestito da dei punti che diminuiranno, motivo per cui è sempre necessario tenere sott’occhio il parametro adibito a questa funzione. 
La carne al fuoco c’è e manca davvero poco per verificare se Lost Sphear rappresenta un passo in avanti rispetto al precedente lavoro di Tokyo RPG Factory. Nell’attesa, potrete spolpare la demo messa a disposizione.

– Elementi tattici che ampliano gli approcci alle battaglie

– La presenza delle Vulcosuit espande il combat system

– Jrpg classico, sulla falsariga di I Am Setsuna

Tokyo RPG Factory prosegue per la sua strada e si appresta a far uscire sul mercato un altro potenziale ottimo jrpg, che gli estimatori di I Am Setsuna e dei classici avranno già messo sott’occhio. Progetto dal budget non importante e sullo stile del precedente lavoro, Lost Sphear aggiunge delle varianti che potrebbero eliminare quasi del tutto il tedio durante le sessioni di combattimento, mescolando gli scontri a turni con ATB assieme a un paio di elementi tattici da non sottovalutare.

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