Trattare dei titoli basati sull’universo del Signore degli Anelli non è per niente semplice. L’opera magna di Tolkien, capace di incantare generazioni di appassionati del genere fantasy, rappresenta uno dei più intricati e complessi argomenti da declinare nei vari medium. Se, quindi, Peter Jackson era riuscito nell’intento di creare qualcosa di memorabile per far conoscere meglio al grande pubblico quanto scritto da Tolkien, nell’ambiente videoludico non abbiamo riscontrato dei grandi successi, fino a quando non è arrivato il momento de L’Ombra di Mordor, che nel 2014 riuscì a conquistare i favori della critica e del pubblico, non senza qualche sbavatura chiaramente. A distanza di tre anni Warner Bros. ha sentito l’esigenza, da noi condivisa, di riportare Talion e Celebrimbor sul piccolo schermo e proporre il sequel della loro avventura, andando a colmare ancora di più quell’arco narrativo che da Lo Hobbit a La Compagnia dell’Anello era stato lasciato quasi alla totale immaginazione. Siamo quindi volati a Londra, nella sede di Warner Bros., per assistere più da vicino al gameplay de L’Ombra della Guerra e scoprire qualcosa di più su quanto mostratoci.
Tappa a OsgiliathL’Ombra della Guerra riparte esattamente da dove si era interrotta la trama de L’Ombra di Mordor: alla scrittura, però, stavolta non ci sarà Christian Cantamessa, che si era occupato del primo capitolo. Il lead writer ligure, come spiegatoci durante l’intervista, si è occupato soltanto all’inizio del progetto di curare lo scenario, salvo poi lasciarlo in mano di qualcun altro. La qualità dello script del primo capitolo, per come l’avevo personalmente sviscerato, si ritrovava facilmente anche nella capacità del nostro conterraneo, anni fa al lavoro anche su alcune sub-quests di Red Dead Redemption per conto di Rockstar, ma confido allo stesso modo nel lavoro che Warner Bros. porterà avanti. Dicevamo, quindi, che ripartiamo dalla dichiarazione di Talion di dover forgiare un nuovo Anello, per poter così contrastare Sauron e il suo esercito che avanza: con l’aiuto di Celebrimbor, che intanto si è scoperto aver supportato il Signore Oscuro nella creazione dell’Unico, il ramingo arriva, quindi, a realizzare il proprio Anello, pronto ancora una volta a dominare le forze di Mordor e condurle contro l’Occhio. Ripartendo da queste vicende, Talion si ritroverà a ripercorrere le terre di Mordor, con l’importante aggiunta di Osgiliath, la città che prima di Minas Tirith fece da capitale al regno di Gondor: tale aggiunta, come ci è stato spiegato, ci darà la possibilità anche di avere un diretto contatto con l’esercito umano, anche se non ci è stato possibile approfondire adeguatamente la tematica, pur sapendo che tra l’altro torneranno dei personaggi noti, come per esempio Gollum, e altri che non ci sono stati svelati, ma che fanno parte dell’universo scritto e realizzato da Tolkien. La fortezza delle Stelle si staglia sull’enorme mappa de L’Ombra della Guerra in maniera possente, grazie anche al suo colore molto più acceso rispetto agli altri accampamenti. Chiaramente il cuore della nostra esperienza sarà proprio su quest’ultimi, quindi il video di gameplay che ci è stato mostrato riguardava l’infiltrarsi nella fortezza gestita da Storm Bringer, uno degli Uruk-hai arrivato al vertice del nemesis system, qui ritoccato e perfezionato. Il suo funzionamento l’abbiamo visto in azione subito nella battaglia al nostro overlord, che una volta sfidato in combattimento è caduto sotto la forza della nostra scure, con lo stesso gameplay che ci aveva accompagnato nel primo capitolo: con un’abile Cheated Death, però, Storm Bringer è riuscito a recuperare dalla caduta che lo aveva spinto dalla cinta di mura della sua fortezza verso il basso e ci ha assaltati alle spalle. La sfida, stavolta, è stata molto più rude e digrignante, ma per fortuna a venirci in soccorso è stato uno dei nostri alleati, chiaramente un Uruk-hai convertito al potere di Talion. Trattandosi di una spia, un cecchino armato di balestra, il suo intervento è stato pronto e tempestivo, con una freccia ben piantata dalla distanza dritta nel corpo del nostro avversario. Non meno importante è stato, successivamente, un intervento di una guardia del corpo a cavallo di un Cargor: anch’egli alleato, dopo esser stato assoggettato al potere di Talion, l’Uruk si è lanciato contro il nostro avversario, dalle gigantesche fauci, destabilizzandone la messa a terra e permettendoci così di stenderlo adeguatamente. Nel conflitto, chiaramente, molti dei nostri alleati sono caduti ai piedi del nemico, armato di pece e soprattutto di un drago sputafiamme, sul quale ci concentreremo a breve. L’aspetto fondamentale dell’intervento dei nostri alleati risiede nel capire quanto scriptata sia l’azione, perché nel filmato mostratoci – che non era giocabile, purtroppo – non era chiaro come l’alternarsi del gameplay avvenisse in funzione delle cinematiche, presenti in quantità abbondante. Attraverso il d-pad, quindi, come ci è stato spiegato, avremo modo di evocare il supporto dei nostri fedeli, a seconda dell’azione di cui abbiamo bisogno. Alcuni interventi, però, come per esempio il cecchino indicato poc’anzi, sono previsti dalla meccanica narrativa, pertanto bisognerà scendere al compromesso dell’avere un intervento scriptato e uno volontario in ogni boss battle. Una soluzione che rende molto più cinematografica l’esperienza, perché a conti fatti quello che abbiamo visto nel video gameplay è proprio una lunga scena da film, ambientata nell’universo de Il Signore degli Anelli.
Cavalcature e nemesisAbbiamo citato il drago e l’abbiamo fatto non soltanto per una continuità di narrazione di quanto visto, ma soprattutto per arrivare a parlare delle cavalcature. All’interno dello skill tree di Talion ci saranno diverse voci riguardanti le bestie da poter cavalcare in battaglia e per gli spostamenti: nello specifico abbiamo visto il ramingo evocare non soltanto un Cargor, ma anche il drago che era intrappolato dagli Uruk. Il primo è comparso a comando, non appena il Nostro ha deciso di utilizzarlo per uno spostamento, il che presuppone che in precedente abbiate incontrato un animale di questa specie, l’abbiate sconfitto e assoggettato al vostro volere, il secondo invece l’abbiamo raggiunto con una sorta di teletrasporto, una delle arti principi di Celebrimbor. Non appena, quindi, il drago ha spiccato il volo verso la libertà, Talion vi si è catapultato in groppa utilizzandolo come vera e propria arma d’assalto, tra fiamme da lanciare e anche colpi corpo a corpo. Al di là poi dello skill tree, che avremo modo di analizzare più avanti, mettendo le mani sul gioco, si è parlato molto anche e soprattutto della nuova vera vita del nemesis system. Con l’inerpicarsi della piramide che va a strutturare la gerarchia dei nostri avversari, l’intento è quello di fornire più dettagli sulla storia, rendendo gli Uruk più partecipi e più addentro alle vicende di Talion e la sua controparte elfica: a risentirne positivamente sono anche le sub-quests, che ci sono state indicate come molto più varie e figlie di un lavoro molto più intenso dal punto di vista della versatilità. Cercando di andare a spulciare maggiormente gli archi narrativi di tutti i personaggi che andranno a comporre l’universo di Tolkien conosciuto ne Il Signore degli Anelli, L’Ombra della Guerra ci porterà anche nei ranghi dei Nazgul, imparando quanto più possibile sugli Anelli forgiati da Sauron. Il tutto chiaramente si estenderà su un open world che non vuole di certo emulare quello dei grandi RPG, dato che stiamo parlando di un genere diverso, ma che in ogni caso farà del suo meglio per essere vivo, avere moltissimi elementi dalla propria e offrire degli scenari che vadano dalla montagna al mare. Così come la novità di Osgliath ci fa ben sperare per una presenza umana nel gioco, allo stesso modo ci viene confermato che le città saranno diverse e numerose, così da rendere ancora più intensa l’esperienza a Mordor.
– Mordor sembra molto più grande
– Il sistema nemesis ha più valore sulla storia
– Molte più città, molte più attività
L’Ombra della Guerra ha dalla sua un’idea abbastanza malsana: la data di release. Tolto questo aspetto, sul quale proviamo a sorvolare, veniamo a dirvi che da quanto raccontantoci durante la nostra intervista ci fa ben sperare per un prodotto che dai difetti del primo può solo imparare e migliorare, offrendo molte più novità rispetto a quanto avesse fatto l’Ombra di Mordor. Talion e Celembrimbor hanno ancora tantissimo da raccontarci, ma sulla bontà dello scenario ci esprimeremo soltanto in sede di recensione, con lo scetticismo di non avere dalla nostra un Cantamessa-bis al lavoro, ma sicuramente propensi ad ascoltarne di più, di questa magnifica epopea dell’Anello.