Anteprima

Kingdom Come: Deliverance

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a cura di Stefania Sperandio

Editor-in-chief

Quando ho messo le mani su Kingdom Come: Deliverance, alla Gamescom di Colonia, ho capito che sarebbe stata la mia sorpresa della fiera. Tra i grandi nomi, le informazioni trite e ritrite proposte al pubblico europeo dopo la finestra magna dell’E3 e una folla di seimila giornalisti che vagavano tra i diversi booth, non avevo nemmeno avuto il tempo di preoccuparmi di questo nome che non avevo ancora approfondito, e che era presente nella mia lista di appuntamenti. I ragazzi di Warhorse, invece, sono riusciti a colpirmi e a farmi attendere trepidamente l’arrivo di questo promettente titolo, nel quale stanno davvero investendo tutta la loro passione.

Medioevo allo stato dell’arte
L’idea alla base sembra quasi semplice: costruire un gioco di ruolo open world in soggettiva che, anziché sul fantasy, punti tutto sul realismo. Niente draghi, niente incantesimi, niente scuole di magie né gilde di stregoni: tutto ciò che esiste, in Kingdom Come, è ciò che ha segnato il Medioevo. Con queste idee in mente, ci siamo così ritrovati a guidare il nostro protagonista, un contadino, per le campagne della Boemia. Abbiamo potuto testare l’edizione PC del gioco, che ci ha posto nei pressi di un villaggio sito nel bel mezzo dei campi. Qui, gli sviluppatori ci hanno consigliato di interagire con un personaggio, che ci avrebbe così insegnato i segreti del combattimento spada alla mano. E questa è stata la prima, grossa, sorpresa.
Kingdom Come vuole essere realistico, in tutto. Il sistema di battaglia, quindi, non poteva rifarsi certo ad uno schema in stile Skyrim, con un bottone addetto all’offesa da premere per aver ragione dell’avversario. Sfoderata la spada, invece, vedrete il mirino tramutarsi in una sorta di stella direzionale, e potrete decidere la direzione precisa dalla quale attaccare il vostro avversario: spingendo in alto a sinistra, ad esempio, colpirete la sua spalla, mentre in basso a destra andrete ad offendere le sue gambe. Un elemento particolarmente interessante è che, fino a quando il colpo non viene sferrato, potete decidere di cambiare traiettoria in corso d’opera, traendo così in inganno il vostro avversario. Situazione simile anche per la difesa, che vi vede impegnati ad interpretare il linguaggio del corpo dell’opponente per capire da che lato tenterà di attaccarvi, e premere quindi i bottoni giusti per respingerlo. Capite da voi che, trattandosi di un sistema che prevede parecchie combinazioni di tasti (ai quali si aggiunge anche l’opportunità della schivata laterale) ed un tempismo ottimo, le meccaniche siano abbastanza difficili da padroneggiare. Difficili, attenzione, ma non frustranti: abbiamo impiegato circa venti minuti a completare l’addestramento, e la sensazione di soddisfazione provata dopo essere riusciti ad intercettare gli attacchi dell’istruttore e a ribattere è stata davvero appagante. A ciò, sommate anche il fatto che, in basso al centro dello schermo, viene mostrata la barra stamina del giocatore, che si esaurisce senza troppa pietà quando compirete sforzi eccessivi, magari tentando di attaccare inutilmente (e stupidamente) in continuazione l’avversario. A quel punto, vi ritroverete ad affannare, senza forze, e sarete facile preda della lama nemica.
Il mio fidato destriero
Una volta riposta la spada, gli sviluppatori ci hanno invitato a vagare per un po’ nel verdissimo villaggio della demo. Abbiamo quindi notato che potete parlare con gli NPC – ma solo con alcuni: il protagonista e gli altri interlocutori sono stati dovutamente doppiati in inglese, e ad ogni saluto seguono diverse e spesso numerose opzioni per portare avanti la conversazione. Interessante notare che, pur trattandosi di un gioco in soggettiva, durante i dialoghi la telecamera si sposti per regalarvi dei primi piani dei personaggi, consentendovi quindi di vederli un po’ più da vicino. Trattandosi ancora di un’alpha, abbiamo notato in questo caso alcuni grattacapi legati proprio al movimento della telecamera, che di tanto in tanto finiva con l’inquadrare solo parte del soggetto, ma siamo fiduciosi che un problema così evidente trovi ben presto soluzione.
Premendo un bottone, abbiamo fischiato per richiamare il nostro cavallo, e ci siamo finalmente messi in sella. Anche il fidato destriero gode di una sua barra stamina, per cui è meglio non pensare di spingerlo allo sforzo estremo solo per arrivare prima a destinazione. Senza preoccuparci di aprire la mappa, abbiamo quindi seguito il sentiero, vedendo dove la cavalcata ci avrebbe condotto. A breve distanza, abbiamo visto delle inquietanti colonne di fumo, e ci siamo recati lì per indagare, scoprendo che dei soldati avevano bisogno di aiuto da parte di curatori in possesso di erbe. Abbiamo quindi ottenuto una quest, e solo a questo punto abbiamo sentito la necessità di consultare la mappa. A questo punto, è stato bello scoprire che la destinazione della quest attiva viene sì indicata con una stellina su una pergamena virtuale dallo stile raffinato, ma in gioco non è presente nessuna indicazione aggiuntiva. Per capirci, dimenticate il grosso indicatore sulla bussola visto nei più recenti The Elder Scrolls, perché sarete voi, semplicemente consultando la mappa, a dover imboccare il sentiero giusto, contando solo sui punti cardinali e sul vostro senso di orientamento.
Nel tentativo di completare la nostra missione, ci siamo così ritrovati a parlare con diversi altri personaggi, scoprendo dettagli sul luogo e sul contesto di gioco, e ci siamo anche incamminati in una radura estremamente suggestiva e ben realizzata, che rende merito alle ore di fatica che Warhorse ha dedicato all’aspetto grafico del gioco.
Ad un sistema di combattimento realistico, all’esplorazione di un enorme mondo e alle caratteristiche più classiche dell’RPG – come le abilità da sviluppare – Kingdom Come sposa anche un sistema di crafting degli equipaggiamenti e di alchimia per la realizzazione degli oggetti curativi. Questi ultimi non erano presenti nella demo, ma sono stati sottolineati dal game designer quando gli abbiamo chiesto di parlarci della sua opera, ed andranno quindi ad arricchire ulteriormente un’esperienza che già si promette particolarmente ampia.

– Suggestivo e ben realizzato

– Sistema di combattimento soddisfacente

– Un enorme mondo da esplorare

Kingdom Come: Deliverance ci ha sorpreso e ci ha conquistato, durante la nostra prova alla Gamescom di Colonia. Il gioco si è mostrato suggestivo ed assolutamente curato nel dettaglio, e sembra pronto a fare suo il cuore di tutti coloro che amano gli scenari medioevali. Oltretutto, il sistema di combattimento è tanto difficile quanto appagante, almeno in questa prova, ed anche le fasi di esplorazione ci hanno visto incuriositi e coinvolti. Se, insomma, il prodotto finale manterrà tutte le premesse viste in questa alpha, potremmo trovarci di fronte ad un titolo molto più che interessante.

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