Non è di certo un mistero né una novità che i seguiti rispondano solitamente al diktat che recita: “bigger, better and more badass”, e anche Just Cause 3 sembra prendere molto sul serio questo tacito dettame. Avalanche Studios non è una di quelle software house che ama lavorare in fretta e furia, stando sempre dietro a quei ritmi di mercato che tendono a creare più dissensi che approvazioni; è al contrario una compagnia che sa come prendersi i propri tempi, come ascoltare le critiche e come imparare a non ripetere i propri errori. Quel numero tre non vuole essere in sostanza solo il numero che promette una riproposizione degli elementi chiave di successo, ma ha tutta l’intenzione di dare un senso di progressione completa a tutto ciò che Just Cause è stato fino a oggi.
“Boom! Here comes the Boom! Ready or not?”
Questo terzo capitolo partirà con gli ottimi incoraggiamenti ricevuti dopo l’uscita di Just Cause 2, un seguito capace di migliorare in toto l’ancora acerbo capostipite. Non è ancora chiaro se ci sarà a tutti gli effetti il medesimo salto qualitativo o se questo sarà addirittura maggiore, ma vista l’ambizione di Avalanche e i cinque anni impiegati per sviluppare la loro nuova creatura, è assai probabile che le aspettative non vengano affatto disattese. In ogni caso, prima di lanciarci in fantasiose ed entusiastiche supposizioni, sarebbe bene analizzare gli elementi che sono stati messi sul piatto, già da ora capaci di far intendere chiaramente come in Just Cause 3 non si vuole puntare tutto su una maggiore estensione del mondo di gioco, quanto piuttosto a una densità sfruttata finalmente in modo intelligente. A dimostrazione di quanto appena detto, basti pensare che le dimensioni della mappa non si discosteranno molto dai circa mille chilometri quadrati di Just Cause 2, ma a differenza dell’episodio del 2010, l’area verrà sfruttata con maggiore oculatezza, soprattutto verticalmente. Ecco dunque arrivare la possibilità di esplorare alcune caverne sotterranee, o di scalare edifici più efficacemente e con più credibilità. Ciò ovviamente non significa che verrà abbandonata la fisica di gioco a cui abbiamo imparato ad abituarci nel corso degli anni, ma che in virtù di una maggiore potenza di calcolo si cercherà di plasmare un mondo sandbox con più accuratezza e meno zone spoglie in cui vagare.
L’esagerazione, il caos, le spettacolari esplosioni e i momenti di assoluto delirio non mancheranno, ma non mancherà nemmeno un maggiore equilibrio durante gli scontri, perché gli sviluppatori hanno sì intenzione di far sentire i giocatori dei provetti superuomini, ma senza mai renderli davvero invincibili. A tal proposito, è interessante constatare come l’intelligenza artificiale si vada a modellare a seconda della potenza di fuoco di Rico. Volete salire su un carro armato e seminare la distruzione? Fatelo pure in tutta scioltezza, ma sappiate che i nemici tireranno fuori un armamentario pesante per contrastarvi a dovere e abbattere il veicolo che vi dava così tanta sicurezza.
Set the world on fire
Come avrete già letto nella nostra precedente anteprima, la fittizia isola mediterranea di Medici è il luogo in cui sarà ambientato Just Cause 3. Oltre a essere la terra in cui è cresciuto il protagonista, è anche una sorta di paradiso terrestre brutalmente soggiogato dalle prepotenze dittatoriali del generale Di Ravello, nuovo antagonista di Rico. Non ci sono in effetti ulteriori informazioni di peso per quanto riguarda la storia, che sarà con tutta probabilità (ancora una volta) poco più di un mero pretesto per scatenare la fantasia degli utenti, che stavolta avrà ancora meno limiti rispetto al passato. Avalanche vuole fare in modo che i giocatori siano il più possibile liberi di godersi il gioco come meglio credono, mettendo a loro disposizione gli strumenti adeguati per rendere vario e duraturo il soggiorno nell’isola di Medici. Rico, come visto anche nell’ultimo trailer, disporrà di una tuta alare che gli permetterà di planare attraverso i cieli tersi dell’isola, magari dopo essersi catapultato dal velivolo che deciderà di far schiantare contro una struttura, per poi godersi le incredibili esplosioni in tutta tranquillità. Ma non solo: il rampino è stato migliorato sensibilmente e sarà adesso possibile collegare fino a cinque oggetti. La distruzione non sarà mai pre-calcolata e anche la vegetazione subirà gli effetti dei disastri che dissemineremo qua e là, e questo perché tutto è stato riscritto completamente da zero in occasione del passaggio alla nuova generazione. Anche i ponti potranno essere abbattuti, Rico potrà camminare su tutti i veicoli (compresa la nuova monorotaia) e disporrà anche di alcune sfiziose e devastanti minigun. Come se non bastasse, è possibile anche generare caos sparando a testa in giù, facendo magari esplodere intere stazioni petrolifere e camion gravidi di carburante. Insomma, Just Cause 3 stavolta non vuole proprio farsi mancare nulla, e anche a livello tecnico, da quel poco che si è potuto vedere dal primo gameplay trailer a base di azione allo stato puro, pare proprio che Avalanche riuscirà anche stavolta ad allinearsi agli standard moderni. Speriamo solo che tutte quelle esplosioni e la generazione di danni in tempo reale vengano gestiti egregiamente, senza ricorrere ad artifizi che minino la qualità finale dell’opera.
– Ancora più folle e spettacolare
– Migliorie a tutto tondo
– Maggiore densità e sfruttamento della verticalità
Quando Just Cause 3 arriverà sul mercato nell’ultimo trimestre dell’anno, farà probabilmente molto più casino dei vostri botti di capodanno: esplosioni a raffica, caos, distruzione, spettacolarità ad alti livelli e tutta una serie di novità che non faranno mancare in alcun modo la varietà, renderanno questo folle sandbox che non bada affatto alla diplomazia un must have per chi adora l’azione adrenalinica. Resta da verificare, ovviamente, in che modo Avalanche riuscirà a gestire il tutto, senza dimenticare che mancano ancora parecchi dettagli sulla storia e su elementi di gioco che verranno presumibilmente svelati nel corso delle prossime fiere di settore.