James Bond 007: Blood Stone
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a cura di andymonza
A cosa è dovuta la fama di un personaggio come James Bond? Cosa lo ha reso un’icona tanto universale e trasversale da avere successo in tutto il mondo, tale da meritare una periodica riscrittura del suo codice genetico, pre, durante e post Guerra Fredda, al fine di mantenerlo sempre al passo coi tempi? Cosa hanno in comune Sean Connery, Roger Moore, George Lazenby, Timothy Dalton, Pierce Brosnan e Daniel Craig? Forse, Bond è così amato perché riesce straordinariamente ad incarnare e sintetizzare i desideri segreti di ogni uomo: avere infinite donne senza legarsi a nessuna di esse, guidare macchine da sogno, disporre di credito pressoché illimitato, girare i luoghi più esclusivi del mondo, avere sempre una nuova ed insidiosa avventura da vivere. E’ un vero e proprio archetipo, la cui contestualizzazione storica può essere modificata all’infinito, purchè l’essenza del personaggio rimanga intatta. Seppure, dopo la parziale delusione dell’ultima pellicola, la messa in pausa della lavorazione del ventitreesimo film non abbia portato a dispiaceri insostenibili, i fan dell’agente doppio 0 potrebbero accogliere con sollievo la notizia che le sue avventure sono al momento destinate a continuare in forma di videogioco, grazie all’acquisizione della licenza da parte del publisher Activision Blizzard.
Licenza di uccidereDal punto di vista produttivo, 007 Blood Stone non ha nulla da invidiare alle ultime pellicole dell’agente segreto britannico: la sceneggiatura porta la firma di Bruce Feirnstein (il quale, per chi non lo conoscesse, ha lavorato sugli script di diversi film targati Bond), Daniel Craig ha prestato la sua immagine e le sue tipiche movenze e la cantante inglese Joss Stone si è concessa come Bond Girl, oltre a scrivere ed interpretare una canzone originale insieme a Dave Stewart degli Eurythmics. A guidare lo sviluppo c’è perdipiù un gruppo di professionisti, gli stessi Bizarre Creations che con The Club hanno già dimostrato di saperci discretamente fare con il genere action, senza contare l’ottimo pedigree relativo alle loro produzioni corsistiche. Per i ragazzi di Liverpool questa è una vera e propria occasione d’oro: data la momentanea assenza di progetti per nuove pellicole, se Bloodstone dovesse incontrare i favori del grande pubblico la licenza potrebbe rimanere nelle loro mani per diverso tempo. Siamo volati verso la città dei Beatles con l’intenzione di incontrare nuovamente gli sviluppatori e provare finalmente con mano alcuni livelli della campagna singolo giocatore, pronti a farci un’idea di come il titolo abbia intenzione di soddisfare i palati dei fan. Prima di mettere le mani sul pad, gli sviluppatori ci hanno tenuto a mostrarci una sequenza di gioco inedita, che vede James riuscire a liberarsi dopo essere stato imprigionato e torturato dai suoi avversari, nel cuore di una non meglio precisata giungla: il gameplay presentava il consueto mix tra stealth ed azione diretta, lasciando al giocatore la scelta se affrontare i nemici a viso aperto grazie al vasto arsenale oppure eliminare silenziosamente le minacce grazie alle spettacolari mosse di takedown di cui il protagonista può disporre, esattamente come Daniel Craig al cinema. La riproduzione di questi velocissimi e violenti atterramenti è uno degli aspetti più curati del comparto animazioni: grazie ad un massiccio utilizzo di motion capture ed alla collaborazione di Ben Cook (la controfigura ufficiale di Craig), i ragazzi di Bizarre sono riusciti a portare su schermo oltre 70 mosse di disarmo ed atterramento estremamente realistiche e spesso esaltanti a vedersi, tanto da far rimpiangere che per vederle in azione sia sufficiente premere un tasto dalle spalle del malcapitato di turno. Parte dell’impatto scenico che i combattimenti corpo a corpo sono in grado di restituire la si deve anche al comparto sonoro, altro aspetto molto curato durante la produzione: l’utilizzo di vastissime librerie di campionamenti di dislocamenti e rotture di arti, piccoli crescendo musicali ed un missaggio ad arte riescono a sottolineare adeguatamente ogni repentino atterraggio dell’agente segreto inglese.
Mi andrà bene quello smoking?Terminata la parte più tecnica del tour, i ragazzi di Bizarre ci hanno concesso una prova diretta della nuova esperienza targata 007, dipanatasi su più livelli della campagna singolo giocatore, la quale dovrebbe offrire come da tradizione una moltitudine di località per circa 7 ore di durata complessiva. L’occasione è stata ottima per provare con mano la sequenza ambientata ad Atene già vista all’E3 2010, per poi spostarci verso Istanbul. L’azione offerta da Blood Stone alterna efficacemente azione mista tra dinamiche stealth ed action ai necessari momenti narrativi, divisi tra vere e proprie cut scene di stampo cinematografico e sequenze in cui si rimane al pieno controllo del personaggio durante dialoghi, telefonate ed altre pause dall’azione sul campo. Entrambe le sequenze provate vedevano l’agente 007 muoversi attraverso livelli lineari, con la necessità di rimuovere costantemente gli ostacoli costituiti perlopiù da guardie dotate di un’Intelligenza Artificiale nella norma, in grado di rappresentare una sfida sufficiente, ma mai troppo impegnativa. Molto semplici i controlli: tradizionali quelli legati alle armi da fuoco, mentre per liberarsi silenziosamente degli avversari è sufficiente avvicinarsi non visti e premere un tasto, dando il via ad una delle rapide eliminazioni. Ogni volta che si riesce con successo ad atterrare una guardia senza attirare l’attenzione si ottiene un Focus Aim, sino ad un massimo di tre accumulabili: simili nella sostanza al Mark and Execute di Splinter Cell: Conviction, essi permettono di eliminare automaticamente ulteriori bersagli grazie ad un sistema di mira automatico. Per quanto tutte queste meccaniche convergano in un gameplay semplice agli occhi di giocatori smaliziati, a funzionare davvero in Blood Stone è il ritmo dell’azione, mantenuto sempre alto dalla grande varietà di situazioni che si alternano, proprio come nelle migliori pellicole dedicate all’agente segreto. Da una sequenza stealth si passa ad una sparatoria, per poi saltare al posto di guida della scintillante Aston Martin DBS (o di un motoscafo) e gettarsi all’inseguimento del bersaglio di turno. Così come il gameplay a piedi, anche le sequenze di guida rimangono fedeli alla natura divulgativa del gameplay, configurandosi come lunghi percorsi lineari e costellati di eventi scriptati, atti a scatenare grandi esplosioni e caos a schermo senza rendere troppo difficile mantenere gli avversari in vista. In sostanza, Blood Stone si presenta come un ibrido tra un’esperienza puramente cinematografica ed un gioco d’azione, offrendo tutti gli elementi tipici di un’avventura firmata James Bond uniti ad un livello di difficoltà nella media, che saprà offrire una sfida accessibile anche ai meno avvezzi al videogioco. Data la grande fama dell’agente segreto, è evidente come l’intento degli sviluppatori sia stato quello di bilanciare il più possibile l’esperienza, in modo da non escludere dalla sua fruizione anche il grande pubblico: il risultato funziona e si fa apprezzare, anche se i giocatori più incalliti potrebbero trovare il gameplay oltremodo semplicistico e derivativo. La vera soddisfazione è altresì da ricercarsi nell’ottimo ritmo narrativo e nella buona restituzione del personaggio principale, che incarna perfettamente l’attuale interpretazione di Daniel Craig. Se a questo si aggiunge un comparto tecnico di buona fattura, senza velleità rivoluzionarie ma comunque solido nelle visuali offerte, il risultato sarà senza dubbio in grado di affascinare i fan dell’agente segreto, i quali potrebbero trovare nel titolo un buon succedaneo alle pellicole.
– Cattura l’essenza di James Bond
– Molto vario
– Volutamente accessibile anche a giocatori non esperti
Blood Stone riesce a colmare efficacemente il vuoto lasciato dalla bancarotta di MGM, che per il momento impedisce la lavorazione di nuove pellicole dedicate all’agente 007. Spettacolare, cinematografico ed accessibile per il grande pubblico, il titolo offre il classico “giro sull’otto volante”, offrendo continui cambi di ritmo ed ambientazione al fine di mantenere gli spettatori/giocatori incollati allo schermo sino alla fine del viaggio. Rimangono da valutare l’effettiva varietà e longevità del prodotto finito, giudizio per il quale vi rimandiamo a tra qualche settimana, come sempre su queste pagine. Rimanete con noi.
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