C’è stato un periodo in cui il gaming su mobile così come lo conosciamo adesso (nel bene e nel male) iniziò lentamente a plasmarsi; avvenne circa in concomitanza con la diffusione su larga scala di smartphone su modello iPhone, dunque intorno al 2009/2010. Prima di allora i cellulari erano considerati (almeno per quanto riguarda i videogiochi) l’ultima ruota del carro, anzi, l’ultimissima, con titoli spesso osceni basati su celebri licenze, cloni malfatti di giochi più famosi e brutti porting di vecchie glorie arcade. Le potenzialità in fatto di performance dei nuovi smartphone così come l’introduzione del touch crearono un ambiente abbastanza incerto, almeno dal punto di vista degli sviluppatori, costretti a lavorare su piattaforme in bilico tra i cellulari old school e le console portatili. Nei primissimi tempi, simili condizioni portarono gli store a riempirsi di titoli non eccelsi ma ugualmente capaci di intrattenere, complice talvolta l’utilizzo più o meno improprio di formule “collaudate” dai più popolari giochini in flash (per browser) che tanto spopolavano durante l’inizio del nuovo millennio. Tra i tanti, vengono in mente titoli come Moto X Mayhem; l’app raggiunse un numero di download (ad oggi, più di 40 milioni) tale da generare un esercito di cloni illeciti che ancor oggi infestano App e Play Store vari, ma nulla o quasi è stato in grado di riprendere degnamente quel particolare concept su pc. Che sia tempo di dare una svolta alla situazione?
Motori post-apocalittici
Ironkraft – Road to Hell è un indie in early access apparso recentemente su Steam Greenlight; è un “side-scrolling car-brawler”, essenzialmente un titolo il cui gameplay consiste nel completare livelli dalla struttura 2D uccidendo quanti più nemici possibile a bordo di auto dall’aspetto, capacità e fisica piuttosto improbabili. Lo sterminio degli avversari non appare vincolante, considerando come gli stage risultino completabili anche senza distruggere veicoli ed unità nemiche.
Avviato il gioco ci si ritrova davanti ad una schermata iniziale dalla grafica dozzinale, non molto lontana da quelle viste in alcuni vecchi titoli anni ’90; un avviso avverte circa come tutti i dati precedentemente salvati siano stati cancellati nell’ultimo update. S’intravede inoltre un’opzione multiplayer, oscurata; verrà quasi sicuramente introdotta in futuro. Optando per il singleplayer, ci si imbatte in un’ambientazione -tutto sommato gradevole- a metà tra Mad Max eFallout: a dominare l’attenzione sarà però un’auto piuttosto malconcia, posta al centro dello schermo. Il titolo non si spreca nel dare particolari indicazioni, ma passando il mouse sulla macchina è possibile notare come le singole parti che la compongono possano essere selezionate e modificate tramite specifici upgrade; alcune “meno canoniche” componenti extra possono essere inoltre aggiunte alla vettura (come propulsori, armi poste a rimpiazzare i fanali -ed una più grossa sul tettuccio-, per non parlare poi delle letali modifiche al parafango proposte).
La possibilità di servirsi dei singoli frammenti di upgrade dipenderà dalla valuta in-game (no, non sembrano esserci microtransazioni): i potenziamenti verranno a costare tra i 500 e gli 8000 crediti, ed il gioco ci permetterà di iniziare con mezzo migliaio di unità gratuite.
Ogni singolo upgrade andrà ad influenzare le svariate statistiche dell’auto elencate sulla sinistra dell’interfaccia: potremo dunque migliorare energia, peso, benzina, velocità, vizio (?), cargo, frizione e resistenza. Non solo: ulteriori auto possono essere acquistate, sebbene al momento il repertorio non sia particolarmente ampio. È innegabile quanto una volta potenziati adeguatamente, i veicoli ricordino molto da vicino quelli visti nella tetralogia di Mad Max, al quale il gioco si ispira dichiaratamente (almeno nell’estetica).
Zombie, Nazisti e alieni
Il titolo non si prende sul serio nemmeno per un secondo: la trama, espressa con clip animate in flash dall’aspetto volutamente simile ai fumetti di un tempo, sembra voler parodiare con sequenze completamente fuori di testa e sopra le righe un lungo filone di film action tanto in voga negli anni 80/90. Qua e là spuntano poi palesi citazioni a cult del passato, come quella ad Independence Day presente praticamente all’inizio. Ci ritroveremo dunque a dover combattere contro eserciti di nazisti-zombie affiancati da alieni, in livelli 2.5D (strutturati in 2D ma modellati in gran parte tridimensionalmente) che pian piano andranno a farsi sempre più stratificati, permettendo diversi approcci alternativi. Cercare vie secondarie non implicherà pesanti conseguenze, ma la mancata esplorazione ci priverà talvolta della scoperta di determinate aree segrete.
Il gioco ci accompagna in un tour tra le principali città europee (ad oggi, giusto una manciata), devastate in stile post-apocalittico/invasione aliena e per qualche ragione conquistate dai nazisti;
le cosiddette “missioni” proposte dal titolo sono in realtà semplici achievements da sbloccare durante la campagna.
Sulla mappa ci si può incappare di tanto in tanto in loot più o meno ricchi; raccogliere i proiettili sparsi in giro risulta però più difficile di quanto sembri, in quanto spesso il gioco sembra non recepire il comando apposito. Oltre a ciò, non mancheranno elementi (come oggetti gonfiabili e sfere) apparentemente posti per i livelli al fine di testare la fisica del titolo. A tal proposito, nonostante il gioco sembri volersi fondare marcatamente su questo aspetto, bisogna ammettere come la fisica stessa non sia poi particolarmente coerente, tra rallentamenti del veicolo apparentemente casuali e meccaniche anti-intuitive. Per esempio, risulta paradossalmente più facile e rapido scalare una superficie ripida accelerando da qualche centimetro di distanza, piuttosto che “prendendo la rincorsa” da metri e metri.
Comparto tecnico e artistico
A far storcere il naso sono anche i comandi, dal layout non modificabile ed inspiegabilmente “invertiti” a seconda di come si intenda guidare la macchina (oltre all’accelerazione e la retromarcia, il veicolo sarà provvisto di due piccoli propulsori in grado di farlo persino roteare in aria; per qualche ragione, la disposizione dei comandi relativa ai tasti “WASD” risulta inversa rispetto alle frecce direzionali). Viene promesso il supporto per un eventuale controller, tuttavia attualmente risulta a tratti incompleto, forzando il giocatore ad optare per la tastiera.
Una menzione anche al comparto grafico: sebbene la piattezza totale degli sfondi tenda talvolta a rovinare l’impatto visivo, è innegabile quanto il titolo riesca a proporre -di tanto in tanto- scorci persino interessanti e piuttosto gradevoli.
Tuttavia, il sistema di illuminazione dinamico presenta piccoli problemi, non riuscendo sempre ad adattarsi all’ambiente circostante e non andando ad influenzare particolarmente l’auto. Inoltre, nonostante la mole poligonale non esagerata, il titolo non risulta ancora pienamente ottimizzato, ma futuri aggiornamenti risolveranno probabilmente la cosa.
Altro elemento migliorabile sono le collisioni, non molto precise: potrà capitarci di colpire qualcosa senza realmente toccarlo, e vedere i nazisti spararci attraversando bellamente barriere (come casse, rocce o interi muri/tetti) non è esattamente il massimo. Qualche bug e crash occasionale è poi il minimo che ci si possa aspettare da un titolo in beta (se non in alpha); la lista di magagne tecniche è destinata a ridursi considerevolmente con il procedere dello sviluppo, in fondo sono evidenti grossi miglioramenti rispetto alle build precedenti.
Il gioco promette inoltre elementi RPG, un sistema di Trading e l’introduzione di una tipologia di distruzione (degli elementi su schermo) basato sulla fisica del titolo; nuovi livelli ci daranno infine la possibilità di visitare più a fondo le rimanenti colonie terrestri al riparo dai nazisti. Una menzione va riservata alla colonna sonora, forse persin troppo avvincente ed “epica”.
– Spassoso e spensierato
– L’introduzione del multiplayer potrebbe migliorare sensibilmente il gioco
Ironkraft sembra voler regalare un’esperienza non estremamente profonda, ma indubbiamente focalizzata sul divertimento spensierato. L’introduzione del multiplayer può davvero rivoluzionare l’esperienza proposta, e la risoluzione di problemi tecnici mandatori per un titolo in sviluppo contribuiranno non poco a far maturare il gioco. Possiamo solo augurarci update frequenti e forse, un giorno, persino un adattamento italiano.