Anteprima

Injustice 2

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a cura di Gottlieb

Continuano a chiamarla nicchia, eppure con l’evoluzione del medium videoludico sembra che il fighting game stia sempre più conquistando territorio e successo. Lo hanno imparato in NetherRealm, forti del marchio Mortal Kombat, che da decenni ha segnato una pietra miliare del genere, e anche di Injustice, quella che, a tutti gli effetti, è una rivisitazione del picchiaduro con Sub-Zero e Scorpion, ma con protagonisti i personaggi della DC Comics. Sono trascorsi oramai quattro anni da quando Batman e Superman hanno iniziato a darsele di santa ragione su Xbox360 e PlayStation 3, e il momento di un Injustice 2 è oramai giunto. Siamo quindi volati a Chicago, sede dei patriottici sviluppatori americani capitanati da Ed Boon, per provare le novità del secondo capitolo del picchiaduro che sarà distribuito da Warner Bros.

La vendetta di RobinTra cimeli e statue in scala 1:1 raffiguranti i personaggi di Mortal Kombat, siamo entrati nell’enorme struttura all’interno della quale Injustice 2 prende forma: tra stanzette per il motion capture, con circa trenta telecamere puntate su uno sgabello e un’enorme palestra con un magazzino pieno delle riproduzioni delle armi usate dall’intero roster di combattenti di MK, entriamo subito nel mood DC. Lois Lane, come noto, è caduta tra le mani del marito in Injustice e Superman ne ha risentito abbondantemente, tanto da rivedere il proprio allineamento morale e scatenare la sua ira contro il Joker. Nella nostra prova abbiamo potuto avere un assaggio di quella che sarà la storyline del secondo capitolo partendo dal presupposto, qui confermato, che NetherRealm, a differenza di molti altri studi che lavorano al genere picchiaduro, è fortemente interessata alla creazione di una vicenda meritevole di essere letta, vista e seguita. Non è un caso se DC Comics commissionò, oltre un paio di anni fa, un fumetto dedicato interamente a Injustice e non è un caso se adesso il roster si va ad ampliare ancora di più, con licenze sempre più ampie. Non possiamo dirvi molto, perché abbiamo potuto testare soltanto il primo capitolo della seconda iterazione, arrivando a un plot twist che vede protagonista Robin che ci ha abbastanza colpiti: lo stesso aiutante di Batman pare, infatti, stanco di quella che è la sua natura e, un po’ come Superman, cerca il proprio riscatto affiancando Kal-El in quella che sarà la sua nuova gestione della Terra. Sullo sfondo, intanto, inizia a mostrarsi The Society, il gruppo di super villain capitanato da Gorilla Grodd e che si ispira, chiaramente, alla Secret Society di Gotham della timeline DC. Nonostante i pochi minuti e nonostante le poche linee di dialogo a nostra disposizione nel primo capitolo, siamo già soddisfatti di aver assistito a un plot twist così forte, gestito in maniera molto cruda e inaspettata, che ritocca leggermente l’inclinazione di Robin nei confronti di Batman e prova a fornire una nuova versione dell’universo DC, pronta a prendere piede in Injustice 2

Il Gear SystemPassiamo ora a ciò che di più importante c’è sicuramente in Injustice 2, ossia il gameplay, che quest’anno arriva con un’importante modifica: il Gear System. Prima di addentrarci in questa importante variazione alla customizzazione del personaggio, accenniamo rapidamente quello che è il gameplay sostanziale del titolo. Non ci sono modifiche rispetto al primo Injustice, pertanto la variante, che potremmo definire à l’americana in contrapposizione con quella giapponese, è che il sistema di combinazioni rimane ancorato al target combo system: così come in Mortal Kombat anche stavolta dovrete inserire l’intera combinazione prima dell’esecuzione della combo, diversamente da come accade nei titoli giapponesi, dove il tempismo è tutto. Una scelta stilistica che è qui riproposta e che dividerà, come si è soliti fare nei picchiaduro, la platea dei videogiocatori, che troverà qualcosa di molto più accessibile tra le proprie mani. Va da sé che sono rimasti tutti quegli attacchi molto forti che vi permettono, con un solo tasto, di avere dalla vostra una forte bordata che spazza in aria l’avversario. Gli stessi round, come nel primo capitolo, continuano a essere sostituiti dalla doppia barra dell’energia, con una sequenza di intermezzo che annuncia il termine della prima e l’inizio della seconda, alla fine della quale dovrete dichiarare KO tecnico. Confermate, insomma, le linee guida principali del primo Injustice, con tutti i personaggi che avranno dalla loro un attacco speciale, uno pesante e uno leggero, con tutte le combo annesse e anche la meccanica del Combo Breaker, anche stavolta affidato alla lotteria del Clash System. A tutto questo si affianca il già nominato Gear System. Spieghiamo subito che si tratta di un sistema molto più profondo di personalizzazione del personaggio, che va oltre il semplice cambio di skin e che va a incidere proprio sulle caratteristiche e le statistiche del combattente. Vi sono tre categorie di custom: pezzi dell’equipaggiamento, abilità e shaders, che equivalgono alla modifica della skin di cui poc’anzi. Per ottenerle basterà combattere, completare capitoli di storia, sfidare amici e vincere battaglie in single player o in multiplayer: insomma, più giocherete e più sbloccherete gli oggetti con i quali personalizzare i vostri combattenti. Il sistema di drop, alla fine di ogni match, vi permetterà di equipaggiare direttamente e immediatamente il pezzo di armatura ottenuto, a prescindere dal personaggio che state utilizzando: se quindi combattendo con Batman avrete sbloccato un gambale per Harley Quinn, il menù vi permetterà lo stesso di equipaggiarlo tempestivamente, senza dover passare da lunghi menù e venendovi incontro nel caso in cui nello scontro successivo voleste passare a un altro personaggio. Oltre questo, chiaramente, c’è un inventario dove potrete studiare tutte le migliorie da apportare e tutte le modifiche da fare a testa, braccia, gambe e busto, che sono le quattro parti personalizzabili della vostra armatura. Le stats che andrete a modificare sono quelle di forza, abilità, difesa e salute: all’inizio ogni personaggio partirà con un proprio set, che però non ha alcun tipo di boost per le stats, poi toccherà a voi personalizzarlo al meglio e potenziarlo. Nelle nostre due ore di gameplay siamo riusciti a sbloccare abbastanza equip da coprire gran parte dei personaggi a nostra disposizione, così da notare i cambiamenti in battaglia: tale aspetto, chiaramente, modifica di gran lunga il bilanciamento durante le battaglie, perché anche uno scontro Batman vs Batman risulterà decisamente diverso e avvincente. Oltre al loot alla fine di una battaglia sarà possibile ottenere equip e abilità anche spendendo i crediti in game, acquistando il tutto da delle casse di tre diversi colori, con tre diversi livelli di rarità degli oggetti contenuti: ogni cassa contiene un oggetto e costa mille crediti, tutti da ottenere procedendo nel gioco. Riteniamo che tale aspetto, come già anticipato, possa incentivare la longevità del titolo alla ricerca dell’equipaggiamento più forte e che meglio si adatta al nostro modo di combattere, magari più offensivo che difensivo. Inoltre con il supporto degli shaders sarà possibile modificare ancora di più la cromatura del nostro combattente, così da essere realmente unici sullo scenario.

Doctor FateVeniamo, poi, all’interazione con le arene, aspetto confermato rispetto al primo Injustice. Una soluzione che, come già in Mortal Kombat X, dona una certa importanza alla location che andremo a scegliere, perché sapremo bene come sfruttare ciò che l’ambiente ci mette a nostra disposizione. Gli oggetti interattivi sono ben posizionati nei vari angoli dello scenario e il loro utilizzo, chiaramente, varia anche a seconda del combattente che sceglieremo di utilizzare. Le animazioni, chiaramente, sono cambiate, così come hanno subito una variazione le mosse finali, con Batman che non chiamerà più la Batmobile per investire i suoi avversari, ma li lancerà in aria per farli colpire dal Batplane. Si è mantenuto anche lo spostamento a mo’ di transizione da una zona all’altra dell’arena, che ci permetterà di scaraventare il nostro avversario al di là del muro fittizio dello scenario e catapultarlo altrove, magari in un secondo piano della Batcaverna o attraverso gli abissi, habitat naturale di Acquaman. Un accenno anche al roster, che è stato annunciato sarà il più grande mai visto in un picchiaduro: nella nostra prova chiaramente c’erano ben pochi personaggi a disposizione, ma durante le nostre interviste è stata citata Poison Ivy, che quindi viene così confermata. I nuovi portano il nome di Brainiac, Deadshot, Robin, Scarecrow, Supergirl, Swamp Thing, Gorilla Grodd, Darkseid, Atrocitus, Black Canary, Blue Beetle e Doctor Fate, che abbiamo potuto provare durante la nostra prova a Chicago in anteprima. Uno dei maghi più potenti della Terra, nell’universo DC, si aggiunge al nostro roster con grande spettacolarità, soprattutto dovuta al suo movimento che invece della corsa ci permette di sfruttare il teletrasporto: tale meccanica, molto scenica, rende decisamente dinamici i nostri combattimenti e danno un senso di magico che nessun altro combattente riesce a soddisfare. Dalle interviste è emerso che anche Poison Ivy avrà dalla sua una forte caratterizzazione, ma non avendola potuta provare non possiamo approfondire fino a quando non sarà il momento della recensione. Stesso discorso vale per quanto riguarda le missioni in single player che replicano quelle dello Star Labs del primo Injustice, per le quali abbiamo provato solo una serie di dieci combattimenti che non aveva nulla in più della modalità storia, se non qualcosa in meno. Dal punto di vista tecnico, infine, Injustice 2 ci è sembrato molto più coriaceo del primo, chiaramente, con dei dettagli decisamente più marcati e precisi. Piacevole anche il doppiaggio, come d’altronde il primo capitolo, che pur non avendo le voci iconiche dei vari personaggi riesce a soddisfare abbondantemente i fan della DC e dei picchiaduro. 

– Storyline promettente

– Gear System profondo

– Tecnicamente su buoni livelli

Injustice 2 si fa forza su quello che è stato l’ottimo lavoro svolto con il primo capitolo, che ha soddisfatto la DC Comics. Pronti a rinnovarsi e rimettere nelle mani di Ed Boon e la sua squadra una nuova storyline, i personaggi della DC arrivano rinvigoriti e con dalla loro la forza del Gear System, che rende altissimo il livello di customizzazione dei combattenti. Resta da valutare lo scenario proposto, per capire quanto anche quest’anno sarà la storia il pezzo forte di Injustice e poi toccherà al multiplayer, comparto che per il primo capitolo aveva rappresentato una piccola spina nel fianco. Noi, intanto, siamo soddisfatti, perché anche stavolta Injustice si presenta come una perla rara nel fighting game.

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