How to Survive 2
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a cura di Domenico Musicò
Deputy Editor
L’ondata dei titoli a tema zombie non accenna ancora a placarsi; non è pertanto una sorpresa il prossimo arrivo di How to Survive 2, seguito del buon survival che già da questa fase beta lascia intravedere potenzialità niente male, capaci di dare ancora più sostanza alla serie. Non pensiate tuttavia che ci sia stata un’espansione tale da giustificare la presenza di un mondo aperto lungo cui muoversi, trovare risorse fondamentali e accettare missioni con la stessa nonchalance dei free roaming moderni. How to Survive 2 è diverso.
Benvenuto, straniero
In maniera sbrigativa verrete lanciati all’interno di un mondo di gioco fatto di pochi sopravvissuti e molti zombi. Kovac, convinto di poter costruire una cittadina per i rifugiati sotto la sua egida, vi accoglierà sin da subito (dopo aver superato due missioni-tutorial) all’interno del suo bunker, dandovi indicazioni su come non soccombere e chiedendovi di soddisfare alcuni requisiti particolari al fine di completare le missioni. Si parte da un hub piuttosto esteso entro cui trovare provviste e materiali, un nutrito numero di non morti e qualche sopravvissuto in grado di offrirvi un buon numero di incarichi per poter accumulare esperienza più agevolmente. Dalla mappa iniziale non è possibile raggiungere a piedi le missioni in questione; al contrario, una volta accettate, verrete trasferiti automaticamente all’interno di alcune aree decontestualizzate create ad hoc. Alcune sono striminzite e si avvantaggiano della corposa presenza dei nemici per dare al giocatore una momentanea illusione di grandezza; altre, invece, sono di buone dimensioni e ospitano diversi edifici completamente esplorabili. Il posizionamento e la densità dei nemici (zombi standard, altri simili ai boomer di Left for Dead, e diversi animali infetti) cambia di volta in volta, soprattutto se aumenterete il livello massimo della quest da affrontare. Abbiamo notato, a tal proposito, che il grinding è contemplato (pur non essendo mai davvero invadente), motivo per cui è caldamente consigliato accedere alle missioni selezionando sin da subito qualche livello in più rispetto a quello previsto. Se l’esperienza ottenuta è in questi casi più elevata, il rovescio della medaglia è rappresentato dalla perdita in percentuale degli XP ad ogni morte subita.
Il sistema di combattimento è al momento poco reattivo e un po’ legnoso, non sono previste manovre evasive, parate e contromosse, e la risposta ai comandi non è sempre rapida. Va però ammesso che queste mancanze non sono un grosso dramma, visto che i nemici rappresentano raramente una minaccia per l’incolumità del giocatore, che deve preoccuparsi solo quando selezionerà il cap massimo dell’incarico scelto.
Crafta che ti passa
Il sistema di crafting è buono pur non essendo particolarmente profondo. In sostanza bisogna reperire il maggior numero di materiali e dopo di ciò, entrando nel menù apposito, verrà visualizzata la lista di nuovi oggetti da creare. Non bisogna dunque sperimentare o immaginare quale elemento servirà per costruire un’arma o un kit medico grande: è tutto evidente e semplice. A voi, il compito di far vostro ogni oggetto che troverete lungo il cammino, con particolare attenzione a cibo e bevande. Bisogna infatti stare attenti alle condizioni del vostro alter ego tenendo d’occhio le icone apposite, prima che sia davvero troppo tardi. Per rendere meno efficaci i morsi della fame o l’arsura è possibile aumentare alcune abilità specifiche, inserite in una lunga lista da cui è possibile attingere a seconda del livello raggiunto. Già dai primi livelli, inoltre, diventa necessario costruire un campo base. Dapprima potrete fabbricarvi una baracca di fortuna, ma col tempo sarete in grado di garantirvi una maggiore protezione dai non morti. È importante specificare che i punti esperienza acquisiti devono essere spesi con criterio, effettuando una suddivisione attenta tra il livello del personaggio, quello del campo base e le singole abilità. Se quest’ultime vengono rese disponibili gradualmente all’aumentare del livello del personaggio, il campo base e il grado del vostro alter ego possono progredire solo in tandem.
How to Survive 2 è ancora un cantiere aperto, e ciò si evince da ogni aspetto della produzione, che va considerato ancora piuttosto acerbo. I menù sono mal organizzati e poco intuitivi, certe operazioni si compiono in modo molto macchinoso, è possibile zoomare con la telecamera ma non è possibile ruotarla, c’è bisogno di una profonda fase di pulizia del codice, i bug fioccano che è una meraviglia ma non sono affatto gravi, l’IA è scarsa, le missioni sono poco varie e si somigliano tutte sin troppo, il grado di personalizzazione non è ancora sufficiente e la mappatura standard dei comandi è inadeguata. Molti dei difetti elencati sono assolutamente normali per un titolo in accesso anticipato, mentre altri dimostrano quanto ci sia ancora bisogno di duro lavoro per sistemare ciò che convince meno.
– Tante missioni da affrontare
– Esplorazione, crafting e zombi
How to Survive 2 riesce a tenere impegnati per diverse ore già da questa prima fase di beta; se gli sviluppatori si daranno almeno un altro anno abbondante di tempo, potrebbero rendere ancor più gradevole un progetto che ha dalla sua delle buone potenzialità.
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