Homefront - The Revolution
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a cura di Domenico Musicò
Deputy Editor
Homefront: The Revolution è un titolo dalla genesi molto travagliata. Non bastassero già i molti anni di sviluppo prima di presentarsi in forma giocabile, gli sviluppatori hanno dovuto assistere (e subire) il destino infausto di THQ prima, e di Crytek poi, che si è trovata in una situazione economica infelice proprio quando era entrata in possesso dell’IP. Eppure Homefront: The Revolution ce l’ha fatta: alla fiera di Colonia era in forma giocabile e arriverà – imprevisti permettendo – nel corso del 2016.
La rivincita dei deboli
Nonostante sia presente qualche punto di contatto, è bene che non pensiate al nuovo Homefront come al seguito diretto del titolo che uscì qualche anno fa con risultati non troppo lusinghieri. Quella di The Revolution è un’America ormai devastata, decadente, sul punto di entrare in possesso dei cittadini che vogliono riprendersi la propria libertà e impadronirsi con la forza dei diritti che spettano loro. Eccoli, gli sciagurati: giunti ormai ben oltre il confine che delimita la volontà riottosa dalle azioni selvagge, il popolo si è spinto al di là della barricata e attacca a viso aperto gli oppressori. E lo fa senza pensarci troppo, con gli oggetti che si trovano sul campo, e con mine che vengono piazzate su mini trabiccoli a quattro ruote che vengono telecomandati fino all’obiettivo per poi esplodere d’improvviso.
Nella Philadelphia del 2029 è un’assoluta normalità che la guerriglia urbana sia fortemente influenzata dalla corposa presenza dei droni, che vegliano sulle strade, inseguono i rivoluzionari e radunano immediatamente le pattuglie. I rivoluzionari vanno fermati in ogni modo, anche coi carri armati. Eppure la città è grande, le strade sono parecchie e la libertà di movimento è molto accentuata, al punto che è possibile usare dei veicoli a due ruote per velocizzare gli spostamenti. Vi diciamo però sin da subito che la manovrabilità non è esattamente delle migliori e che è anzi piuttosto rozza e poco credibile; il giocatore è infatti costretto a curvare grossolanamente e a sbattere molto spesso contro i muri divisori, talvolta anche incastrandosi con lo scenario. Se è vero insomma che le rampe e la maggiore velocità rendono più piacevoli gli spostamenti, è vero anche che ci si trova a sbattere continuamente con innumerevoli ostacoli, facendo perdere immediatamente all’utente l’eccitazione iniziale.
In cerca di una rivoluzione tecnica
Buona la customizzazione delle armi, che possono trasformarsi anche radicalmente a seconda delle situazioni: ecco che per esempio un fucile mitragliatore può essere utilizzato come un fucile da cecchino rudimentale grazie al mirino di precisione, o addirittura come lanciagranate.
La missione che abbiamo provato per l’occasione era ricca di checkpoint, zone da scoprire e obiettivi da raggiungere, ma la presenza di alcuni escamotage di programmazione impedivano la corretta conduzione di gioco. Qualche esempio? Ci è capitato di arrivare casualmente in un punto da cui le truppe nemiche continuavano ad apparire (sempre in single player, sia chiaro) e di morire proprio perché sorpresi dagli attacchi improvvisi. La loro intelligenza artificiale, poi, è sembrata davvero poco reattiva e assolutamente deficitaria, con routine comportamentali quasi mai all’altezza della situazione e momenti in cui riuscivamo ad appostarci alle loro spalle senza che si accorgessero della nostra presenza. C’è la possibilità di accovacciarsi e muoversi di soppiatto, ma la verità è che difficilmente sarete portati ad avere questo tipo di approccio.
Il problema più grande di Homefront: The Revolution è però il comparto tecnico, davvero arretrato e poco rifinito. Il frame rate è ben lontano dai 30 FPS stabili che gli sviluppatori vorrebbero raggiungere, e capita spesso che il titolo scatti anche in zone non troppo affollate. Il labiale è fuori sincrono, la modellazione poligonale è in alcuni punti approssimativa e in generale lo scenario che ci è stato mostrato nella demo è apparso anonimo e poco ispirato. Il gioco arriverà nel corso del 2016 e c’è tutto il tempo per lavorare a dovere per sistemare tutto ciò che non va, ma bisogna comunque ammettere che il gap rispetto alle ultime produzioni è evidente: ci vorrebbe un miracolo affinché il nuovo Homefront riesca a stupire per la sua resa visiva.
– Buona l’idea di fondo
– Personalizzazione delle armi convincente
Dopo il nostro hands-on con Homefront: The Revolution siamo usciti dalla sala con impressioni non di certo esaltanti. La prova ha messo in evidenza più ombre che luci, soprattutto per quanto riguarda un comparto tecnico che ha l’assoluto bisogno di una rivoluzione coi fiocchi.
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