Anteprima

Gray Dawn, provato il controverso horror a tema religioso

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a cura di Domenico Musicò

Deputy Editor

Al di là dei molti titoli che emulano i mostri sacri del genere, le vie esplorate dagli horror sono state nel corso degli anni davvero molteplici. In pochi si sono però spinti un po’ oltre quella barriera di buonismo e moralità che sembra essere infrangibile, all’interno di questo medium ancora troppo puritano e frenato da parecchie questioni che non gli fanno bene. Persino Outlast, che coi suoi contenuti ha shockato gran parte degli utenti, ha dovuto offrire la propria testa alla ghigliottina della censura, eliminando una delle scene più scabrose e controverse di sempre. Dalla Romania arriva un altro horror psicologico che vuole sfumare la linea di demarcazione tra sacro e profano, tra religiosità decaduta e tentazioni luciferine: Gray Dawn.
My only Lord
Gray Dawn è ambientato durante la vigilia di Natale del 1910 e vi mette nei panni di un prete svedese sospettato per l’omicidio di uno dei suoi chierichetti. Mentre le accuse sull’uomo si fanno sempre più gravi e insistenti, ossessionando il protagonista che si ritrova d’improvviso alla disperata ricerca di un modo per dimostrare la propria presunta innocenza, alcune strane visioni iniziano a tormentarlo. La fede vacilla, il maligno si fa strada nella sua psiche e degli strani e inspiegabili eventi fanno sfociare l’intera vicenda nel soprannaturale. Il bambino scomparso, che nell’ultimo periodo non era stato bene e aveva assunto comportamenti inumani, riceve un esorcismo dal prete. Il tentativo si rivela però fallimentare: il giovane salta fuori dalla finestra e il corpo non viene più ritrovato.
Da quest’incipit è chiaro quanto la vicenda appaia già piuttosto fosca, ma sono le sottotrame di cui siamo venuti a conoscenza durante la nostra prova ad averci ulteriormente incuriosito. Il protagonista, a più riprese, entra in una sorta di stato di trance dove i contorni della sua vista sono sfocati di rosso, le voci della radio si incupiscono e si distorcono, e i soliloqui di una presenza malevola gli parlano direttamente in testa. Per tirarci fuori da queste manifestazioni maligne, dovremo interagire con determinati elementi dello scenario che fanno avanzare la storia; e vi assicuriamo che questi momenti, uniti ad altri davvero blasfemi, vi metteranno sul serio in soggezione. 
La demo fornita ci faceva girare in una sorta di convitto religioso, composto da una serie di stanze disposte sui quattro lati che attorniavano il piano inferiore, inizialmente semi-allagato e invaso da quelle che sembravano delle branche di un immenso polpo che si abbarbicavano sui montanti di legno delle scale. In una delle scene surreali rappresentate, delle strane statue insanguinate, disposte in prossimità delle balaustre, raffiguravano divinità animalesche su cui andavano usati oggetti sacri come ostie, immagini religiose e rosari; il tutto, mentre grossi rospi piovuti nell’edificio senza soffitto e istantanee difficilmente identificabili s’insinuavano nel tessuto di una realtà distorta e malata.
Gray Dawn alterna momenti in cui vi sembrerà effettivamente di trovarvi all’interno del convitto, ad altri in cui, attraversando delle porte, si entra in una dimensione onirico-paradisiaca che pare partorita dalla mente di un fanciullo. In queste aree, non è ancora chiaro come e perché si sentano le voci dei chierichetti che hanno collaborato col prete, ma da quanto visto finora, appare evidente quanto la dimensione surreale sia uno degli elementi fondamentali per dirimere alcune delle questioni più complesse della trama.
Crepuscolo morente
Interessante è anche la moralità del protagonista, che instilla il dubbio nel giocatore e gli fa sospettare che qualcosa, al di là delle accuse, possa essere davvero accaduto tra lui e i bambini. Lo si sospetta quando si scopre il suo mancato pentimento per aver consumato diversi rapporti sessuali con una donna che inizialmente voleva confessare i suoi peccati, per poi provare il brivido di entrare in contatto con la carne di Cristo attraverso il corpo del prete. A tutto ciò, vanno aggiunti ulteriori elementi narrativi dai contorni agghiaccianti, capaci di destabilizzare gli utenti.
Gray Dawn, dal punto di vista narrativo, incuriosisce non poco e potrebbe in effetti svilupparsi in modi che al momento non osiamo nemmeno immaginare. Non c’è dispersività e tutto sommato è un titolo da identificare come fortemente story-driven… E anche piuttosto guidato, a dirla tutta.
D’altra parte il sistema di gioco è estremamente semplice e intuitivo: si cammina, al massimo si corre, si interagisce con gli oggetti (alcuni dei quali vengono raccolti e usati in automatico) usando il tasto sinistro del mouse e s’interrompe l’interazione con quello destro. A proposito: al momento non c’è nessun supporto al pad, ma tra un mese, ossia quando il gioco arriverà sul mercato, si spera che questa lacuna possa essere colmata.
Non si tratta, a scanso di equivoci, di un walking simulator; al contrario è un’avventura piuttosto classica in prima persona dove non abbiamo visto alcun tipo di nemico che possa minacciare la nostra vita, e di conseguenza non era presente nemmeno un abbozzo di combat system. È lecito dunque pensare che Gray Dawn possa avvicinarsi – per ritmi, conduzione di gioco e suggestioni filosofico-artistiche – allo stile di Layers of Fear, offrendo degli spunti narrativi ancora più estremi. 
Non mancano i puzzle da risolvere, sia durante le fasi “terrene”, sia in quelle “Da sogno”, e tutto sommato non sembra che gli enigmi possano mai rivelarsi davvero complicati o particolarmente laboriosi.
Tecnicamente Gray Dawn si mantiene nella media: ci sono fenomeni di aliasing qua e là, la modellazione poligonale è buona ma non stupefacente e gli shader sono sempre piuttosto opachi. Il gioco dà invece il meglio di sé nel comparto artistico, dove non mancano immagini forti, audaci e allestimenti di scena che riescono sia a scandalizzare, sia a far serpeggiare in voi un forte senso di disagio.

– Narrativamente provocatorio e molto interessante

– Tocca tematiche delicate, non semplici da trattare e piuttosto controverse

– Ottima atmosfera di gioco

Pur non presentando autentiche novità di gameplay all’interno del genere, e anzi avvicinandosi molto allo stile dei titoli creati dai polacchi Bloober Team, Gray Dawn si rende estremamente interessando dal punto di vista narrativo, presentando tematiche religiose distorte e approfondendo la moralità in decadenza di un prete accusato dell’omicidio di un chierichetto. Tra un mese scopriremo se Gray Dawn si rivelerà una sorpresa o solo un infernale fuoco di paglia.

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