L’offroad nel mondo del corse è come un grande contenitore al cui interno c’è un’infinità di possibili alternative. In Milestone lo sanno bene visto che l’abitudine a lavorare in quest’ambito si è tramutata in tanti titoli, molti dei quali stanno ritrovando una loro giovinezza con l’arrivo del motore grafico Unreal, come per esempio MXGP e la nuova IP Supercross. A guidare la traversata verso i lidi di questa nuova tecnologia è stato però Gravel, esperimento della software milanese, con cui gli sviluppatori hanno cercato di recuperare delle atmosfere racing-arcade degli anni novanta (qualcuno ha detto Sega Rally?) incapsulate in un format TV perfetto per mettere in scena gare di Wild Rush, Rally Cross, Speed Cross e Stadium Circuit. Per cui montati i parafanghi, proiettati nelle terre selvagge del mondo conosciuto, ci siamo avventurati in questa nuova prova del gioco.
Le premesse narrativeGravel TV è il reality più in voga fra gli appassionati di off-road ed è quello che serve per decretare il pilota più veloce di queste discipline. All’interno del format, man mano che si avanza c’è la possibilità di conquistare una sempre maggiore fetta di successo, che ci porta pian piano a competere contro i boss, detentori del primato nelle gare sopra citate. Per il momento, comunque, abbiamo potutto provare soltanto la prima fase di questa modalità: quella che ci ha portato a sconfiggere il primo degli avversari, dominatore assoluto della categoria stadium circuit. Prima di giungere a quella, abbiamo dovuto affrontare altre gare, che hanno cercato di darci una bella infarinata sui tipi di veicoli che avremo a nostra disposizione, sulle ambientazioni e sulle gare. Così viene scandito il ritmo di avanzamento della campagna, che sicuramente non brilla in termini di innovazione, ma cerca opportunamente di contestualizzare la nostra azione anche al di là della semplice “voglia di competizione” che comunque non può mai venire meno. Ovviamente ciò dev’essere verificato anche sulla durata dell’intera modalità, ma questa valutazione potremo farla solo in sede di recensione.Per fortuna, il continuo cambio di prospettiva tra la scala di alcuni circuiti veramente immensa e i testa a testa di altri più corti lascian veramente ben sperare.
Come si fa giocare?Passando al gameplay, quello che piace di Gravel è la sua natura arcade, che rende il gioco fruibile da chiunque astraendo dalle meccaniche di guida classiche quelle che ci permettono semplicemente di accelerare, frenare e curvare, e che può diventare più appagante lavorando sugli aiuti di guida e sul livello dell’IA, pur non mirando minimamente a diventare simulativo. Se infatti il modello di guida si allontana volutamente da ogni velleità realistica, la rappresentazione delle auto all’interno del gioco cerca di mantenere una marcata vena nostalgica, con le prime livree che sono studiate appositamente per replicare o richiamare quelle dell’epoca (compatibilmente con gli sponsor a disposizione che comunque non sono pochi). Per farvi un esempio, un collega, nonchè amico, della stampa specializzata automobilistica è andato in brodo di giuggiole, scoprendo dettagli e finezze di alcune auto d’epoca al posto giusto, che a un occhio non allenato non sarebbero mai saltate agli occhi. Il parco auto si svela con il salire dei livelli del protagonista ed è interessante gustarsi ora dopo ora i nuovi mezzi disponibili nel garage.Gravel vuol dire quindi ritrovare in un sistema di guida alla mano, il controllo di pezzi di storia e di bolidi del presente, che gli appassionati di quattro ruote sanno riconoscere ed apprezzare, anche nelle piccole variazioni delle sfumature nel gameplay.
In questo contesto nascono quindi le considerazioni su un dettaglio tecnico, che pur continuativamente migliorato di presentazione in presentazione e oggettivamente giunto a buoni livelli, non regge il confronto con il risultato raggiunto dal parente Supercross (che abbiamo provato nella stessa sessione), vuoi per la differenza per la scala delle ambientazioni, vuoi anche per la maturazione dell’esperienza nello sviluppo con il nuovo Engine. Tornando a noi, alcune zone sono particolarmente ampie e di esse se ne apprezza la caratterizzazione, che amplifica a dismisura il fattore varietà. I circuiti all’interno di una stessa ambientazione, per esempio, possono risultare davvero differenti a seconda della loro collocazione geografica sulla mappa. Il risultato è dunque godibile ed apprezzabile, e ciò è ancora più vero sul fronte dell’audio dove l’engine granulare fa sempre il suo sporco lavoro.
– Arcade puro
– Atmosfere nostalgiche nel gameplay e nel parco auto
Aspettiamo Gravel per tornare con le ruote sullo sterrato perchè l’atmosfera racing-arcade offroad era parecchi anni che mancava sulla scena ludica. Speriamo di trovare nel titolo a quattro ruote Milestone un degno compagno per tornare ad affondare le ruote nel fango, spinti da una carriera che si preannuncia varia e un da un’attenzione verso il passato delle corse che non è passata inosservata.