Se ne era parlato già nei giorni scorsi, nel fiume dei leak pre-E3, ma certamente nessuno avrebbe mai potuto immaginare il gran colpo di scena che ha aperto la conferenza Sony. Accompagnata da un’orchestra, che suona una composizione per certi versi più affine alla cultura nordica e che per nulla riportava alla mente il tema musicale dei precedenti capitoli, arriva questa scena inaspettata dove ci viene presentato un ragazzino, caratterizzato dal volto deturpato su un lato del viso e dai capelli rossicci molto corti, intento a giocare in un cortile innevato finché non viene richiamato da una voce greve. Dagli abiti un po’ selvaggi, composti da pellicce e pellame, il rimando ad un’altra grande esclusiva PlayStation ha probabilmente tratto in inganno tutti. Fino al momento in cui, rivelandosi dalle ombre, troviamo lui in tutto il suo splendore e la sua possanza: Kratos. Questo è God of War, esclusiva PlayStation 4 in sviluppo da Santa Monica Studios.
Chi di barba abbonda…
A parte il setting, decisamente inusuale per la serie, la prima cosa che salta all’occhio è la barba del nostro spartano: folta e lunga, da vero barbaro delle montagne, che spezza un po’ con quella figura glabra a cui siamo sempre stati abituati. Via le sue lame incatenate agli avambracci, restano però l’inconfondibile carnagione bianco-cinerea spezzata dai segni rossi distintivi, una spilla a forma di Omega a fissare l’arma alla mantella su una spalla e, per un occhio attento, la grossa cicatrice sul ventre, dilaniato dalla Spada dell’Olimpo in occasione dell’epilogo del terzo capitolo, ormai non più così conclusivo.
Questo ci porta a pensare che il nostro Kratos sia riuscito a riprendere possesso del suo fato, allontandosi dal monte Olimpo e forse dalla Grecia, e sia andato avanti con la sua vita in qualche luogo tranquillo tra le montagne del nord, trovando verosimilmente l’amore di una donna, di cui viene giusto accennata la morte recente, e di un figlio da allevare, addestrare ed educare. Quello che ci troviamo davanti non è più l’eroe spartano preda dei propri sentimenti di rabbia e vendetta, nel suo sguardo non notiamo quell’odio che lo ha sempre caratterizzato. Troviamo un uomo maturo, serio, dal carattere forte, accentuato anche dalla sua stazza che potremmo definire tranquillamente statuaria; porta il proprio figlio a caccia, per renderlo uomo e capace di sostentare i bisogni suoi e della sua famiglia. Purtroppo per lui, le minacce demoniache non sono soltanto un violento ricordo e continuano a perseguitarlo anche qui, mettendo a rischio anche la vita del ragazzino ancora troppo inesperto anche soltanto per badare a sé stesso, che risulta in pratica addirittura una zavorra per colui che da solo aveva sterminato ogni divinità greca. Tuttavia proprio in questo rapporto riusciamo a vedere un lato totalmente nuovo di Kratos, premuroso ma un po’ impacciato nel mostrare affetto, mentre dello spartano inferocito abbiamo solo una breve parentesi necessaria per sbarazzarsi della minaccia incombente, giusto per chiarire che, se vuole, non ha perso nulla dello smalto dei giorni che furono.
… la propria ascia affonda!
Il contesto, l’aspetto fisico del protagonista nonché il suo carattere non sono gli unici elementi ad esser cambiati radicalmente in questo nuovo God of War. Se dal comparto tecnico troviamo i Santa Monica sempre sugli scudi, nel caso in cui ci fosse ancora bisogno dopo anni di dimostrare quanto ci sappiano fare, il sistema di gioco si presenta come profondamente rivoluzionato. Non evoluto, non semplicemente cambiato ma certamente nuovo. La telecamera ora segue passo passo il nostro particolare eroe in ambientazioni con un respiro molto più ampio, che potrebbe anche essere simil open world, diventata mai come negli ultimi tempi la deriva di tantissime produzioni. Il combat system perde inevitabilmente la spettacolarità e le combo insieme alle lame del caos, sostituite adesso con un’ascia molto più barbara che ricorda per meccaniche un po’ il martello di Thor, con cui lo spartano è ancora in grado di sprigionare ciò che resta dei suoi poteri di guerriero e di divinità. Pur con sezioni un po’ più compassate e meno dinamiche, ritroviamo comunque in parte la tipica brutalità della “Rabbia Spartana” e delle esecuzioni a cui eravamo abituati nei classici QTE, anche se questo aspetto è rimasto ancora avvolto da una coltre di mistero, nonostante la sezione fosse giocata in tempo reale da uno degli sviluppatori.
Pochi minuti – circa una decina – di giocato ci hanno presentato ciò che per voce dello stesso Kratos viene definito “un nuovo inizio”. Un percorso tutto da scoprire che parte già con delle basi di gameplay probabilmente più moderne, e una storia che offre nuovi legami, nuovi nemici, animali dai poteri mistici e draghi che sorvolano dei luoghi misteriosi ed affascinanti. È stato poco più di un assaggio, ma che ha saputo risvegliare con decisione quell’energia che i fan hanno sempre apprezzato.
– Una grande rinfrescata per la serie, sia per temi che novità di gameplay
– Tecnicamente i Santa Monica sanno sempre brillare
– Un Kratos profondamente cambiato, più maturo e interessante
God of War, senza numerazione o un sottotitolo di accompagnamento, fa il suo grande ritorno sul palcoscenico di Sony all’E3 di Los Angeles e lo fa sorprendendo e intrigando tutti i videogiocatori. Dimentichiamoci il soldato diventato divinità sull’Olimpo, costantemente assetato di sangue e di vendetta, e diamo il benvenuto ad un Kratos più maturo, più posato e forse semplicemente più uomo. Un padre, non un guerriero, costretto a combattere nuovamente delle insidie che già una volta gli portarono via tutto e lo condussero alla follia. Non ci è dato sapere se questi pericoli provengano dal noto passato o se, assecondando alcuni rumor degli ultimi tempi, assisteremo a questo strano cross-over con la cultura norrena, con Odino, Thor e compagnia che si ritroveranno nella scomoda posizione che segnò le disgrazie di Zeus, Ares e gli altri Dei greci. Anche sul periodo di uscita brancoliamo nel buio, ma certamente non possiamo negare che, un po’ come tutti, aspettiamo impazienti nuove informazioni nei mesi a venire.