God Eater 2: Rage Burst
Advertisement
a cura di Francesco Corica
Staff Writer
Negli ultimi anni, il genere degli “hunting games”, i cosiddetti “giochi di caccia”, è riuscito ad attirare sempre più persone, con una serie in particolare a dominare il mercato, Monster Hunter. Ma Bandai Namco non ha intenzione di stare a guardare, mentre la serie creata da Capcom si prende tutti gli appassionati: è così che nasce la saga di God Eater, la vera e propria risposta a Monster Hunter. Abbiamo avuto modo di provare, in anteprima, l’edizione PC del secondo capitolo della saga.
Aragami Hunter
God Eater 2 era originariamente uscito su PSP e PS Vita nell’ormai lontano Novembre 2013, mentre questa nuova edizione, intitolata Rage Burst, è uscita a Febbraio 2015 su PS4 e PS Vita, sempre per il mercato giapponese. Adesso, dopo ben 3 anni, si avvicina la data d’uscita per gli utenti americani ed europei, con l’aggiunta di un porting che uscirà su PC attraverso Steam: quest’ultima versione, come scritto prima, è la versione provata da noi. Non deve sorprendere quest’uscita così tardiva e quasi improvvisa: gli hunting games hanno sempre più appassionati, fuori dal Giappone, già da un po’ di tempo; fare arrivare God Eater 2 adesso significa volere testare il mercato, controllando se effettivamente ci può essere un interesse concreto per questa serie.
Riassumiamo brevemente la trama introduttiva: il gioco è ambientato 3 anni dopo il primo capitolo: gli Aragami (i “mostri” della serie) continuano a popolare il mondo, e adesso c’è anche una misteriosa pioggia rossa tossica a complicare le cose. La Fenrir, l’organizzazione impegnata nello sviluppo tecnologico e della protezione del mondo, decide quindi di creare una divisione speciale, chiamata Blood, per investigare. Di questa divisione fanno parte i cosiddetti “God Eater”, ragazzi che sono stati uniti ai God Arc, congegni nati sfruttando proprio le cellule degli Aragami a cui daremo la caccia.
Apre la stagione di caccia!
Dopo aver creato il nostro personaggio, ci troveremo nella base della nostra divisione: questo è a tutti gli effetti l’hub di gioco, dove potremo interagire con gli altri personaggi, personalizzare il nostro equipaggiamento, accettare missioni, visionare filmati e avere accesso al database, che include tutte le informazioni sulla storia e sugli Aragami. Il nostro God Arc può assumere 3 forme diverse in battaglia, a seconda delle nostre necessità: ha inizialmente una forma base, che serve per i classici attacchi in mischia (spade, martelli, lance e falci), ma può anche trasformarsi in un fucile (esplosivo, mitragliatrice, da cecchino e a pompa) e diventare un pratico scudo (leggero, medio o pesante). Sta a noi provare tutte le possibili trasformazioni ed equipaggiare quelle più adatte alle nostre esigenze.
In battaglia possiamo combattere sfruttando classiche combo composte da attacchi leggeri e pesanti, con l’aggiunta di poter risvegliare la componente Aragami della nostra arma per dare un morso alla vittima designata: mordere i mostri non serve solamente a fare ulteriori danni, ma ci consente di ottenere nuovi elementi per il crafting e sfruttare, temporaneamente, delle pallottole per il nostro fucile, con caratteristiche rubate dall’Aragami morso in precedenza.
È importante parlare della vera novità di questo gioco: l’introduzione delle Blood Arts, potenziamenti particolari ed unici per ogni personaggio. Grazie alle Blood Arts potremo potenziare le mosse, avere combo più lunghe, o anche aumentare l’efficacia del morso: il tipo di Blood Art che otterremo e potenzieremo, dipenderà dalle mosse fatte durante le battaglie. Facendo un esempio: se sfruttiamo molto le mosse rapide, potenzieremo automaticamente la Blood Art relativa a quegli attacchi, che li renderà più efficaci. Più è forte il nemico, più velocemente riusciremo a potenziarle.
Un Aragami al dente, per favore
Ogni Aragami ha dei punti di forza e delle debolezze: dopo averli incontrati per la prima volta, potremo leggere la loro scheda relativa sul database. Questo ci aiuterà nella preparazione degli strumenti, massimizzando le nostre possibilità di successo. Contro Aragami particolarmente forti, avremo anche la possibilità di spezzare i loro legamenti: questo non solo li indebolirà, ma ci permetterà anche di ottenere ulteriori oggetti per il crafting.
Il gameplay ci è apparso fluido al punto giusto, senza mai dare l’impressione di diventare un semplice “button masher”: non ci siamo solo noi a fare le mosse, ma anche gli Aragami potrebbero reagire all’improvviso, lasciandoci completamente vulnerabili e incapaci di difenderci, o sfruttare l’ambiente a loro circostante per fuggire, magari nel mezzo di una nostra combo, rendendo più difficile riuscire a raggiungerli nuovamente.
Come già sottolineato, la preparazione prima della battaglia e la strategia saranno fondamentali: abbiamo la possibilità di impartire ordini e strategie ai nostri compagni, o ovviamente possiamo anche permettergli di agire in libertà; dipenderà tutto da noi, dal nostro stile di gioco e dai nemici che dovremo affrontare. Il gioco di squadra sarà ovviamente ancora più importante nelle missioni multiplayer, che non abbiamo ancora avuto modo di provare. Per quanto riguarda i sistemi di controllo, abbiamo provato sia ad usare il controller 360 ufficiale, sia mouse e tastiera: nonostante ci siamo trovati meglio con il controller ufficiale, riteniamo il gioco comodamente godibile e giocabile anche senza, perché i controlli sono stati adattati discretamente. L’unico nostro dubbio per quanto riguarda il gameplay è la possibile ripetitività: in queste prime ore di gioco, abbiamo notato una certa monotonia nello svolgimento delle missioni; la nostra speranza è che, proseguendo, si riesca ad avere più varietà.
Su un PC all’altezza, God Eater 2 riesce a raggiungere i 60 fps senza avere particolari problemi, ma questo dipende – molto probabilmente – anche da un comparto tecnico datato, ereditato dalle versioni PSP/Vita. Non è soltanto un problema di texture: le ambientazioni appaiono spoglie e poco ispirate, e perfino gli Aragami stessi non ci sembrano spiccare per cura dei dettagli. Per quanto riguarda il sonoro invece siamo rimasti colpiti positivamente dalle musiche, che hanno accompagnato egregiamente le nostre cacce; al contrario, il doppiaggio in inglese non è il massimo, e non ci è nemmeno possibile provare la controparte giapponese, esclusa da questa edizione.
– Longevità elevata
– Multiplayer cooperativo
– Colonna sonora ben realizzata
L’effetto porting si fa sentire, ma nel complesso possiamo considerare positiva la nostra prima esperienza con God Eater 2: Rage Burst. La serie ci sembra avere un buon potenziale, vedremo se Bandai Namco riuscirà a sfruttarlo appieno. La sfida a Monster Hunter è appena stata lanciata, vi sentite pronti per andare a caccia di Aragami?
Advertisement