Anteprima

Final Fantasy VII Remake

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a cura di Pregianza

Los Angeles, conferenza Sony. L’esaltazione è palpabile, d’altronde ci sono centinaia di migliaia di persone con gli occhi incollati allo schermo dopo i primi inaspettati annunci. C’è un odore strano nell’aria: il sentore che stia per succedere qualcosa di grosso, la sensazione che i capoccia del colosso nipponico si muovano sul palco con fin troppa sicurezza, quasi gongolando, come se avessero un asso nella manica di proporzioni inimmaginabili. Arriva Square, che con i pucciosi personaggi di Final Fantasy World fa tornare la mente alla spiacevole comparsata dell’anno scorso, e in un nanosecondo i giocatori passano dalla felicità alla posizione di guardia, l’atteggiamento tipico di chi ormai ne ha viste abbastanza ed è pronto ad esplodere davanti all’ennesima minchiata.
Errore imperdonabile.
Affrontare un colpo mortale con i muscoli tirati e la mente concentrata non fa che accentuare il dolore, e non c’è scetticismo che possa difendersi dall’attacco successivo. I personaggi carini e rotondi visti poco fa non erano che un modo per rendere l’annuncio che sarebbe venuto dopo ancor più devastante, al punto che stupisce come non ci siano state perdite di conoscenza quando sullo schermo sono comparsi i primi segni… Strutture enormi che spezzano le nuvole con l’arroganza di chi ha dimenticato quanto importante è il cielo, volti grigi schiavizzati dalla routine che si trascinano per le strade come spettri, tubi grotteschi che sovrastano anche le più antiche e splendide strutture della città. Siamo a Midgar, un posto che praticamente nessun possessore di Playstation ha mai dimenticato.
“È Final Fantasy VII, finalmente è arrivato il remake che tutti aspettavano” sussurra un bimbo nel cervello di tutti gli spettatori. Lo ricacciano indietro con cattiveria, aspettandosi un film in cg o bestialità varie. Poi iniziano a vedersi i nomi degli sviluppatori: c’è Kitase, c’è Nomura, c’è Nojima, lo sceneggiatore originale. Pochi secondi dopo i dubbi sono finiti, e per un vicolo scuro camminano due individui inconfondibili, uno tozzo e con un cannone al posto del braccio destro, uno biondo e magrolino, con una spada sulle spalle quasi più grande di lui. Dio santo, sta tornando.
Un po’ di storia
Vediamo di precisare un attimo perché il reveal di questo remake ha pietrificato chiunque abbia amato i videogiochi nell’era Playstation ed è riuscito a commuovere persino uno come il Valentini, che davanti alle disgrazie altrui al massimo si fa una risata e mangia delle patatine.  Per capire la potenza di questo ritorno bisogna rimembrare cosa Final Fantasy VII ha rappresentato per i jrpg. Ha aperto il vaso di Pandora, portando ad apprezzare il genere milioni di giocatori che non avevano idea della sua complessità e qualità all’epoca, principalmente grazie alla sua immensità e alla sfavillante grafica accompagnata da filmati in cg. Dopo la rottura con Nintendo, Square aveva creato un titolo con personaggi poligonali, enorme e in grado di lasciare a bocca aperta tutti. L’art direction e la regia di Final Fantasy VII erano magistrali: i momenti giocati si alternavano alle cutscene con grande intelligenza, e le mappe vantavano una varietà di ambientazioni e una cura per il dettaglio vista raramente. Le città di Final Fantasy VII e le sue mappe sono ancora memorabili, la mappa del mondo, esplorabile e spettacolare, se la ricordano ancora tutti e il titolo è costellato di momenti eccezionali.
La forza del settimo capitolo è anche quella di saper unire storie tragiche e momenti molto dark a scene dotate di forte umorismo. Background tristissimi dei personaggi si mescolano con la leggerezza di certe situazioni, e la forza di alcune fasi porta il giocatore a provare affetto immediatamente per i suoi personaggi, che se la giocavano praticamente solo con l’incredibile cast del sesto capitolo.
La lotta tra il VI e il VII va avanti da eoni, e molti ritengono che il sesto Final Fantasy sia il migliore della serie, ma l’importanza del settimo è inarrivabile. È un gioco che ancora oggi risulta apprezzabile, con la sua trama convoluta ma appassionante, i suoi eroi leggendari, e uno dei migliori cattivi della storia dei videogiochi. Sephiroth, nella sua follia, è un personaggio drammatico e tormentato, con cui è difficile non simpatizzare almeno un pochino, e un antagonista di questa portata non fa che aumentare il valore dell’intera narrativa.
E poi c’è Aeris
Sul serio, non credo ci sia bisogno di scrivere “spoiler alert”. La morte di Aeris fu un fulmine a ciel sereno, un colpo al cuore che portò dozzine di giocatori a cercare per mesi e anni un modo di salvare la ragazza. Niente da fare, Aeris viene uccisa e non c’è alcun modo di farla tornare, con buona pace di chi l’aveva fatta livellare fino a quel momento e aveva già deciso di includerla nella squadra fino alla fine del gioco. È una di quelle scene ormai citate fino allo sfinimento nella storia dei videogiochi, uno strappo alle regole che volevano quasi immortali gli eroi di un videogame fino alla fine dell’avventura, che ha poi influenzato migliaia di sceneggiatori
Lo abbiamo già detto in passato, la trama di Final Fantasy VII non è perfetta, né particolarmente cristallina durante il gioco, ma è fatta di momenti. Momenti che non possiamo dimenticare grazie alla loro potenza e al magistrale modo in cui ci vennero presentati all’epoca dell’uscita, e sono veramente pochi i videogame oggi in grado di risultare altrettanto intensi. 
Cosa fare con una leggenda
Con una tale bestia tra le mani, il compito di Nomura e compagnia non sarà facile. Specialmente visto che hanno già confermato di voler apportare dei cambiamenti. La storia rimarrà la stessa, ma verrà all’apparenza ampliata, ed è confermata l’intenzione di Nojima di aggiungere elementi al plot. La cosa è positiva, poiché potrebbe render tutto più chiaro e godibile, ma la volontà di Square di rinnovare il suo pargolo non sembra finire qui.
“Non è un semplice remake, non entrerò nel dettaglio ma vi basti sapere che, se ci limitassimo a un restyle grafico, non potrebbe superare l’originale”, queste le parole di Nomura. Il desiderio di creare un prodotto nuovo e moderno è evidente, ed è difficile cogliere al momento quali saranno le modifiche al gameplay vero e proprio. Non dubitiamo che i minigiochi ad esempio verranno mantenuti, ma muteranno profondamente per divenire più godibili, senza contare che è già confermata la presenza di tutte le scene originali, anche quelle un po’ più assurde (sì, Cloud travestito da donna ci sarà, eccome). 
Sarà poi interessante valutare come verrà trattato il materia system. Le materia sono ancora viste come un’ottima trovata, un sistema flessibile e intuitivo che permette di sviluppare a piacere i personaggi e di specializzarli. La combinazione di certe materia permetteva anche di mettere in piedi strategie atipiche di rara possanza, con cui era possibile eliminare facilmente boss devastanti. La combinazione di mime e Knights of the Round per eliminare prima del tempo la Ruby Weapon, ad esempio, o l’uso della materia counterattack a raffica per eliminare qualunque nemico dopo un paio di colpi subiti. 
Tanta varietà, che va assolutamente mantenuta e ampliata, così come crediamo sia il caso di fissarsi su un sistema a turni come quello del predecessore, o perlomeno su un combat system misto con pausa che si mantenga tattico. Parte dell’appeal dei vecchi Final Fantasy sta, dopotutto, nell’importanza delle scelte fatte durante le battaglia, e dello sviluppo oculato dei propri personaggi. Dubitiamo che i fan siano disposti a perdere tale caratteristica, quindi un passaggio all’action andrebbe ponderato accuratamente.
Quando arriverà dunque questo rischioso ma attesissimo progetto? Beh, non aspettatelo a breve. L’annuncio riguardava l’intenzione di crearlo, e il motivo per cui non c’è gameplay da mostrare è esattamente questo. Ci vorranno anni per il suo arrivo, dopotutto Square è al lavoro su Final Fantasy XV e Kingdom Hearts 3, che sembrano entrambi a buon punto dopo le ultime dimostrazioni ma restano comunque progetti enormi. 
Poco importa. L’importante è che torni tra noi.

– Il ritorno di Final Fantasy VII

– Square vuole ampliare e migliorare il gioco originale

Sappiamo che Final Fantasy VII è un’operazione nostalgia, ma non importa. Qui la nostalgia copre qualunque capacità critica, e vogliamo solo tornare a Midgar, rivedere Aeris e affrontare Sephiroth. Il compito che Square si è autoimposta non è facile, ridare vita a un classico di tale importanza è una mossa molto rischiosa, capace di alienare gran parte della fanbase più fedele allo scopo di conquistare le nuove leve. Un tale compito va affrontato con spirito indomabile e consapevolezza, perché forse rendere questo remake significativo come il gioco originale è impossibile, ma farlo diventare un degno omaggio no. E noi questo vogliamo, un degno omaggio.

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