War. War never changes. E Bethesda nemmeno, aggiungerei. Dopo aver fatto trapelare uno stillicidio di informazioni e leak sugli ultimi progetti, la software house americana ha inaugurati questo E3 2015 nel migliore dei modi, con una conferenza scoppiettante, che, per il grosso del tempo, ha ruotato intorno all’attesissimo Fallout 4.
Cosa ha detto e mostrato Bethesda per guadagnarsi gli applausi scroscianti della platea del Dolby Theather?
Much bigger, much better
Al culmine di una sequela di annunci, alcuni inattesi (lo strategico free-to-play dedicato a Fallout e il gioco di carte collezionabili The Elder Scrolls Legends), altri lungamente annunciati (Doom e Dishonored 2), Todd Howard ha avuto l’onere e l’onore di lasciare spazio al nuovo pargolo della serie Fallout, il cui sviluppo, seppure in fase preliminare, ha avuto inizio addirittura nel 2009.
Fallout 4, è bene chiarirlo da subito, non reinventa, non sconvolge e non mostra i muscoli di un motore grafico strabiliante (pur essendo next gen only), eppure lascia a bocca aperta i presenti grazie alla cura per i dettagli (come la riproduzione certosina dei quadranti con cui si apre la presentazione) e l’aggiunta di meccaniche tremendamente complesse, che vanno ad aggiungere ulteriore spessore ad uno dei titoli più sostanziosi della scorsa generazione.
Nello specifico, la parte del leone la fanno il sistema di crafting e la possibilità di costruire ed arredare la propria dimora, in maniera molto più profonda e personale di quanto fosse possibile fare con le abitazioni nel terzo capitolo.
Da quanto mostrato, il sistema di crafting offrirà centinaia di opzioni possibili tra armi e armature, consentendo di smontare ogni singolo pezzo di equipaggiamento rinvenuto così da ottenerne materiali altrimenti non disponibili.
Un esempio? Trovare bulloni non arrugginiti né sfilettati nelle wasteland può rivelarsi un’operazione parecchio complicata, a meno di non imbattersi in uno scaffale in ferro e smontarlo su uno dei tavoli da lavoro disseminati per la mappa.
La possibilità di costruire la propria casa in una serie di location predisposte, potendo craftare i materiali richiesti, aggiunge un’inedita componente gestionale alle note dinamiche da gioco di ruolo, incentivando la ricerca di materie prime sempre diverse e lo sviluppo delle capacità costruttive del nostro alter ego.
Due aggiunte non da poco, di quelle che, una volta rivelate, ci si sorprende a chiedersi come si sia fatto senza in precedenza.
Come se non bastasse, l’innalzamento del numero di armi equipaggiabili, che raggiunge la ragguardevole cifra di cinquanta, e l’affinamento del già ottimo sistema VATS, che torna a dare una sfumatura strategica ad ogni battaglia, contribuiscono a creare un pacchetto che restituisce un’incredibile sensazione di solidità.
Prima e dopo la testata
Sebbene i dettagli latitino, anche sul versante narrativo la presentazione losangelina ha fornito qualche elemento in più: il ruolo del fedele compagno a quattro zampe sembra di maggiore impatto (con la possibilità di avvalersi del suo fiuto per recuperare determinati oggetti), e, per la prima volta, il protagonista sarà doppiato, sostenendo peraltro i dialoghi con gli NPC con un sistema di campi e controcampi e non con la legnosa animazione vista in Fallout 3.
L’incipit narrativo prende luogo immediatamente prima dello scoppio della bomba atomica, laddove, invece, le fasi di gioco vere e proprie iniziano, dopo aver creato il proprio eroe tramite un editor promettente, all’uscita dal Vault 111, del quale il nostro sembra l’unico sopravvissuto.
Peraltro, la sospetta somiglianza del personaggio controllato con la scena dell’incipit risalente a circa duecento anni prima, sembra far propendere per una soluzione criogenica di qualche tipo, che spieghi la mancanza di deterioramento dell’aspetto fisico del protagonista e la salute conservata a distanza di due secoli.
Purtroppo, a differenza delle fasi di gameplay, lunghe ed infarcite di nemici nuovi e vecchi (sì, torna anche quel simpaticone del Deathclaw), le informazioni sulla trama sono scarse e frammentate, lasciando spazio a diverse ipotesi e congetture, che, però, potremo verificare in un tempo relativamente breve: con la data di uscita ufficiale fissata per il prossimo dieci novembre, a soli cinque mesi di distanza (e con tanto di lussuosa Collector edition), le nostre voglie di olocausto nucleare non dovranno attendere poi tanto.
– Nuove ed interessanti feature
– Ancora più ampio del terzo capitolo
– Uscita ravvicinata
Bethesda sembra essere riuscita nel complicato compito di unire tradizione ed innovazione, integrando feature tremendamente interessanti, come il crafting e la possibilità di costruirsi e gestire la propria dimora, e, nel contempo, mantenendo l’ossatura da gioco di ruolo open world che ha rapito milioni di appassionati in tutto il mondo.
Con parecchio giocato mostrato e una data di lancio molto vicina, la nuova creatura della software house del Maryland si candida a titolo di punta del prossimo autunno/inverno.