Reykjavik – Capire il fenomeno di Europa Universalis non è facile agli occhi dei non patiti di strategia. Dal 2000 ad oggi, con tre episodi principali e una miriade di espansioni e di DLC, la serie di Paradox Interactive rappresenta un po’ il sogno di tutti strateghi videoludici più intransigenti e capaci, tanto che la definizione di “Civilization per grandi” riferita proprio a Europa Universalis esprime perfettamente la natura fortemente hardcore della serie svedese. Attorno ad essa gravita poi una community di appassionati ristretta ma attivissima; si pensi che Europa Universalis III, pur avendo quasi sei anni alle spalle, continua ad essere giocato proprio grazie al supporto di Paradox e all’attaccamento dei fan (siamo ormai a quattro espansioni). Un fenomeno di nicchia (ma pur sempre un fenomeno) che si è però dovuto scontrare con un’elevata difficoltà di gioco, quasi come se Paradox, tra interfacce macchinose, tutorial lacunosi e meccaniche di gameplay a dir poco intransigenti, abbia fatto di tutto per allontanare dalla sua serie il semplice appassionato di strategia.
Quattro secoli per cambiare il mondo
Le cose potrebbero cambiare con Europa Universalis IV, nuovo episodio della saga annunciato lo scorso agosto e atteso nei negozi dopo l’estate. Manca ancora molto tempo alla sua pubblicazione, ma Paradox ha già fornito sufficienti dettagli per capire cosa ci aspetta da questo quarto capitolo, presentato proprio ieri dal team svedese a un incontro con la stampa in Islanda a cui noi, ovviamente abbiamo partecipato. La parola d’ordine per questo ritorno in grande stile di Europa Universalis pare essere “accessibilità”. Paradox è conscia che i tre predecessori richiedevano un’attenzione e capacità gestionali-strategiche non comuni; proprio per questo il percorso di Europa Universalis IV sarà orientato a un approccio meno traumatico e più “guidato”, anche se i capisaldi della serie (micro-management, enorme libertà di azione, accuratezza storica) rimarranno intatti. Nel gioco avremo a disposizione circa 400 anni di storia (dal XV al XIX secolo) da vivere come meglio crediamo, scegliendo uno dei 250 Paesi disponibili e cercando di conquistare le nazioni rivali ricorrendo all’approccio preferito, che a seconda del Monarca scelto può essere più o meno aggressivo-bellico o diplomatico. Proprio la figura del nostro “capo” torna come elemento fondamentale del gioco; le sue statistiche e la sua inclinazione naturale sono infatti fondamentali per impartire una rotta di gioco, ma la presenza dei consiglieri può cambiare anche radicalmente il suo approccio iniziale. Non è detto insomma che con un Monarca esperto in diplomazia ci sia preclusa la strada dell’aggressione (e viceversa) e questo, tra i tanti altri, è il perfetto esempio della libertà che da sempre contraddistingue la serie.
Potere alla religione
Alcuni degli elementi di gioco in cui risulta più evidente il nuovo approccio più user-friendly di Paradox riguardano anche i punti Monarch e le cosiddette National Ideas, che saranno meno legate agli “alberi” tecnologici come in precedenza. Anche tutta la sezione degli scambi commerciali, delle rotte e delle flotte, è stata resa più abbordabile e sarà più facile tenere traccia di tutti questi elementi. Un nuovo sistema di IA renderà inoltre più realistiche le reazioni dei vari Paesi alle nostre conquiste; se le nazioni vicine reagiranno infatti un certo modo a seconda della propria convenienza, i Paesi più lontani e meno coinvolti direttamente lo faranno in modo molto diverso e in questi casi anche la religione avrà la sua notevole importanza. Cattolici, Ortodossi e Musulmani sono infatti divisi da differenze notevoli e starà a noi capirne le forze e le debolezze, come ad esempio la forza militare dell’Islam o le capacità diplomatico-politiche dei Cattolici con figure di grande importanza come il Papa e i Cardinali.
Quando le mappe sono belle da vedere
Si attendono novità significative anche nell’interfaccia, che è sempre stata un po’ il tallone d’Achille della serie, e anche nella gestione bellica, che ora avrà obiettivi diversi da portare a termine come ad esempio le diverse opzioni per intervenire contro una rivolta di ribelli, che nel passato causava parecchi grattacapi ai giocatori. Fa piacere poi sottolineare come alcune scelte strutturali, come il nuovo sistema del Monarch e il già citato rapporto con le altre nazioni, si rifacciano all’ottimo Crusader Kings II, da cui Europa Universalis IV ha preso anche il motore grafico pur potenziandolo e rifinendone alcuni aspetti. Seppur non ambisca a chissà quali vette qualitative, il comparto grafico del gioco appare infatti molto più dettagliato, vario e piacevole che in passato, con tanto di cambiamenti cromatici a seconda delle stagioni, una resa piuttosto dinamica dell’acqua e tanti piccoli particolari resi al meglio (i modelli delle flotte e delle unità militari). Insomma le novità in arrivo in questo quarto capitolo della serie sono moltissime e molte dovranno essere ancora annunciate, ma la cosa certa è l’intenzione di Paradox di fornire un sistema commerciale, politico, militare, economico, religioso e diplomatico di enorme spessore ma meno complesso ed elitario da amministrare.
– Struttura di gioco profondissima
– Massima libertà di azione
– Alcuni aspetti del gioco saranno meno oscuri e complessi
Un titolo di grande complessità come Europa Universalis IV, compreso il multiplayer cooperativo e competitivo fino a 32 giocatori, andrà provato con mano per rendersi conto dell’effettiva riuscita di tutte le novità tese a semplificare la struttura e la gestione del gioco introdotte. La speranza comunque è che la nuova fatica di Paradox Interactive possa davvero far uscire la serie dalla nicchia in cui ha sempre vissuto e farsi apprezzare anche da un pubblico certamente non casual ma almeno “medio”. Le premesse per riuscirci ci sono tutte.